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Meno utenti, distanti e (per metà) con la mascherina sui bus

È la prima fotografia scattata dal direttore dell'Autolinea Mendrisiense. Il servizio scolastico? 'Ha funzionato'

Sognando la vecchia normalità (Ti-Press)
16 maggio 2020
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Il direttore dell'Autolinea Mendrisiense (Amsa) tiene d'occhio di persona il viavai di autobus arancione che mette in rete Basso e Alto Mendrisiotto. Sotto osservazione c'è il servizio del post 'lockdown'. Riprese le corse urbane e regionali regolari, la nuova quotidianità sembra essersi adattata alle attuali regole del vivere quotidiano: igiene delle mani e distanze sociali. A una settimana dalla riapertura di negozi e ritrovi, in effetti qualche utente in più è salito sui mezzi pubblici. "Un leggero aumento dalla chiusura totale lo abbiamo registrato - conferma a 'laRegione' Ivano Realini -, ma non siamo certo ancora sui numeri di prima". Una tendenza che il dirigente aveva notato fin dalla settimana successiva al 27 aprile e al ritorno ai piani di trasporto abituali (in coincidenza con le cadenze su rotaia di Tilo). "Si può dire che sui veicoli il distanziamento oggi è largamente rispettato". Realini, però, si aspetta di più pure dai passeggeri.

'Sui bus meglio con il volto protetto'

"Ritengo sia fondamentale in questo momento che le persone siano pronte a indossare anche la mascherina quando prendono l'autobus", ci dice Realini. Da subito il suo obiettivo (che coincideva con la preoccupazione primaria), del resto, è stato quello di recuperare terreno sulle consuetudini d'un tempo. "Adesso - ribadisce -, è importante fare in modo che gli utenti si sentano sicuri sugli autobus e riprendano la loro vita normale". Sta di fatto che prima di riuscire a trasformare l'attitudine a proteggersi il volto in un gesto naturale ci vorrà ancora del tempo. Anche se il messaggio pare stia passando. "A mo' d'esempio, le posso dire che sul bus che ho di fronte a me (nel momento in cui l'abbiamo raggiunto al telefono, ndr), la metà circa dei 12 viaggiatori a bordo porta la mascherina".

Un dato che il direttore ha avuto la possibilità di riscontrare, seppur empiricamente, pure durante i suoi sopralluoghi di questi ultimi giorni. "In effetti, ho potuto constatare - ci racconta il dirigente di Amsa - che oltre il 50 per cento degli utenti la indossa. Il discrimine che balza all'occhio è quello dell'età. Mentre tra i 40enni e i 50enni quasi tutti hanno la mascherina - si può stimare un buon tre quarti delle persone -, fra i ragazzi è rara. Chissà, forse, se un 'influencer' facesse da testimonial le percentuali potrebbero cambiare". Questa la situazione fotografata sin qui sulle strade battute dai mezzi arancione.

Corse scolastiche, 'nessun problema'

E a proposito di ragazzi (o meglio di alunni), un'altra sfida per l'Amsa è stata la riapertura delle scuole. L'impegno da parte dell'azienda di trasporto del Mendrisiotto non è mancato, così come il dialogo con gli Istituti scolastici, in particolare delle scuole medie. Introdotta la turnazione per rispondere meglio alle esigenze delle sedi e alle lezioni scaglionate, si è dovuto adeguare anche il ritmo del servizio. "Ci siamo organizzati con le scuole in base al numero di alunni annunciati; e per finire le corse sono riprese in modo regolare. A parte a Chiasso, dove abbiamo dovuto prevedere dei trasporti un po' particolari visto gli orari previsti - ci spiega Realini -, per gli altri centri scolastici si è fatto capo alla normale pianificazione, con l'inserimento, di nuovo, di corse di linea supplementari per i ragazzi".

Una strategia che ha funzionato, ci fa capire il direttore. "Questa soluzione, infatti, ci ha permesso, da un lato, di separare gli studenti dall'utenza regolare (riservando loro, di fatto, dei veicoli), e dall'altro di reagire alle necessità delle scuole senza problemi". La presenza a turni in classe, poi, ha fatto il resto. "Diciamo che ha dato modo di mantenere facilmente le distanze sul bus, evitando rischi da questo punto di vista. Inoltre, abbiamo notato che gli allievi sono stati sensibilizzati durante le settimane della pandemia: lo testimonia il loro comportamento abbastanza corretto sui trasporti pubblici".

'La copertura finanziaria? Discorso aperto'

Va detto che ad oggi si è compiuto solo il primo atto del riavvicinamento alla vecchia normalità. Il pensiero di Ivano Realini va, ed è inevitabile, a settembre. "Al momento restiamo in attesa di indicazioni - annota -. Di sicuro dovremo capire come muoverci e cosa approntare: ne dovremo parlare con la Sezione della mobilità". A rimanere in sospeso è altresì la copertura finanziaria garantita dal Cantone sul servizio scolastico. "Il discorso a livello cantonale è ancora aperto e, al pari di quello sull'organizzazione delle corse, sarà ripreso prima della fine dell'anno scolastico. A quel punto sapremo anche cosa potremo fatturare. Penso, comunque - chiosa con ottimismo -, che troveremo una soluzione. Sarà utile affrontare il tema sul piano generale con entrambi i dipartimenti interessati (Territorio ed Educazione, culturale e sport, ndr) e tutte le aziende di trasporto". D'alta parte, al momento, ammette il direttore, non è questa la sua preoccupazione principale.

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