Mendrisiotto

‘Danneggiavano auto per incassare i soldi delle assicurazioni’

Tre uomini sono accusati di varie truffe, che si sarebbero realizzate tramite una ditta di Novazzano

(archivio Depositphotos)

Danneggiare di proposito dei veicoli per guadagnare di più dalle riparazioni. Tra i fatti contestati a tre imputati c’è infatti anche la ‘classica’ truffa alle assicurazioni. Di fronte alle Assise criminali di Lugano si sono dovuti presentare oggi due fratelli gemelli di 47 anni e un 55enne, tutti cittadini italiani ma in Svizzera da parecchi anni. Secondo la procuratrice pubblica Chiara Borelli, i tre hanno «creato un sistema criminogeno» tramite una ditta di Novazzano, a nome di uno dei due fratelli.

Per quanto riguarda i danneggiamenti fittizi, l’atto d’accusa presenta 33 episodi, avvenuti tra il 2020 e il 2022, per i quali sarebbero stati ottenuti indebitamente circa 120mila franchi a danno di varie assicurazioni. Fatti per i quali i tre vengono indicati come correi. La seconda imputazione principale riguarda un altro tipo di raggiro. I tre uomini sono accusati di essere stati complici di persone coinvolte in vari ‘rip deal’: truffe in cui le vittime, convinte da un tasso di cambio favorevole, cedono contanti di un’altra valuta, lingotti d’oro, gioielli o altri beni di valore, in cambio di banconote che poi si rivelano false. Nel caso specifico si parla di oltre 300mila franchi.

Richieste di pena

Per il 47enne socio e gerente della ditta, Borelli ha chiesto una pena di 30 mesi di carcere, di cui 6 da scontare. L’uomo, residente nella Svizzera tedesca, è accusato anche di truffa, in correità con il 55enne, per aver fornito fatture fittizie a una banca. Ciò per ottenere un aumento di credito ipotecario per un immobile nel canton Glarona. Quasi 100mila franchi che sarebbero invece stati usati per la sede della ditta di Novazzano.

Per il 55enne, la procuratrice ha invece chiesto 28 mesi di cui 8 da scontare. Oltre alle truffe già citate, l’uomo è accusato singolarmente di altri danneggiamenti a vetture, nonché falsità in documenti. Secondo Borelli, il contributo dell’uomo alla vicenda è ampia: in quanto carrozziere avrebbe saputo come danneggiare le auto per riuscire a raggirare i periti e avrebbe avuto i contatti con i presunti autori dei rip deal.

La pena richiesta per l’altro 47enne, residente in Ticino, è invece di 27 mesi di cui 6 mesi da scontare. Proposta fortemente contestata dalla difesa dell’uomo, rappresentata dall’avvocato Niccolò Giovanettina. Quest’ultimo ha infatti proposto una pena di non più di 6 mesi di carcere sospesi. Tranne per quattro episodi, la difesa non contesta i fatti che riguardano i danneggiamenti delle macchine, mentre per i rip deal si oppone totalmente. Secondo Giovanettina non è stato accertato nemmeno che le persone in contatto con la ditta fossero direttamente coinvolte in quel tipo di truffa. In ogni caso, per il difensore, aver noleggiato delle auto a queste persone non avrebbe favorito l’esecuzione del reato, e dunque non ci sarebbe complicità. Il fatto che alcuni documenti siano stati compilati in modo non corretto viene ammesso, ma questo modo di procedere sarebbe avvenuto con tutti i clienti dell’azienda, non solo con i presunti autori di rip deal.

Domani la Corte, presieduta da Siro Quadri (a latere Monica Sartori-Lombardi e Renata Loss Campana), ascolteranno le arringhe dell’avvocato Giuseppe Gianella, che difende il 47enne residente nella Svizzera tedesca, e dell’avvocata Benedetta Noli, patrocinatrice del 55enne. La sentenza è prevista nella serata di domani.

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