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‘Il Centro Ovale di Chiasso non è un covo per zanzare’

Per settimane l'acqua si è accumulata attorno alla struttura, ma il Comune rassicura che la situazione è sotto controllo

La situazione dello ‘stagno’ a metà giugno
29 giugno 2023
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In molti lo hanno notato, e alcuni cittadini chiassesi hanno anche espresso la loro preoccupazione sui social: attorno al Centro Ovale, nelle scorse settimane, si è formato uno stagno, e con le temperature in continuo aumento, il timore è che questo possa trasformarsi in un’accogliente dimora per migliaia di zanzare. In particolare la zanzara tigre, che è nota per deporre le uova su una superficie solida in prossimità di acqua stagnante, uova che si dischiudono con l’innalzamento del livello dell’acqua. Quando questi ristagni si trovano su suolo pubblico, il compito di renderli a prova di zanzara spetta ai Comuni, ma dal momento che in questo caso si tratta di una proprietà privata, la responsabilità ricade sui suoi proprietari.

«Siamo al corrente della situazione – ci dice Gionata Cavadini, dell’Ufficio tecnico di Chiasso –. Abbiamo già provveduto ad avere un incontro con il custode e con la persona che gestisce lo stabile, per fare in modo che vengano effettuati i trattamenti, e i nostri addetti hanno pure spiegato loro come effettuarli. Nel caso dovessero venir riscontrate delle problematiche, è naturale che torneremo a effettuare i dovuti controlli».

Trattamenti che, come confermato dal custode del centro Stefano Iaconis, vengono effettuati con diligente regolarità. «Applichiamo il trattamento in granuli ogni 15 giorni – spiega – in tutte le vasche intorno al centro». Va detto che il trattamento in questione, ossia quello idoneo all’eliminazione della zanzara tigre, viene acquistato a Mendrisio a spese dei proprietari del centro. Sembra dunque che per quell’innaturale specchio d’acqua non ci sia bisogno di preoccuparsi, ma com’è la situazione generale?

‘Per fermare la zanzara ci vuole il contributo dei cittadini’

«Al momento non si segnalano situazioni particolari, se non che quest’anno la zanzara è ‘partita’ un po’ dopo rispetto al solito – afferma Eleonora Flacio, responsabile del settore Ecologia dei vettori dell’Istituto di microbiologia della Supsi –. Sta iniziando a diffondersi in questi giorni». Come ogni anno, gran parte della responsabilità per ridurre la diffusione di questo nefasto insetto spetta ai cittadini. «Il problema è che le persone non reagiscono finché non vedono le zanzare volare – continua –, a quel punto è già relativamente tardi perché quello che vola ormai è lì, anche se comunque (iniziare a fare il trattamento in quel momento, ndr) un po’ funziona ».

«I Comuni, più di quel che fanno adesso, non vedo cosa potrebbero fare – continua Flacio –. La parte comunale è a posto, ci vuole il contributo da parte dei cittadini. I risultati si vedono: durante il periodo pandemico dove, essendo obbligati a stare a casa, le persone hanno effettuato i trattamenti in modo più accurato, la zanzara è stata tirata giù tantissimo. L’anno scorso è stato fatto un po’ meno bene e siamo tornati ai livelli del 2019».

«Nel Mendrisiotto la situazione è come il resto del Ticino, forse un po’ migliore perché i Comuni sono molto ben coordinati tra loro. Ecco direi che loro (i Comuni, ndr) sono molto bravi» conclude.

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