Luganese

Rissa al 'Blu Martini', tutti in aula (con più calma)

Il processo a 4 protagonisti alle Criminali di Lugano era stato messo In 'stand-by'. Si riprende domani con accusa e difese

Le perquisizioni all'entrata dell'aula
10 aprile 2019
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Torna... in rampa di lancio il processo  a carico di 4 protagonisti della rissa con accoltellamento scoppiata il 21 ottobre 2017 nei pressi dell'entrata del "Blu Martini Club", vicino al Quartiere Maghetti a Lugano. Stamattina il giudice Ermani aveva ordinato lo sgombero temporaneo della sala a causa delle "esternazioni" di una parte del pubblico. Pubblico - molto numeroso - che nel pomeriggio si è ritrovato nei suoi banchi un apparato di polizia più "muscoloso" rispetto a prima. All'entrata è anche stato predisposto un metal detector.

Nella prima parte del dibattimento la Corte delle Assise criminali di Lugano aveva ripercorso le fasi preliminari della spedizione punitiva. Ora l'istruttoria  sta ricostruendo  la preparazione della spedizione punitiva contro il gruppo degli albanesi. Molte le domande del giudice Mauro Ermani sulla pistola che gli imputati si erano procurati a Ponte Chiasso (pistola poi ritrovata nei boschi del Monte Penz, a Chiasso). La fase istruttoria si è quindi focalizzata sulle fasi della rissa: la coltellata ricevuta da uno degli imputati, e quelle inferte da un altro imputato, un 46 enne cubano, nei confronti di due componenti della ''banda degli albanesi'

Ad accendere la faida era il pestaggio subito dal fratello di uno degli imputati, svizzero di origine serba, residente nel Mendrisiotto, ad opera proprio degli albanesi, una settimana prima, per motivi 'passionali', una donna contesa.

I reati cui devono rispondere i 4 imputati (oltre al 24enne svizzero e al 46enne cubano, ci sono un 24enne boliviano e un 26enne cubano, pure loro residenti nel Mendrisiotto) sono tentato omicidio intenzionale; in alternativa atti preparatori punibili di omicidio intenzionale; atti preparatori punibili di lesioni gravi; rissa; lesioni gravi, in alternativa lesioni semplici qualificate; infrazione alla Legge federale sulle armi e sulle munizioni; infrazione e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti; pornografia; rappresentazione di atti di cruda violenza; tentato omicidio intenzionale in alternativa lesioni gravi o lesioni semplici qualificate; ripetuto riciclaggio di denaro.

Per gli stessi fatti, lo scorso agosto, era stato condannato a tre anni e mezzo di carcere e a dieci anni di espulsione dalla Svizzera un 25enne cittadino albanese. Il 486enne cubano, residente in provincia di Como, è stato estradato dall’Italia, dove era stato arrestato il 16 novembre 2017 in seguito mandato di arresto internazionale del Ministero pubblico. Estradizione valida per il solo reato di tentato omicidio, fatto che potrebbe pesare in sede di sentenza. Domattina il processo riprenderà con la requisitoria del procuratore pubblico Moreno Capella e le arringhe dei quattro avvocati difensori. La sentenza è prevista nella giornata di venerdì.

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