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Viganello: la ricreazione è finita, forse

Gli occupanti lasciano la ex scuola, mentre il Municipio di Lugano discute i termini di un'eventuale concessione di uno o più luoghi all'autogestione

La ex sede delle Elementari di Viganello
6 luglio 2023
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La questione relativa all’autogestione resterà aperta anche oggi e nei prossimi giorni, dopo la liberazione, martedì sera, degli spazi ‘conquistati’ a Viganello venerdì scorso dal Soa Il Molino. Una questione che resta aperta, così come non viene chiusa la cosiddetta finestra di dialogo avviata con le varie realtà alternative. Fino a quando non si sa. In ogni caso, rappresenta un primo passo positivo il gesto di lasciare le sede delle ex Elementari, da parte degli occupanti. Oggi, il Municipio di Lugano discuterà approfonditamente l’argomento. Difficilmente, però, si giungerà a una conclusione.

Ancora da definire dove e come

Nella riunione a Palazzo Civico, l’esecutivo di Lugano farà le sue valutazioni tecniche su possibili collocazioni e anche sulle opportunità di concederle. Una eventuale destinazione di uno o più luoghi, magari a rotazione, dovrà dare spazio a tutte le realtà alternative esistenti, non solo agli autonomi del Soa Il Molino. L’esecutivo pare non voglia privilegiare nessuno di questi movimenti e vuole capire se c’è un’unità d’intenti tra loro. Peraltro, come si ricorderà, dal Municipio era stata avviata già dall’anno scorso la trattativa con l’associazione che poi a portato a Cornaredo la Tour Vagabonde nei primi mesi di quest’anno, ottenendo un successo riconosciuto da tutti, seppur con qualche dettaglio da sistemare. I grossi nodi da sciogliere, sempre che ci sia la volontà e una maggioranza municipale d’accordo, sono sempre più o meno gli stessi, ossia dove concedere eventuali spazi e con quali modalità.

Qualcuno dovrà metterci la faccia

Queste modalità di convivenza, come si prevede, dal punto di vista dell’autorità si potranno tradurre soltanto in regole da rispettare, anche se almeno in parte già definite nell’ambito della ‘Straordinaria’. Possiamo ipotizzare che le proposte (tutte da verificare), da parte del Municipio, possano sfociare in un’eventuale concessione di uno o più luoghi. Immaginiamo una discussione all’interno delle mura di Palazzo, però su alcune precise condizioni, in base a un accordo da sottoscrivere, che abbia la valenza di un contratto valido per entrambe le parti. In altre parole, magari sotto forma di associazione o in altro modo, qualcuno in rappresentanza delle varie realtà alternative dovrà metterci la faccia e la firma e non si potrà (più) delegare tutto alle decisioni di un’assemblea. Questo aspetto, inevitabilmente, si scontra con la modalità di funzionamento dell’autogestione come è stata portata avanti dal (C)soa il Molino, che ha sempre preso decisioni attraverso il coinvolgimento dell’assemblea.

Ex scuole: edificio non più sicuro

Nella seduta di Consiglio comunale di martedì, Karin Valenzano Rossi, titolare del Dicastero sicurezza di Lugano, ha fornito qualche informazione sommaria sullo scottante tema, annunciando la fine dell’occupazione, anche a causa dei problemi di sicurezza messi in luce dalla perizia statica sull’edificio delle ex Scuole di Viganello. In caso di problemi o infortuni, la responsabilità sarebbe ricaduta sull’autorità comunale: per questa ragione il Municipio nella seduta straordinaria di lunedì ha intimato al Soa Il Molino di lasciare gli spazi entro 24 ore. Raide Bassi (Udc), sempre nella seduta di martedì, aveva chiesto aggiornamenti sulle vicissitudini che hanno riguardato l’occupazione dello stabile. Il suo gruppo considera, infatti, inaccettabile che vi sia stata un’occupazione abusiva di un immobile in un sedime pubblico e che negli ultimi giorni siano trapelate informazioni su una possibile collocazione per l’autogestione (l’ex Hg Commerciale, a Pregassona, ma solo come ipotesi, ndr.).

Perplessità e dubbi

Secondo l’Udc, ha proseguito Bassi, se il Municipio di Lugano «dovesse accettare uno spazio alternativo, rispetto a quella abusiva di Viganello avallerebbe una modalità illegale di agire e ciò rappresenterebbe una grave mancanza di rispetto nei confronti della cittadinanza, che paga le imposte, l’acqua, la luce e il gas e anche l’affitto e chiede autorizzazioni per fare manifestazioni o per organizzare qualsiasi altra attività. Quindi, invitiamo il Municipio a proseguire la via del dialogo ma non cedere a un ricatto di chi occupa illegalmente un sedime e pretende di ottenere uno spazio alternativo gratuitamente». Perplessità e dubbi che sono stati raccolti dall’esecutivo, che dovrà quindi tenerne conto.

Il ‘risvolto’ cantonale

Oggi dovrebbe pure essere formalmente ‘riattivata’ la mozione che venne dapprima presentata da granconsigliere Plr Fabio Schnellmann, che la ritirò, poi venne ripresa dal deputato e municipale di Lugano Tiziano Galeazzi (Udc). Nel frattempo, è stato nominato il deputato Stefano Tonini (Lega dei ticinesi) quale relatore della Commissione sanità e sicurezza sociale che ne discuterà proprio stamattina. Come si ricorderà, la mozione chiede al Consiglio di Stato “linee chiare sulla futura gestione dell’incarto” relativo all’autogestione. In particolare, sollecita il governo a istituire “una task force con dei punti operativi precisi e che cerchi un’alternativa di localizzazione dell’autogestione cantonale, che non sia per forza nel Comune di Lugano”.

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