Mendrisiotto

La Mendrisio che verrà (nel 2035) in diciassette mosse

Il Municipio riprende in mano il Piano degli indirizzi e lo attualizza. Aprendo un confronto con il Consiglio comunale e un dialogo con i cittadini

Il Municipio si immagina già come sarà nel 2035
(Ti-Press)
21 giugno 2022
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Per Mendrisio è una sorta di ‘Magna Charta’. Senza montarsi la testa, la Città sente il bisogno, oggi come l’altroieri, di darsi una bussola per orientarsi tra temi e problemi e aiutarsi a fissare priorità e obiettivi per il futuro (quello più vicino e quello un po’ più lontano). È così che l’attuale Municipio ha ripreso in mano le strategie delineate per il 2030 dai suoi predecessori e le ha attualizzate, spostando l’asticella temporale al 2035. Ciò che ne è scaturito è un documento di lavoro e uno strumento politico, certo, ma utile ad immaginarsi da qui ad allora. Restituendo, come ama dire il sindaco Samuele Cavadini, «una visione della Mendrisio che verrà». Farlo senza trascurare, però, di fissare dei traguardi più immediati, quelli di legislatura. Che sono dieci e «parecchio ambiziosi», come ammette sempre il sindaco. «Ma una vita senza ambizioni - annota - non è stimolante».

Il cittadino può dire la sua

E impegnativa è anche la strada imboccata per ragionare sulle prossime mosse cittadine. L’autorità locale ha voluto, di fatto, aprire un processo dialettico con i rappresentati della popolazione a Palazzo e con gli stessi suoi cittadini. Lungo, complesso, faticoso? Di sicuro. Ma pure democratico nel vero senso della parola. «Innanzitutto - spiega il sindaco -, con questo dossier diamo una chiave di lettura semplice e immediata delle nostre proposte e, novità, coinvolgiamo la cittadinanza, chiedendo la sua partecipazione a questo processo e dando la possibilità di inviare delle suggestioni». È tutto in una lettera che vale un invito a imbucare - all’indirizzo strategie@mendrisio.ch - osservazioni, consigli, richieste, idee. Per dirla con John Fitzgerald Kennedy, "non chiederti cosa il tuo paese può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese". La Città, si assicura, è pronta a raccogliere la sfida.

La disponibilità non manca neppure nei confronti dei consiglieri comunali, con i quali, annota ancora Cavadini, «vogliamo avere una discussione franca e aperta». Sotto esame, c’è da crederlo, finiranno le diciassette linee strategiche che compongono l’ossatura del documento e che rispondono a tre domande fondamentali: Come ci organizziamo? Come viviamo? E di cosa viviamo oggi e domani? E se qualcuno si chiede anche perché ci si è orientati proprio su quei capitoli della quotidianità cittadina, si dà una spiegazione.

Due approcci a confronto

Al tavolo della compagine municipale sanno bene di essere sotto osservazione. Se mai ce ne fosse stato bisogno, ne hanno avuto una conferma lunedì sera in Consiglio comunale. Dai banchi consiliari - soprattutto da taluni, zona di centrodestra - si sono sollecitate sì visioni e strategie, ma anche risposte concrete. A cominciare dalla politica economica e a supporto delle imprese. In apparenza esecutivo e legislativo (o almeno una parte di esso) sembrano muoversi su piani diversi. Cavadini rivendica la scelta fatta: «Per noi è importante essere coerenti e portare avanti una visione d’insieme - ribadisce -. Se no si corre il rischio di rispondere a esigenze immediate, dimenticando il contesto in cui ci si muove». Del resto, i piani sono documenti dinamici (ricorda) e nessuno dimentica la necessità di gestire uno sviluppo economico che non perda di vista quello territoriale. Alla fine è questione di equilibri.

‘Un processo vincente’

Pane quotidiano nel camino verso le ‘Strategie 2035’, d’altro canto, è stato il confronto (anche interno ai gruppi di lavoro). «Mischiare le carte e mettere in campo sensibilità diverse sui vari temi - rende attenti la municipale Françoise Gehring - è stato un processo vincente. Che ci ha permesso di porre l’accento su temi, magari inaspettati, e sulla lettura del territorio». Non solo, fa eco la vice sindaca Francesca Luisoni, «ha dato modo di prendere consapevolezza sulle strategie ereditate, procedendo con il Piano direttore comunale, le Politiche di genere, il lavoro nei Quartieri, lo sviluppo della Città». Magari smussando qualche angolo, ma affrontando l’esercizio con occhio critico.

Per il municipale Paolo Danielli si è trattato di «una ventata fresca». In effetti, esplicita, «come esecutivo oggi siamo molto sollecitati dai consiglieri e dai cittadini, anche su temi più ampi, sui valori da dare a certi argomenti e sull’impostazione stessa del nostro lavoro. Qui - rilancia indicando il documento - mettiamo alcuni punti fermi». Portando altresì alla luce, si aggiunge il collega Massimo Cerutti, ciò che Mendrisio può offrire in termini di territorio, servizi, bellezza.

Qualche pietra miliare

E a proposito di pietre miliari, la Città è determinata a spingere sulle collaborazioni "promettenti". Prospettando, motiva il sindaco, la volontà di instaurare un dialogo sistematico e di riattivare i contatti con enti esterni ma pure con Comuni limitrofi, autorità superiori e d’oltreconfine. Allo stesso modo si è determinati a impegnarsi "affinché Mendrisio non sia un luogo di passaggio, assicurando la sosta dei teni a lunga percorrenza e la continuazione di AlpTransit a sud di Lugano". O ancora la Città è lì lì per "cogliere nuove opportunità per far crescere la sua vocazione universitaria, attivando il dialogo con il Cantone affinché si possano integrare in un discorso universitario o di formazione superiore, importanti servizi sanitari presenti sul nostro territorio". E sono solo alcuni passaggi delle strategie future.

Dieci obiettivi per la legislatura

Volendo poi andare al sodo (a proposito dell‘invocata concretezza), ci sono sempre i dieci obiettivi prioritari messi in fila per far quadrare questa legislatura, orizzonte il 2024. Azioni da «portare a casa a breve». Nel ‘cahier des charges’ al primo posto (e non a caso) si trova il buon proposito di dare modo di ‘Conciliare famiglia-lavoro’,seguono l’intenzione di ’Garantire la vicinanza ente pubblico-cittadini’ e allo stesso modo il compito di ’Attirare nuovi residenti e nuove aziende’.

Nella lista, nell‘ordine, si elencano pure ‘Riqualificare il paesaggio naturale e urbano‘, ’Risanare energeticamente gli edifici amministrativi’, ‘Aumentare l’efficienza dell’amministrazione cittadina’, ‘Dialogare con l’Usi e la Supsi per sviluppare il polo universitario’, ‘Collaborare con i Comuni vicini’, ’Gestire la mobilità a misura di Città’ e infine ’Ottimizzare l’approvvigionamento energetico sostenibile’. Una missione non da poco, ma il Municipio locale ci crede.

Lo scrittore Italo Calvino scriveva ‘«Di una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda’ (da ‘Le città invisibili’). E l’esecutivo di Mendrisio lo ha preso a mo’ di pro memoria e viatico.

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