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‘Una circonvallazione monca non avrebbe alcun senso’

Chiara Lepori Abächerli, vicepresidente dell'Ata, ritiene corretta la marcia indietro di Zali, ma critica la rinuncia, per imperizia, ai contributi

Criticata la decisione di rinunciare ai contributi federali, tirando dritto senza considerare i motivi per cui Berna disse di no
(Ti-Press/laRegione)
25 gennaio 2024
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Continua a far discutere l’idea di realizzare una strada per evitare gli abitati di Agno e di Bioggio. L’ultima ‘puntata’ è andata in scena la settimana scorsa con l’incontro tra Claudio Zali, direttore del Dipartimento del territorio (Dt) e la Conferenza dei sindaci del Malcantone. Un incontro in cui Zali ha comunicato la rinuncia al credito per realizzare una Circonvallazione Agno-Bioggio (Cab) parziale, cioè solo dalla rotonda di Bioggio alla Piodella, ritenendo l’intero progetto troppo oneroso.

In merito, abbiamo chiesto un parere a Chiara Lepori Abächerli, vicepresidente dell’Associazione traffico e ambiente (Ata) della Svizzera italiana. «Secondo noi, il Dt ha fatto bene a fare “marcia indietro”, perché una circonvallazione monca non avrebbe avuto alcun senso, visto che non avrebbe risolto il problema principale che sta ad Agno (traffico nel nucleo e passaggio a livello) e non a Bioggio. A occhio e croce, gli impatti negativi di una realizzazione parziale non avrebbero nemmeno superato i limitati benefici, a fronte di un costo comunque non indifferente che – me lo lasci sottolineare – è tutto a carico dei contribuenti cantonali e comunali, perché la Confederazione si è rifiutata di cofinanziare la Cab, considerandola un progetto poco efficace».

Perché la Confederazione non ha finanziato la circonvallazione Agno-Bioggio?

Proprio qui sta il punto. Come è noto, lo strumento attraverso il quale la Confederazione cofinanzia opere infrastrutturali in tutta la Svizzera sono i Programmi d’agglomerato (Pa), elaborati dalle Commissioni regionali dei trasporti in collaborazione con i Cantoni. Tali Programmi vengono tanto più finanziati quanto più corrispondono ai requisiti che la Confederazione si pone, quali lo sviluppo centripeto di qualità, la sostenibilità ambientale, la coerente coordinazione fra mobilità e insediamenti e – elemento molto importante – l’efficacia. Se i Pa fossero valutati positivamente, potrebbero ricevere fino al 50% di finanziamento federale, ma la circonvallazione proposta nel 2014 nel Programma d’agglomerato del Luganese di seconda generazione (Pal2, che non è quella attuale, perché nel frattempo ci sono state tante varianti), non ha ottenuto nemmeno un franco da Berna, dato che, secondo la Confederazione, non migliorava la sostenibilità dell’agglomerato, sia perché faceva concorrenza al Tram-treno, sia perché non vi era un buon rapporto fra costi e benefici. In altre parole, la Confederazione vuole che il Tram-treno (che ha quasi interamente finanziato) serva davvero, con adeguate misure fiancheggiatrici, a drenare una parte crescente degli spostamenti e si rifiuta di investire fondi in infrastrutture che lo “sabotano”, incentivando l’uso dell’auto, per di più, molto costose rispetto ai benefici che intendono produrre.

Come hanno reagito i Municipi e il Dt al mancato finanziamento?

Incomprensibilmente, la reazione del Cantone e della Commissione regionale dei trasporti del Luganese (Crtl) alle giuste critiche della Confederazione è stata quella di fare a meno dei finanziamenti federali, proseguendo la pianificazione fino ad arrivare alla situazione attuale. Invece, secondo Ata, era ed è indispensabile che il progetto raggiunga i requisiti per venir finanziato dalla Confederazione, non solo per le ovvie ragioni che attengono alla sua qualità, ma anche perché ci domandiamo con che coraggio si possa chiedere ai cittadini dei Comuni interessati e di tutto il cantone di passare alla cassa a causa di errori di impostazione commessi dalla Crtl e avallati dalle autorità cantonali e comunali. Troviamo davvero irresponsabile, soprattutto in questo periodo in cui si parla tanto di uso parsimonioso ed efficace dei soldi dello Stato, rinunciare per imperizia a centinaia di milioni di contributi federali (che invece vengono assegnati ad altri Cantoni e agglomerati che sanno “fare bene i compiti”).

Per quali motivi, secondo Ata, l’ultimo della serie non era un buon progetto? Quali sono state le principali critiche sollevate da Ata e dai Cittadini per il territorio del Luganese?

Innanzitutto, perché prevedeva l’aggiramento del nucleo di Agno in riva al lago, con una strada che – sebbene parzialmente interrata – avrebbe comunque danneggiato un’importante zona naturale molto apprezzata dagli abitanti (senza parlare dei costi); non capiamo perché non sia stato preso in considerazione l’aggiramento a ovest, con una breve galleria nella montagna (una vecchia proposta che abbiamo avanzato in più di un’occasione). Pure il tracciato adiacente all’argine destro del Vedeggio è problematico, dato che interferisce con una zona diventata anch’essa un luogo di svago per i cittadini e che fa parte del “Parco del Vedeggio”, inserito nel Piano direttore cantonale. Un fiume che si vorrebbe rinaturare; anche qui soluzioni diverse sono possibili.

Come valuta la posizione dei sindaci del Malcantone?

I sindaci hanno tutte le ragioni di chiedersi come sia stato possibile sbagliare le previsioni dei costi in modo così clamoroso e non volere una circonvallazione monca. Hanno ragione anche quando sostengono che è difficile trovare lo spazio per nuove strade in superficie, però farebbero un grave errore se puntassero su progetti faraonici, quali una galleria da Manno a Ponte Tresa (menzionata nella loro presa di posizione). Tali progetti non sono già finanziabili di per sé, ma nemmeno verranno mai accettati dalla Confederazione, dato che avrebbero l’effetto di far aumentare il traffico complessivo. Non che la Confederazione sia contraria per principio a sostenere, nell’ambito dei Pa, anche progetti stradali, come si è dimostrato con la galleria di Moscia nel Locarnese, ma lo fa a patto che siano inseriti in un quadro coerente il cui obiettivo sia di fare diminuire e non aumentare il traffico individuale motorizzato.

Cosa bisogna fare adesso, secondo Ata?

Per la strada, noi vedremmo favorevolmente una galleria che oltrepassi il nucleo di Agno e un intervento che a Ponte Tresa tolga le auto dalla riva del lago, e naturalmente l’eliminazione dei passaggi a livello. Ma specialmente da subito bisogna puntare con convinzione sul Tram-treno che si realizzerà a breve: vi è ampio margine per aumentarne la frequenza, ora ogni 15 minuti; va mantenuta la linea di collina e si devono potenziare le misure fiancheggiatrici, quali ad esempio l’offerta di P&R alle stazioni. Pure un migliore collegamento con l’Italia è necessario. Non dimentichiamo poi l’obbligo imposto dalla nuova legge federale di creare percorsi ciclabili sicuri per gli spostamenti quotidiani: abbiamo proposto di costruire un tunnel ciclabile, utilizzando il cunicolo di sicurezza della nuova galleria del Tram-treno fra Bioggio e Lugano. Se il programma d’agglomerato di quinta generazione (Pal5), in preparazione, si baserà su tali principi (ce lo auguriamo!), esso otterrà senza problemi il finanziamento dalla Confederazione. E il Ticino non è davvero nelle condizioni di realizzare grandi opere senza il contributo federale.

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