Luganese

Banconote false pagate con soldi veri, condannato

Inflitti 14 mesi a un 21enne ghanese fermato con il denaro contraffatto nei pantaloni. Era diretto in Germania ma le guardie di confine lo hanno fermato

archivio Ti-Press
26 settembre 2019
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Assieme ad altri amici, aveva avuto l’idea di acquistare banconote false pagandole con soldi veri, il 10% del valore di quelle contraffatte. Perciò, si era recato in provincia di Napoli in una stamperia clandestina in odor di Camorra nel frattempo smantellata, dove ne aveva comperate mille, con l’obiettivo di riciclarle in Germania, ottenendo in cambio denaro corrente. Il suo piano si è però scontrato con la realtà. I soldi contraffatti, in tutto 20’000 euro, li nascondeva nei pantaloni ma non è bastato per ingannare le guardie di confine che nel febbraio scorso lo hanno fermato alla stazione Ffs di Chiasso.

Stiamo parlando di un 21enne di nazionalità ghanese che ieri è stato condannato dal Tribunale penale federale di Bellinzona (giudice unico Fiorenza Bergomi) a una pena detentiva di 14 mesi sospesa con la condizionale per due anni. Una pena che ha tenuto conto della carcerazione preventiva che il 21enne ha scontato dal giorno dell’arresto. Difeso dall’avvocato Roy Bay, il giovane africano, riconosciuto colpevole di importazione, acquisto e deposito di monete false, era residente nel napoletano, dove è venuto a conoscenza dell’opportunità di trafficare con soldi falsi, è stato espulso della Svizzera per tre anni.

La banconote false sono state confiscate, erano tutte da 20 euro ed erano particolarmente ben contraffatte. Tanto che il Ministero pubblico della Confederazione che ha ripreso l’incarto dal Ministero pubblico, come detto, sospettava provenissero da una fabbrica clandestina situata in provincia di Napoli che sarebbe stata controllata dalla Camorra. Una stamperia che, prima di essere sigillata dagli inquirenti italiani, era però riuscita a far girare tantissime banconote false della stessa serie, alcune delle quali probabilmente sono ancora in circolazione sia in Svizzera che in Europa. Non è tuttavia stato provato che il giovane avesse legami con la criminalità organizzata né in Italia né in Germania. I soldi contraffatti avrebbero dovuto essere destinati al mercato tedesco.

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