Locarnese

Nelle Terre di Pedemonte si gettano le basi del bosco di domani

I cambiamenti climatici e le malattie hanno minato l'esistenza di molte piante; un progetto selvicolturale pionieristico preparerà il terreno alle sfide

(Ti-Press)
11 marzo 2024
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Migliorare il valore ambientale e identitario del bosco della fascia collinare pedemontana per valorizzare i sistemi naturali e la loro biodiversità, mirando a ottenere una miglior funzione protettiva e favorendo alcune specie più resistenti a discapito di altre (alcune delle quali, come il castagno, duramente toccate dalle malattie negli ultimi anni). In modo da assecondare le previsioni dei cambiamenti climatici e avere sul posto già delle specie autoctone pronte a subentrare negli anni a venire.
È questo lo scopo dell'ambizioso progetto selvicolturale per il quale il legislativo di Terre di Pedemonte sarà chiamato a stanziare 985mila franchi per finanziare i lavori sull'arco dei prossimi 15 anni. “Interventi necessari – si legge nel preambolo al messaggio municipale –, dopo che nell'ultimo decennio i boschi di protezione delle Terre di Pedemonte (le zone maggiormente esposte a pericoli naturali risultano essere quelle a monte di Verscio e di Tegna) hanno denotato un forte cambiamento legato essenzialmente alla moria generalizzata del castagno fino a oltre i 700 m di quota sui pendii più secchi esposti a sud. Questo fatto ha generato parecchi problemi di sicurezza a ridosso delle zone residenziali, ma anche lungo tutta la rete dei sentieri ufficiali e non che solcano la montagna e allacciano numerosi monti. Nella zona più bassa e fino a 300 metri dalle aree abitate, anche a seguito di questo problema che tocca il castagno, vi è stata inoltre un'importante diffusione di neofite, alcune già presenti, altre che hanno trovato una facile via di diffusione in assenza di copertura. Gli schianti dei castagni dopo alcuni anni dal disseccamento aprono ferite nel terreno, movimentano sassi e favoriscono l’insediamento di essenze pioniere indesiderate”.

Assicurare protezione con piante più resistenti alle mutazioni del clima

Sempre secondo i contenuti del messaggio municipale, “gli interventi possono essere distinti in cinque tipologie finalizzate a creare un bosco stabile, giovane e strutturato che non rappresenti un pericolo per il paese e sia composto da essenze meglio adatte ad affrontare le sfide dei cambiamenti climatici. Questo obiettivo vuole essere raggiunto intervenendo sia sul bosco giovane e sulle recenti piantagioni, sia sul bosco di prossimità non ancora trattato ma anche sulle piantagioni realizzate oltre 100 anni fa. Complessivamente, il progetto prevede il taglio di poco meno di 2'000 metri cubi di legname che verrebbe in buona parte (ma non completamente) esboscato. La necessità di lasciare poca massa legnosa secca in bosco è dovuta al forte rischio di incendi sul versante secco ed esposto a sud. Oltre al taglio e all’esbosco sono previste delle piantagioni caratterizzate soprattutto da essenze non ancore presenti, ma per le quali è già stato verificato e dimostrato un buon potenziale. Essenze che ben sopportano le condizioni estreme del versante, quali il cerro, l’acero riccio, il carpino, i vari sorbi, il nocciolo di Costantinopoli e il tiglio, potrebbero essere accompagnate puntualmente anche da specie resinose quale il larice, l’abete del Caucaso e il cedro”. Approfittando del cantiere verranno realizzate quattro piazzole con funzione antincendio lungo il sentiero del Sole, a valle della piantagione della Camana a Cavigliano. Per mantenere e aumentare la sicurezza dei sentieri sono infine previsti dei tagli nella valle di Riei e sul sentiero Cavigliano-Ronconaia, per un totale di due chilometri di sentieri”.

Una risposta proattiva

Il progetto, spalmato su un periodo di tre lustri, permetterà al Comune in collaborazione con l'Ufficio forestale, una gestione tempestiva e mirata delle superfici critiche identificate. “L'evoluzione climatica, eventi estremi, diffusione di organismi e piante indesiderate obbligano a essere molto reattivi nell'affrontare le varie sfide che si presentano. Con questo progetto di ampia portata, vi è la possibilità di gestire queste sfide in modo proattivo facendo un lavoro pionieristico per quello che concerne la transizione dell'attuale fascia castanile in una nuova tipologia di bosco, adeguato come detto al clima futuro”.
Per ciò che attiene alle spese, l'ente pubblico potrà beneficiare di contributi cantonali e federali che coprono complessivamente il 76% dei costi d'intervento. L'importo residuo a carico del Comune ammonta a circa 200mila franchi che, diluiti sui 15 anni di durata del progetto, significano un costo annuo di circa 13mila franchi.

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