Locarnese

Delitto di Aurigeno, la pistola è stata fornita dall'impresario

L'uomo di origini balcaniche ha ammesso di aver venduto al 42enne l'arma con la quale è stato freddato il custode del Centro scolastico

Una pistola di marca Glock
13 settembre 2023
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La pistola usata per uccidere, l'11 maggio scorso, con tre colpi sparati da distanza ravvicinata, il custode del Centro scolastico dei Ronchini di Aurigeno venne fornita al 42enne locarnese oggi in carcere dall'impresario bellinzonese di origini balcaniche noto per essere al centro di diversi raggiri e per lo scandalo dei permessi facili. Lo avrebbe ammesso quest'ultimo nel corso di un recente interrogatorio. Come anticipato dal CdT, tuttavia, lo stesso impresario avrebbe negato di essere a conoscenza delle intenzioni del 42enne sparatore.

L'arma, una pistola della Glock, come si ricorderà, era stata recuperata dopo il delitto; la stessa era stata rubata molti mesi prima in un’abitazione privata del Locarnese. L’autore di quel furto, arrestato alla fine di maggio, soggiornava a Bellinzona guarda caso proprio nell’appartamento dell’impresario al quale consegnò l’arma. Ma non è tutto, perché a far da tramite tra il cittadino di origini balcaniche e il 42enne locarnese, secondo gli inquirenti coordinati dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri, era stata una 33enne, dipendente del negozio di telefonia mobile gestito dall’assassino. Il ruolo preciso della donna, finita in manette alla fine di agosto con l’accusa di complicità in assassinio, rimane tuttavia ancora da chiarire.

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