Campione, nessuno si candida per fare il sindaco

Alla fine ha vinto il no-voto, ma fino all'ultimo istante l'ha fatta da padrone l'incertezza, anche perché per ore in riva al Ceresio c'è chi ha giocato a rimpiattino. Un gioco terminato alle 12 di sabato, nel momento in cui l'ufficio elettorale del Comune ha calato la saracinesca, sancendo quindi che non c'era più tempo per presentare candidature a sindaco. Non era scontato il fatto che il prossimo 26 maggio non sarebbero andati a votare per le elezioni comunali (lo dovranno per le europee). E sino all'ultimo istante c'è chi ha giocato a rimpiattino: chi ha giocato all'attacco, chi dietro le quinte, ed altri ancora in difesa, per stoppare le prime due probabili liste che sembravano aver messo in atto una tattica per superare le forche caudine previste nel caso di candidatura unica, che prevede un consenso pari al 50% più uno degli aventi diritto al voto. 

L'entrata in campo di una terza lista, guidata dal farmacista del paese, che sulla carta non avrebbe avuto rivali, ha indotto gli altri pretendenti alla poltrona di sindaco a fare un passo indietro. Lo scenario prospettato dalla "lista del farmacista" era quello di dimettersi il giorno dopo essere stata eletta. Sul terreno della democrazia non rappresenta la migliore delle soluzioni, ma non bisogna dimenticare quel da oltre un anno sta succedendo a Campione d'Italia. Il Casinò chiuso da quasi un anno, gli oltre 480 ex dipendenti a spasso, i dipendenti comunali "lavoratori a costo zero" da quattordici mesi e dal futuro (lavorativo) incertissimo, l'enclave ripone le speranze di rinascita al commissario prefettizio Giorgio Zanzi e al commissario speciale per il Casinò Maurizio Bruschi. Lo stanno ripetendo, lo hanno ribadito nella mattinata di sabato, con il presidio davanti al Municipio e con lo striscione #io voto il commissario. A questo punto cosa succede? Sarà prorogato l'incarico al commissario prefettizio all'ex prefetto di Varese. Una decisione che appare scontata.