Mendrisiotto

A Genestrerio nasce ‘Al Cortiletto’: una portineria di quartiere

Il progetto è nato per contrastare la caratteristica di ‘paese dormiente’ e avrà sede in piazza Baraini 9c. Sabato 28 ottobre alle 10 l’inaugurazione

Il nuovo spazio e il logo
(Carmine Miceli)
25 ottobre 2023
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I cittadini di Genesterio sono stati ascoltati. E se mancava loro un punto di ritrovo e di riferimento, ora quella mancanza è stata colmata e, toccherà al tempo dimostrarlo, anche risolta. È con l’obiettivo di contrastare la caratteristica di ‘quartiere dormitorio’ che nasce la prima portineria di quartiere del Mendrisiotto: ‘Al Cortiletto’. Nome che richiama la struttura della cosiddetta Casa dei poveri, in piazza Baraini 9c, scelta come sede. Si tratta di un’iniziativa promossa dal Dicastero politiche sociali e di genere di Mendrisio in stretta collaborazione con Pro Senectute, con la Commissione di quartiere e gli abitanti del quartiere. Sabato 28 ottobre alle 10 è il momento scelto per l’inaugurazione del progetto.

Un’iniziativa, ci illustra Françoise Gehring, capadicastero Politiche sociali e di genere, «perfettamente in linea con la filosofia di lavoro comunitario e partecipativo promosso dalla Città di Mendrisio, che attribuisce alla prossimità una grande importanza». La portineria di Genestrerio, «si inserisce nel progetto ‘Quartieri solidali’ che intende infatti promuovere micro-progetti di quartiere con l’obiettivo principale di rafforzare il tessuto sociale e la rete di ‘solidarietà spontanea’ dei quartieri stessi».

Ad aver espresso la necessità di contrastare l’assenza di luoghi di ritrovo e socializzazione è stata la Commissione di quartiere «con la quale, insieme anche a un gruppo di residenti, abbiamo avviato dei progetti partecipativi molto significativi: la co-progettazione del parco giochi inclusivo a Genestrerio, l’organizzazione di tavolate all’interno della sala multiuso e sabato avremo il piacere di inaugurare la portineria di quartiere, che sarà coordinata da Pro Senectute che si sta pure profilando nel lavoro sociale comunitario». Da un’esigenza dal ‘basso’, una soluzione partecipativa dall’‘alto’.

Uno spazio autonomo, con supporto

L’obiettivo, ci dice Carmine Miceli, responsabile Servizio lavoro sociale comunitario di Pro Senectute, «è che un giorno il gruppo si sia consolidato a tal punto da prendere in mano definitivamente la gestione di questo spazio, in autonomia. Speriamo che siano presto i cittadini a diventare gli attori che animano il Cortiletto». Inoltre, aggiunge Miceli, «l’ideale sarebbe che qualcuno diventi responsabile della cura e dell’accoglienza di questo spazio. Sarebbe un’opportunità per persone che beneficiano di prestazioni assistenziali che potrebbero finalmente rimettersi in gioco facendo un graduale ritorno nella società, valorizzando le proprie competenze». Sono «molte le persone che purtroppo vivono in uno stato di isolamento sociale e quindi la portineria potrà essere un’occasione per cambiare questa condizione e tornare a dare un senso alla quotidianità».

Cittadini e cittadine saranno dunque i protagonisti del Cortiletto, dal momento in cui parteciperanno attivamente alle proposte e all’organizzazione delle iniziative. In questo senso, la portineria di quartiere può essere percepita come un catalizzatore di qualunque attività solidale volta al benessere della comunità. E forse allora lo status da dormiente diventerà ‘vivace’.

Una situazione constatata anche dal Municipio. «L’esperienza dei Servizi sociali della città – afferma Gehring – conferma che molte persone vivono in solitudine sempre più a lungo e per accompagnare una buona qualità di vita necessitano di supporti quali figure che possano arricchire i contatti sociali e supportare le persone in campi legati alla salute, alla cultura e in generale al mantenimento al domicilio».

Saranno i cittadini a scegliere il contenuto

Anche la posizione aiuterà. Al Cortiletto sarà infatti nel centro del paese. «Si è rivelato essere il posto ideale – spiega Miceli – sia per la posizione, sia per le caratteristiche della struttura. Il cortile è una chicca: è accogliente, spazioso e con una bella zona verde». L’interno invece, aggiunge, «potrà essere arredato piano piano anche dalle persone che lo frequentano, portando oggetti, mobili o qualche decorazione». Pro Senectute, insieme al Muncipio e alla Commissione di quartiere, ha creato la cornice, «ma il contenuto sarà scelto dalla popolazione».

Sulla linea del concetto di prossimità e aggregazione, conclude Gehring, «presto verrà inaugurata anche la Casa delle generazioni a Mendrisio (Parco San Giovanni); un luogo condiviso tra diverse associazioni che saranno anche al servizio della popolazione». L’auspicio è dunque quello che l’attivazione sociale generi un’importante presenza e incentivi la partecipazione di molte persone, sia come beneficiarie sia come proponenti.

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