Luganese

Tatuaggi, sulla pelle tutta una storia da leggere

Come è cambiato il modo di concepire la decorazione cutanea divenuta sempre più social e multigenerazionale.

2 settembre 2019
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Non più esclusivo simbolo controcorrente e per certi versi aristocratico (molti i discendenti di sangue blu che li esibiscono), e ad appannaggio di marinai e galeotti, il tatuaggio si è liberato del titolo di ‘decorazione di nicchia’ per invadere corpi e desideri di moltissimi, giovani e non. Un disegno che ti entra nella cute e nel cuore, tanto che si stima che durante un’incisione cutanea la pelle venga punta tra le 50 e le 3’000 volte al minuto.
E se ieri il tatuaggio era soprattutto letto quale simbolo di emancipazione delle giovani generazioni, oggi è una scelta che accomuna adulti e ragazzini: «Dal neodiciottenne al settantenne che si è finalmente fatto coraggio... fino alla nonna – ci dice Marco, tatuatore spagnolo di Ibiza, fra gli espositori della recente Ti-Tatoo Convention tenutasi a Lugano –. Il mondo del tatuaggio è cambiato in tutto il mondo. Svariati gli stili, i generi, i colori, gli strumenti utilizzati, a cui hanno fatto da importante cassa di risonanza calciatori e cantanti. Speriamo in popolarità che continui così...».
Lo sa bene anche Lisa, tatuatrice di Milano: «Oggi il tatuaggio è alla portata di tutti, e molti i ragazzi che prendono esempio dai genitori tatuati». Solo emulazione? «Da una parte sicuramente sì. Ma il desiderio di vedere il proprio corpo tatuato esiste fin dai tempi antichi... sta a noi tatuatori, oltre alla bravura tecnica, indirizzare i clienti verso qualcosa che veramente vogliono, dovendo poi ‘indossarlo’ per sempre. A noi sta capire se è un capriccio passeggero o una convinzione maturata col tempo».

‘Internet ha aperto un mondo’

Certo è che oggi la scelta di segni e disegni è infinita: «Ormai internet ha aperto questo mondo a tutti, e se da una parte è un bene dall’altra finisce per ampliare le richieste un po’ troppo! Quasi sempre, nove su dieci, arrivano con il disegno pronto, con una loro precisa idea di quello che vogliono, ma ogni tatuatore giustamente personalizza poi il suo lavoro». Dal bianco e nero all’arcobaleno: «Il colore ormai va di più in quanto sono cambiati anche i materiali; in passatto i colori non erano così brillanti, più gente oggi si tatua colorata perché rendono meglio, sono più convinti a farlo perché sono più belli da vedere. Resta comunque una questione di gusti». Così le scritte: «Sono più comuni, da quella piccola a quella grande è quanto accomuna tutti i tatuati, tutti hanno una parola, una frase, un nome che bene o male rispetto a un disegno dà la possibilità di esprimere meglio il proprio essere. Resta una scelta da ponderare, per questo chiediamo sempre perché lo si fa, che significato ha, soprattutto a un 18enne».
Spesso, il ‘pericolo’ è infatti dietro l’angolo, pensiamo allo scorrere degli anni: «Tante donne ci pensano, tante altre no. Invece dovrebbero considerare i punti che si ‘lasciano andare’ più di altri; non tutto è possibile, soprattutto arrivati a una certa età,ma ciò vale anche per l’uomo. Quando ti tatui devi essere lungimirante, perché il tatuaggio deve essere bello oggi ma anche fra quindici anni!». Meglio, dunque, non seguire troppo le mode: «Lavoriamo quasi tutto con i social ormai. Non ci chiedono più neppure il book di disegni, se non in convention, ma vanno direttamente a vedere la pagina Instagram». Difficile, quindi, considerata l’infinita offerta e fantasia, una classifica dei disegni più amati? «Ormai si è tutto talmente ampliato... Sicuramente dipende dallo stile scelto: nel realistico vanno tantissimo gli animali, il leone, la tigre, oppure i volti di donne, nel traditional la classica rosa o il teschio». E sul fatto che debbano essere dispari? «Dovrebbero... ma è una buona scusa per poterne fare uno in più!». Pericolo addicted? «Diventarne schiavi? Per quanto mi riguarda, a prescindere dal disegno che ti tatui, la seduta mi fa bene, come se fosse una terapia, ti metti lì, ti concentri, fai un passo in più verso te stesso, come se ti mettessi davanti a un ostacolo che devi, per tua scelta, superare».

