Mendrisiotto

‘Un giorno di ordinaria follia’, condanna ed espulsione

È stata definita così l'azione dei due giovani che andarono a rubare dopo aver tentato di rapinare una persona

La vittima è stata inseguita e malmenata
(Ti-Press)
13 luglio 2023
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Saranno entrambi espulsi i due richiedenti d'asilo a processo da questa mattina, davanti alla Corte delle Assise correzionali di Mendrisio (in Lugano). Il più giovane dei due, a causa di precedenti condanne e di una «prognosi negativa» – è infatti privo di qualsiasi formazione e ha iniziato a delinquere non appena arrivato in Svizzera –, dovrà espiare una pena detentiva di dieci mesi, a cui vanno dedotti i giorni scontati finora dal 30 gennaio, giorno del suo arresto. Per il 27enne tunisino pena simile, ma sospesa per due anni dato che è il primo crimine di cui si è macchiato. Il divieto di entrare in Svizzera sarà valido per cinque anni. Richiesto per la vittima, pure un risarcimento per danni morali, ammontante a 2mila franchi. Le imputazioni per entrambi sono dunque di tentata rapina, furto e violazione di domicilio, mentre per il 21enne marocchino vi è inoltre l'impedimento di atti dell'autorità – per aver cercato di sottrarsi all'arresto –, e inosservanza dell'assegnazione di un luogo di soggiorno.

‘Non si tratta di tentata rapina’

Entrambe le difese avevano contestato l'imputazione di tentata rapina, in quanto la tesi che l'aggressione avesse a che fare con delle foto è anche confermata dalle dichiarazioni rilasciate dalla vittima. Inoltre, per il più giovane dei due, non vi sarebbe stata nemmeno l'aggressione, dal momento che sarebbe intervenuto unicamente per separarli, e avrebbe pure impedito all'altro di colpire il malcapitato con una bottiglia. Contestata pure la correità nel reato di furto, dal momento che, dopo essere entrati in una corte privata, il 27enne si è intrufolato nell'auto, addormentandocisi pure prima di svaligiarla, mentre l'altro avrebbe rubato un monopattino elettrico. Il 21enne si è anche reso colpevole di aver resistito all'arresto cercando di darsi alla fuga dalla polizia. Durante l'arresto, il giovane marocchino ha dichiarato di essere stato colpito da un agente: questa dichiarazione, inizialmente non considerata dalla Corte in quanto a tutti sembrava di non averla mai sentita, è stata poi rilevata dalla pp nel primo verbale rilasciato dal giovane, dove aveva chiesto di essere visitato. All'epoca il giovane aveva dichiarato di non voler denunciare l'agente che lo aveva colpito.

Entrambe le difese avevano chiesto di considerare, ritenendo la colpa media, il carcere già scontato dai giovani (164 giorni) come una pena sufficiente. Per il 27enne tunisino, l'avvocato difensore Matteo Poretti ha deciso di opporsi formalmente all'espulsione. L'avvocato Stefano Pizzola, che ha difeso il 21enne marocchino, non si è invece opposto in quanto il suo assistito ha affermato di voler tornare in Italia. La procuratrice pubblica Marisa Alfier aveva chiesto l'espulsione per sette anni, oltre a due pene detentive da espiare di 15 e 14 mesi, rispettivamente per il 21enne e il 27enne.

‘Aggressione ancora più grave dati i motivi futili’

La Corte non si è trovata d'accordo con le arringhe dei difensori, e il giudice Marco Villa ha dichiarato: «A monte c'è un futile motivo, quello della foto, questo rende questa rapina ancora più grave. Fermo restando che la vittima non ha fatto alcuna foto, l'agire è stato sproporzionato, oltre che inutile». Respinta anche la tesi che sosteneva che il 21enne avrebbe cercato di separarli in quanto dalle immagini risulta che avrebbe cercato di impedire alla vittima di scendere dal bus. «Inoltre – ha continuato Villa –, se cerco di difendere qualcuno non lo blocco contro un muro». Quest'ultimo è stato condannato anche per essersi allontanato, in due occasioni, dal luogo di soggiorno a cui era stato assegnato. Per lui prevista pure una pena pecuniaria di 15 aliquote giornaliere da dieci franchi. Caduta invece la correità nel furto, dato che è stato stabilito che i due hanno agito separatamente.

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