Luganese

‘Rubava per disperazione’, condannato

A un 39enne, con alle spalle una lunga lista di reati, è stato prescritto un trattamento stazionario per i suo problemi di dipendenza da alcol e droga

(Ti-Press)
25 aprile 2023
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Ha alle spalle oltre dieci anni di furti e altri reati, il 39enne cittadino svizzero processato oggi dalla Corte delle Assise correzionali di Lugano, presieduta dal giudice Siro Quadri. Anche durante questo procedimento le accuse, la maggior parte delle quali è stata riconosciuta dall'uomo, erano molteplici, e la sentenza decisa dalla Corte è di 14 mesi di detenzione da scontare. La pena è stata però subordinata alla misura sostitutiva, costituita da un trattamento stazionario a Villa Argentina (la cui durata è da stabilire), dove il condannato seguirà una terapia per combattere i suoi problemi di dipendenze dall’alcol e dalle sostanze stupefacenti.

‘Ha interessato la giustizia per almeno 33 volte’

L’uomo, difeso dall’avvocato Samuele Scarpelli, ha collezionato negli anni svariate condanne, a partire almeno dal 2010 e ha scontato anche diverse pene detentive, di cui l’ultima di 13 mesi terminata nel maggio 2022. Nel luglio dello stesso anno, ha ricominciato a delinquere, sempre commettendo furti e violazioni di domicilio. A queste accuse, vanno anche aggiunte la violazione alla Legge federale sulle armi, perché in possesso di un coltello a farfalla, e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti, per aver consumato più volte cocaina, mdma e benzodiazepine.

«Ha commesso tanti reati nel tempo – ha detto il giudice Quadri – e la sua predisposizione a delinquere è alta, o almeno era alta. È successo che abbia commesso un furto lo stesso giorno della scarcerazione. È evidente che il meccanismo classico previsto dal codice penale non funziona».

Eseguita una perizia psichiatrica

«Ha usato sempre lo stesso sistema – ha dichiarato la procuratrice pubblica Valentina Tuoni – commettendo furti non di grossa entità, violando domicili e macchine». Data la recidività dell’uomo, un comportamento che Tuoni ha definito senza senso, è stata richiesta ed eseguita una perizia psichiatrica, che ha portato alla luce dei disturbi comportamentali legali all’abuso di alcol e droghe, così come altri disturbi di personalità e un deficit dell’attenzione. In ogni caso, non è stata riconosciuta una scemata responsabilità.

Nella perizia è stato proposto un trattamento a Villa Argentina, terapia che il 39enne ha accettato di seguire, riconoscendo di aver bisogno di aiuto. L’accusa ha richiesto una pena di 14 mesi interamente da scontare, subordinandola al trattamento stazionario nell’istituto, la cui durata verrà stabilita in seguito. Da aggiungere anche una multa di 500 franchi per le contravvenzioni.

‘Problemi di dipendenza da quando aveva 15 anni’

L’avvocato Scarpelli, che da ottobre è anche il curatore amministrativo del condannato, durante la sua arringa ha spiegato che l’uomo non ha avuto una vita semplice, e che i suoi problemi di dipendenza risalgono all’adolescenza. Inoltre, i furti sarebbero stati compiuti per sopravvivere, dato che necessitava di soldi per pagarsi le camere d’albergo dove passava alcune notti, così come cibo, ma anche sostanze stupefacenti. La difesa ha chiesto che i reati fossero considerati di lieve entità e una pena non superiore a 7 mesi sospesi, oltre alla riduzione al minimo della multa, data la situazione finanziaria dell’uomo. Accolto favorevolmente il trattamento stazionario, ma è stato richiesto che la durata di questo fosse al massimo di 18 mesi, rispetto ai tre anni ventilati dalla procuratrice pubblica.

«Chiedo scusa per aver causato paura e fastidio al popolo del cantone – ha dichiarato il 39enne –. Ho sicuramente bisogno di trovare stabilità e non la troverò, se ogni volta vengo scaricato con la carriola dal carcere alla strada, non ho nessuno a cui aggrapparmi».

‘Impossibile la strada del furto di lieve entità’

«Se lo avessimo giudicato solamente per i fatti di oggi – ha detto Quadri durante la lettura della sentenza –, avremmo potuto dire che si trattava di un momento di disperazione e dare retta alla difesa». Il giudice ha riconosciuto la situazione difficile dell’uomo e che nella maggior parte dei casi i furti fossero «dettati dalla disperazione». Non ha potuto, però, considerare i reati come furti di lieve entità poiché il modus operandi dell’uomo prevedeva spesso violazioni di domicilio, a volte anche in presenza di minorenni. «Lei uscirà quando sarà considerato pronto a uscire» ha concluso il giudice, che ha ridotto la multa a 200 franchi.

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