Luganese

Pitone di Cademario, scatta la denuncia penale contro ignoti

L'ha sporta alla Procura l'Ufficio del veterinario cantonale per maltrattamento di animali. Mistero, per ora, sull'identità del/la proprietario/a

Un esemplare
(Ti-Press)
7 luglio 2023
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Ormai è conosciuto come il pitone di Cademario. Lungo poco più di tre metri, il serpente era in libertà quando il 20 giugno è stato recuperato dai pompieri nel comune luganese. Ora c'è però una denuncia. Una denuncia contro ignoti: l’ha sporta l'Ufficio del veterinario cantonale al Ministero pubblico per maltrattamento di animali in base alla Legge federale sulla protezione degli animali, per la precisione in base all'articolo 26 che punisce “con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria” anche chi, intenzionalmente, “abbandona o lascia andare un animale che teneva in casa o nell’azienda, nell’intento di disfarsene”.

Il giallo dell'autorizzazione

La denuncia è contro ignoti perché sino ad oggi non è stato identificato il proprietario o la proprietaria dell’animale rinvenuto a Cademario. In ogni caso appare piuttosto improbabile che il serpente abbia potuto macinare... chilometri. Altro quesito: il detentore o la detentrice del pitone era in possesso dell'autorizzazione? Stando a nostre verifiche, non risulta che l'Ufficio del veterinario cantonale abbia rilasciato nella zona del ritrovamento autorizzazioni.

Bacciarini: in questi casi è necessaria

Il pitone in questione, spiega il veterinario cantonale Luca Bacciarini, interpellato dalla ‘Regione’, «appartiene alla specie Python morulus, in italiano pitone morulo oppure pitone delle rocce indiano, che in base alla Opan, l’Ordinanza federale sulla protezione degli animali, può essere tenuto unicamente con un’autorizzazione rilasciata dall’Ufficio del veterinario cantonale, autorizzazione necessaria per boidi di grossa taglia che allo stato adulto superano i tre metri di lunghezza», come in questo caso. L'Ordinanza «prescrive inoltre che questa tipologia di animali debba essere tenuta in sicurezza per evitarne la fuga. Il terrario deve essere a prova di fuga e quindi anche robusto visto la forza che animali così grandi possono sviluppare».

L’animale, aggiunge Bacciarini, «è in buone condizioni presso una struttura autorizzata dall’Ufficio del veterinario cantonale».

Resta intanto ignoto il proprietario (o la proprietaria) del serpente. Mistero. Per ora.

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