Luganese

Niente 'Iva svizzera' a Campione d'Italia

In attesa dell'entrata dell'enclave nello spazio doganale europeo, l'introduzione di una tassa per evitare distorsioni alla concorrenza è in sospeso

5 settembre 2019
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L'introduzione di una tassa a Campione d'Italia equivalente all'Iva svizzera per evitare distorsioni alla concorrenza è in sospeso: per il momento, scrive oggi il Consiglio federale in risposta ad un quesito di Marco Chiesa (UDC/TI), non sono ancora stati compiuti progressi concreti. Dall'inizio di gennaio 2020, il comune di Campione d'Italia verrà inglobato nello spazio doganale europeo. Nel territorio dell'enclave è prevista l'applicazione dei diritti doganali e delle accise attualmente vigenti in Italia e nell'UE.

È prevista anche, come ricorda il deputato ticinese, l'introduzione da parte dell'Italia di una tassa locale equivalente all'IVA prelevata in Svizzera. Le discussioni bilaterali tra Roma e Berna su questo aspetto, precisa il governo nella sua risposta, non sono finora sfociate su progressi concreti.

La Confederazione mira insomma a fare in modo che il futuro regime fiscale di Campione garantisca pari condizioni di concorrenza a livello regionale: in particolare, tali pari condizioni devono essere garantite mediante l'introduzione di un regime di imposizione indiretta locale, in linea con l'imposta sul valore aggiunto svizzera, da applicare a beni e servizi in ossequio alla direttiva direttiva UE 2019/475, così come mediante l'applicazione dell'accisa italiana.

L'assenza di un regime di imposizione indiretta, "contravverrebbe da un canto a quanto l'Italia ha assicurato alla Svizzera sul piano bilaterale e d'altro canto all'obbligo dell'Italia di trasporre la direttiva UE 2019/475 entro il 31 dicembre 2019". Un simile scenario comporterebbe un maggiore rischio di distorsione del mercato a livello regionale, ammette l'esecutivo. In tali circostanze, il Consiglio federale prenderebbe le misure necessarie per garantire pari condizioni di concorrenza.

Il 21 febbraio scorso, rispondendo a una domanda del consigliere nazionale Marco Romano (PPD/TI), il Consiglio federale aveva sostenuto che il comune di Campione d'Italia non sarebbe diventato una nuova Livigno, ossia una zona extra doganale che gode di vantaggi fiscali e che potrebbe avvantaggiare questa porzione di territorio rispetto alla Svizzera. Per questo Roma stava pensando di introdurre nell'enclave una tassa locale equivalente all'Iva svizzera.

Per quanto attiene all'eventualità che tra Campione e il territorio ticinese venga costruita una dogana "fisica", nella sua risposta l'esecutivo si limitava a spiegare che per "il traffico transfrontaliero di merci si applicano i regimi doganali dell'Ue e della Svizzera: sarà dunque necessaria una dichiarazione doganale".

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