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Lugano, restano nel cassetto le licenze per i taxi A

Alcuni candidati esclusi presentano ricorso al Consiglio di Stato, dopo l'esito del concorso pubblico: le autorizzazioni sono sospese

Particolarmente ambiti sono alcuni stalli, come quello accanto alla stazione Ffs, che concede la Città ai tassisti
(Ti-Press/Archivio)
13 luglio 2023
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Continuano i dissidi sulla gestione del servizio taxi a Lugano. L’ultimo episodio di una serie, che pare non debba finire mai, riguarda i ricorsi presentati al Consiglio di Stato contro l’attribuzione delle autorizzazioni di tipo A. Li hanno inoltrati alcuni partecipanti al concorso pubblico indetto dalla Città di Lugano nel marzo scorso. Nel frattempo, tra i tassisti che hanno ottenuto la licenza, serpeggia malumore, c’è chi protesta e pretende che il Municipio renda operative le autorizzazioni.

Non resta che aspettare

Tuttavia, l’esecutivo cittadino non può far finta che non ci siano state contestazioni formali. Bisognerà attendere che la procedura legale faccia il suo corso, fino all’auspicata crescita in giudicato delle decisioni adottate dal Municipio a inizio giugno, ci spiega Karin Valenzano Rossi, titolare del Dicastero sicurezza e spazi urbani di Lugano. Non c’è un’altra strada percorribile. È impossibile, da parte del Municipio, togliere l’effetto sospensivo e concedere le cinquanta licenze ai candidati prescelti.

Eppure, interpellata da ‘laRegione’, Sybille Plouda Gilardoni, l’avvocata che tutela i diritti di 24 tassisti ai quali è stata assegnata la licenza di tipo A lo scorso 4 di giugno, ha chiesto alla Città di Lugano, tramite una missiva inoltrata nei giorni scorsi, di rendere esecutive le autorizzazioni. Secondo l’avvocata, sarebbe nell’interesse di tutti, in particolare dell’autorità comunale, fare chiarezza al più presto su chi possa beneficiare dell’uso accresciuto dell’area pubblica, usando gli stalli appositamente demarcati.

Il servizio per ora non cambia

Alcuni conducenti di taxi hanno già partecipato al concorso tre volte, sostenendo costi onerosi e altrettante volte hanno ottenuto la licenza. Ora, sono costretti ad attendere ancora. D’altro canto, come detto, non resta che stare in attesa, visto che alcuni ricorsi hanno contestato la decisione del Municipio. Da questo punto di vista, sfuma la speranza della Città di chiudere la questione nel giro di pochi mesi. In questo momento e finché i ricorsi non verranno evasi, non cambia il servizio taxi in città, dove soltanto 11 conducenti hanno la licenza di tipo A.

L’ordinanza risale al 2015

Il concorso pubblico indetto dal Municipio di Lugano qualche mese fa poggia sull’ordinanza municipale risalente al 2015. Un’ordinanza che, tra l’altro, prevede l’abolizione dei tassisti con una licenza di tipo B, ossia quelli chiamati ad attendere le telefonate in centrale e non sulle strade. Sarà dunque rilasciato un solo tipo di autorizzazione, che consentirà la sosta su area pubblica nella forma di un uso accresciuto degli stalli demarcati in giallo, come quelli accanto alla Stazione Ffs di Lugano, quelli lungo via Pretorio e quelli provvisori in piazza Rezzonico. La selezione si è conclusa tra la fine di maggio e l’inizio del giugno scorsi, dopodiché il Municipio ha formalmente deciso a chi attribuire le 50 nuove autorizzazioni che consentono la sosta sul suolo pubblico.

In merito alla gestione dei taxi, a livello cantonale, nel 2015 era stata presentata dall’allora deputato della Lega dei ticinesi Giancarlo Seitz una richiesta sotto forma di mozione che chiede una nuova legge. Dopodiché, era stato avviato un gruppo di lavoro. Alla luce del lungo tempo trascorso, però, il Municipio di Lugano ha preferito non aspettare ancora l’eventuale decisione cantonale ma ha optato per l’organizzazione del concorso pubblicato lo scorso mese di marzo. Nel frattempo, l’ordinanza municipale risalente a otto anni or sono, che venne inizialmente contestata da tre tassisti, che si erano rivolti anche al Tribunale amministrativo cantonale (Tram), è stata validata nella sostanza, a parte un problema riscontrato nella procedura di selezione del precedente concorso. Un problema che aveva peraltro obbligato l’autorità cittadina a ricominciare daccapo.

In prova il primo anno di nomina

Insomma, la questione è ben lungi dall’essere risolta, nonostante l’esecutivo, con il concorso, abbia fornito rassicurazioni in merito a possibili ‘sbavature’ procedurali, in modo da poter finalmente assegnare le autorizzazioni. Il primo anno di nomina viene considerato come periodo di prova. Quando scadrà, l’autorizzazione potrà non essere rinnovata.

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