Mendrisiotto

A Mendrisio la sede delle Aim cambierà faccia al comparto

Il Municipio mette in cantiere la futura base operativa da circa 14 milioni. Segni particolari: riqualifica urbana e autonomia energetica

L'idea iniziale: 'Creare una grande area coperta di lavoro' (Studio Durisch+Nolli/Filippo Bolognese Images)
18 febbraio 2020
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Una Città si ‘legge’ anche attraverso i suoi edifici (soprattutto se pubblici). E in un certo senso la genesi che accompagna la futura ‘casa’ delle Aziende industriali di Mendrisio (Aim), dal 1997 ad oggi, rispecchia la crescita e la metamorfosi della realtà urbana di Mendrisio, nel frattempo divenuta espressione di dieci Quartieri. Mentre la base operativa, in questi anni, traslocava da una sistemazione all’altra – dalla vecchia sede, contigua all’ex caserma dei Pompieri, allo stabile dirimpetto il Palazzo civico, passando per i prefabbricati –, le ipotesi di una soluzione ‘altra’ si susseguivano. Alla fine si è tornati all’idea originaria : dare alle Aim un ‘contenitore’ tutto suo, mettendo le fondamenta nel terreno della ex Pratoverde, acquistato oltre vent’anni orsono proprio a quello scopo. Porta lì, in via Laveggio, l’investimento (globale) di 13,9 milioni oggi fra le mani dei consiglieri comunali, che consegna una nuova sede ‘chiavi in mano’: dai lavori preliminari agli arredi.

‘Un progetto maturo’

Il capo dicastero Aim Marco Romano perora la causa con convinzione, sicuro di avere più argomenti a suo favore. E se ce ne fosse bisogno altri è pronto a fornirli il direttore delle Aziende Gabriele Gianolli, costretto, oggi, a fare i conti (anche contabili) con le inefficienze dettate dalla difficoltà di gestire una situazione logistica dispersiva. «Quello che proponiamo – spiega il capodicastero – è un progetto maturo e al contempo lungimirante, che vede la sede delle Aim, consolidate come realtà multiservizio, in una collocazione al centro degli spostamenti fra i Quartieri. Questo nuovo edificio pubblico sarà, infatti, in un comparto strategico e ben servito anche dal trasporto pubblico». Un comparto, fa capire in modo chiaro Romano, che ne guadagnerà anche in bellezza. L’architettura industriale, in effetti, può fare la differenza. Lo sanno bene gli architetti Pia Durisch e Aldo Nolli.

Le infrastrutture ‘parlano’

«Il primo atto fondativo di una Città – annota l’architetto Nolli – sono le sue infrastrutture». E la nuova sede delle Aim intende valorizzare questa zona di Mendrisio, punto di forza il tetto; che risulta essere «caratterizzante», come fa osservare l’architetto Durisch. «La centralità del luogo – esplicita -è importante anche per la lettura del sedime. E qui ci si inserisce in un concetto di riqualifica urbana di un comparto verde legato al Laveggio». Non a caso la sede delle Aim incrocerà una via ciclabile, che dal ‘cuore’ Borgo permette di arrivare al lago, e risulterà essere aperta alla popolazione, dal profilo architettonico e funzionale. Da non trascurare è pure la sostenibilità spinta della struttura, per i suoi standard ma per gli stessi materiali (l’acciaio) utilizzati per la costruzione.

Del resto, i 30mila metri quadrati della copertura non solo accoglieranno tutte le figure che operano per le Aziende – amministrativi e operai lavoreranno gomito a gomito –, ma daranno altresì la carica all’edificio. Il tetto sarà, di fatto, parte integrante di uno dei più grandi impianti fotovoltaici del Paese. Una scelta che darà modo di essere del tutto autosufficienti, nel solco di una chiara autarchia energetica. Una forma di autonomia che ‘contagia’ pure gli aspetti finanziari. «Possiamo dire che la situazione odierna delle Aim – commenta Romano – permette questa operazione». E senza, si assicura, gravare sulle casse del Comune o nelle tasche dei cittadini-utenti. Promesso.

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