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Alzheimer, un’emergenza che va (ben) oltre Casa San Carlo

Le riflessioni di Rosanna Camponovo Canetti, fondatrice dell'Alzheimer Caffè di Locarno, dopo il sì al credito per ristrutturare ‘Spazio Sorriso’

Rosanna Camponovo Canetti
4 dicembre 2023
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L’investimento da 1,2 milioni di franchi a Casa San Carlo per la ristrutturazione del reparto Alzheimer (votato dal Consiglio comunale nella sua ultima seduta) come un intervento necessario e urgente, ma anche, oggettivamente, come una goccia nel mare. Perché tanto vasto e variegato è il contesto dell’Alzheimer nel Locarnese – con le persone malate e le loro famiglie giornalmente coinvolte – che l’intervento diretto dell’ente pubblico – 8 posti, forse in futuro uno in più – si rivela una componente sussidiaria.

Pur sottolineando i meriti della Città di Locarno, che investe in casa anziani allo scopo, il concetto è sottolineato da Rosanna Camponovo Canetti, relatrice del rapporto in Gestione sul messaggio per il credito, nonché fondatrice dell’Alzheimer Caffè di Locarno. «Alzheimer Caffè che – rileva – proprio a novembre ha festeggiato i suoi primi 10 anni di attività a Locarno, al Ristorante Vallemaggia, di cui vanno rilevati appoggio, sensibilità e generosità nei nostri confronti».

Il credito, dunque. Il milione e 200mila franchi servirà per rivedere “Spazio Sorriso” a Casa San Carlo; il reparto Alzheimer continuerà a garantire 8 posti come finora, ma con la creazione di 4 camere singole e due doppie su una superficie che risulterà raddoppiata rispetto alla situazione attuale. Questo “per consentire una migliore fruibilità degli spazi per i residenti, che a causa della loro patologia hanno bisogno di spazi ampi privi di ostacoli per muoversi liberamente”, come notava la stessa Camponovo Canetti nel suo rapporto commissionale.

“Il reparto ‘Spazio Sorriso’, dedicato a coloro che soffrono di Alzheimer e di altre forme di demenza, è in funzione dal 2004 e ha dimostrato la sua utilità – aveva detto la relatrice –. Tuttavia, sono emerse diverse criticità, tra cui la mancanza di spazi comuni adeguati alle attività e la limitata possibilità per gli ospiti di usufruire, anche autonomamente, di uno spazio protetto all’esterno. Inoltre, la struttura e il mobilio necessitano di rinnovo, come pure l’infermeria, decentralizzata rispetto al centro delle attività con conseguente difficoltà di sorveglianza in alcuni momenti della giornata. La ristrutturazione mira a risolvere queste problematiche, offrendo un ambiente sereno e migliorando la qualità del servizio”.

Giovani malati in continuo aumento

Esprimendosi in Consiglio comunale, Camponovo Canetti aveva toccato un tasto particolarmente importante: quello riguardante il continuo aumento dei giovani malati di Alzheimer. Lo si percepisce sia negli Alzheimer Caffè al Ristorante Vallemaggia – incontri sempre molto ben frequentati, a conferma di quanto la tematica sia drammaticamente attuale per molte famiglie, anche nel Locarnese – sia nei gruppi di auto-aiuto. «Confermo che i giovani malati sono sempre di più e offrono uno spaccato nuovo sulla malattia – ribadisce Camponovo Canetti alla ‘Regione’ –. Parlo di malati quarantenni o cinquantenni seguiti da genitori ottantenni; di persone affette da demenza nel pieno della vita professionale con il rischio, drammatico ed elevatissimo, di perdere il posto di lavoro e subire gravi perdite economiche».

Un problema, molto importante, è quello relativo alla mancanza di offerte adeguate e specifiche sul territorio: «Centri diurni e notturni sono largamente insufficienti e il personale impiegato non sempre è adeguato – dice la fondatrice dell’Alzheimer Caffè di Locarno –. A questo vanno aggiunti altri problemi come la scarsa comprensione generale del fenomeno e, problema enorme, le conseguenze delle misure di risparmio cantonali, che andranno a toccare anche questo settore e, più in generale, le donne, che hanno in mano il 75% del settore sanitario, ma anche gran parte del volontariato in Ticino».

Pesanti ‘danni’ collaterali

Inoltre, prosegue Camponovo Canetti tornando all’Alzheimer e alle sue conseguenze, «a un certo punto del decorso della malattia le cure a domicilio diventano impossibili e richiedono per forza il ricovero in un istituto. Ma la domanda che bisogna porsi è quale istituto, in particolare se il malato è un “under 65”? I problemi legati all’Alzheimer e alle demenze è vastissimo e purtroppo ancora in gran parte misconosciuto».

Le cifre del resto parlano molto chiaro: si calcola che in Svizzera vivano circa 155mila persone affette da demenza (per il 66%, donne) e che ogni anno si rivelino ulteriori 33mila casi. In Ticino i malati sono oltre 8’000. Nel 2050, con l’invecchiamento della popolazione, i malati raggiungeranno e supereranno in Svizzera quota 315mila. Per saperne qualcosa in più ci sono, appunto, gli Alzheimer Caffè al Vallemaggia. Il 13 dicembre sarà ospite Fra Michele Ravetta, cappellano del Bigorio: presenterà dei testi di Alda Merini sull’amore.

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