'Non più cultura di sottobosco, ma vere e proprie opere d'arte'

Chi ama attestare un ricordo, chi riportare un messaggio, quel momento particolare in cui ciascuno sa con precisione dove si trovava e cosa stava pensando: «Per questo è bello scegliere un ambiente, oltre che professionale, con una buona atmosfera». Emrah è un tatuatore turco: «L’Oriente si sta aprendo sempre di più e anche i tatuaggi hanno guadagnato molto in popolarità; in città come Istanbul e Smirne vi sono fra i migliori studi di tatuaggio, e anno per anno si stanno moltiplicando, artisti di tutti i tipi che prendono elementi occidentali ma anche pattern orientali. Abbiamo ogni tipo di clientela, anche se i più giovani decidiamo di non trattarli in quanto il tatuaggio ha progressi enormi. Se si è troppo giovani le idee cambiano, il corpo cambia...».
Qualche stand più avanti troviamo Tony: «Il tatuaggio non è più una cultura di sottobosco, oggi stiamo parlando, con le nuove tecnologie utilizzate, di vere e proprie opere d’arte. Oggi il cliente vuole che il suo corpo venga abbellito e non deturbato come si faceva fino a qualche tempo fa. Oggi si può dire di aver infranto quello che è stato un tabù, siamo entrati nelle case, nella quotidianità. E un tatuaggio ha anche un costo, quindi non è più il deliquente che in passato si tatuava in carcere o il marinaio che lo faceva durante i suoi viaggi, ma è necessario anche considerare l’aspetto finanziario, la professionalità, l’igiene». Oggi dal tatuatore si va anche con mamma e papà: «Evito però sempre di tatuare minorenni, a meno che abbiamo il consenso di entrambi i genitori. Il tatuaggio è indebile, non lo si leva più. Il consiglio è sempre quello di aspettare. La maggior parte, infatti, con l’andar del tempo si pente, perché in realtà è stato giusto... per farselo. In realtà dietro al tatuaggio dev’esserci coscienza e consapevolezza. Se il ragazzo o la ragazza arriva con un’immagine del rapper o della velina di turno sappiamo già che non è un lavoro da fare perché si vuole fare per emulare qualcuno considerato un idolo in quella fase della vita e che magari, ma direi sicuramente, con il trascorrere del tempo non lo sarà più. Una bolla d’aria che poi scoppierà».
Ogni giorno un disegno, uno stile: «Il gusto resta una cosa soggettiva, è l’esecuzione che fa la differenza. Ogni tatuatore ha la sua subcultura, chiamiamola così. Vedo nel ‘lettering’ una grande frontiera, perché mentre prima le scritte erano più fredde in quanto legate ai font del computer oggi la grafia si fa vero tatuaggio. In ciò credo molto».

Il tatoo del futuro diagnosticherà tre malattie cambiando colore

Un tatuaggio ‘speciale’ in grado di diagnosticare il diabete e altre malattie. Il traguardo quello di alcuni ricercatori tedeschi che hanno elaborato un metodo curioso per tenere sotto controllo la salute: delle tinture per tatuaggio che indicano un peggioramento di alcuni parametri prima ancora che i soggetti ne avvertano i sintomi. In questo modo sarà possibile prevenire in tempo malattie quali il diabete.
Come si può leggere in questi giorni in ‘Forbes’, una delle tinture reagisce al livello di ph nel sangue e cambia dal giallo al blu, indicando se il sangue è più o meno acido: in una situazione ideale, il tatuaggio manterrà un colore verde scuro. Un’altra tintura cambia colore in base al tasso glicemico nel sangue, dal verde chiaro al verde scuro, aiutando a diagnosticare il diabete. La terza tintura, infine, è di colore azzurro e cambia sfumature in base al livello di albumina nel sangue, rivelandosi utile in particolare per chi è a rischio di insufficienza epatica e renale. Attualmente i tatuaggi a scopo medico sono stati testati solo su frammenti di pelle di animali, ma questa nuova scoperta apre ottimistici orizzonti nella prevenzione e nel monitoraggio della salute di ciascuno di noi.

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