Locarnese

A Cevio si fa il giro del mondo con Emilio Balli

Una mostra al Museo di Valmaggia per rievocare la figura e le gesta di un curioso e colto ‘globetrotter’ dell'Ottocento

Una delle sale dell’esposizione
(Ti-Press/Samuel Golay)
14 aprile 2023
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Tra l’aprile 2023 e l’ottobre 2024 il Museo di Valmaggia propone un’importante mostra, di portata internazionale, riguardante il Giro del mondo effettuato fra il 1878 e il 1879 da Emilio Balli, originario valmaggese, unico ticinese ad aver compiuto una spedizione di tale portata. Al suo rientro in Ticino, egli si distingue fra i personaggi di prestigio che il Ticino di fine Ottocento/inizi Novecento può vantare. A oltre 140 anni dal viaggio e a quasi 90 anni dalla sua morte, il Museo Valmaggia – con sede a Cevio – gli dedica una mostra, per rievocarne la figura e le gesta.

Per il progetto è stato messo a disposizione l’archivio di Emilio Balli, per anni accuratamente conservato tra le mura domestiche. Preziosa pure la collaborazione della Facoltà di geografia e ambiente dell’Università di Ginevra.

Sul tema una ricerca universitaria

L'Università di Ginevra partecipa alla concezione scientifica della mostra sul giro del mondo di Emilio Balli nell'ambito del programma di ricerca denominato “Faire le monde. Primi giramondo e tour turistici del mondo (1869-1914)”, finanziato dal Fondo nazionale di ricerca svizzero e diretto dal professore Jean-François Staszak.

Questo programma si colloca all'incrocio tra geografia culturale, storia dei viaggi e studi visivi. Come ha spiegato stamane, nel corso della conferenza stampa di presentazione della mostra, lo stesso Staszak, il giro del mondo non riguarda solo i pochi “globetrotter” privilegiati che hanno il tempo e i mezzi per intraprendere questo lungo e costoso viaggio "dal vero": «Tutta una serie di dispositivi testuali, visivi e scenografici permettono a tutti di fare un giro del mondo virtuale, leggendo un diario, sfogliando un album fotografico o visitando una mostra internazionale. In questo modo, il globo e il suo viaggio sono diventati un motivo importante nella cultura popolare. Il programma di ricerca esamina come una nuova pratica turistica, su scala globale, si sia affermata alla fine del XIX secolo e come abbia contribuito alla creazione di un nuovo regime di geografia nel contesto della globalizzazione e della modernità».

Il giro del mondo di Emilio Balli è particolarmente ben documentato, grazie a un ricco archivio di famiglia. Come tale, costituisce uno degli importanti casi di studio di questo programma, che si concentra in particolare sui giramondo svizzeri. All'incontro con i giornalisti era presente il pronipote Alessandro Botteri Balli, che ha raccontato come all'interno della famiglia sia stata tramandata e conservata la documentazione e i souvenir di quell'epico viaggio del bisnonno. «Dalle diverse tappe aveva inviato a Locarno casse con oggetti vari, acquistati per soddisfare la sua curiosità scientifica. Molti di questi vengono oggi messi in mostra per la prima volta. Alcune fotografie, invece, erano state esposte l'anno scorso a Casorella. Il bisnonno, al suo rientro, contribuisce all'apertura del museo civico a Locarno, con altri illustri contemporanei, che poi dirige per 30 anni: un museo che raccoglie materiale archeologico, scientifico, naturalistico ed etnografico». Una collezione che in gran parte è confluita nel Museo cantonale di storia naturale a Lugano e che tornerà nel Locarnese con la nuova sede al Santa Caterina.

Ispirato dal romanzo di Jules Verne

Di origine valmaggese, Emilio Balli nasce a Locarno il 27 aprile 1855. Il padre, Valentino Alessandro Balli, emigra in Olanda, dove si fa una posizione nell’ambito del commercio. Emilio, ultimo di undici figli, frequenta il collegio dei padri barnabiti di Monza per poi proseguire gli studi all’Università di Lovanio, in Belgio. Sin da subito si dimostra persona curiosa e attenta agli aspetti legati all’uomo e alla natura. Ispirato dalla lettura del libro, fresco di stampa (1872), di Jules Verne, “Il Giro del Mondo in 80 giorni”, è attratto dalle inserzioni di un viaggio attorno al mondo per studiosi. Dotato di grande spirito pionieristico, non esita a iscriversi. La sua avventura durerà 472 giorni. Al rientro, arricchito dall’esperienza vissuta, dedicherà la sua vita al Ticino e alla sua gente. Si distinguerà in particolare nei campi dell’archeologia, della numismatica e delle scienze naturali. Risulta fra i padri fondatori della Società ticinese di scienze naturali e sarà quindi precursore del Museo di Locarno, che dirigerà per molti anni. Muore a Locarno il 29 novembre del 1934. È sepolto nel cimitero di Cavergno.

«Il primo giro del mondo – ha spiegato ai rappresentanti dei media Elio Genazzi, presidente del Museo di Valmaggia – è stato compiuto dall'equipaggio di Magellano tra il 1519 e il 1522: ma si tratterà di un viaggio di esplorazione. Solo a partire dagli anni Settanta dell'Ottocento diventa possibile fare un giro del mondo da turista. Si tratta tuttavia ancora di un’avventura complessa e non priva di rischi, ma soprattutto economicamente alla portata di pochi. Di famiglia benestante, Emilio Balli, solo ventitreenne, se lo può permettere. Si tratta di un’esperienza che affronterà con la maturità, la determinazione e la curiosità dello studioso, traendone il massimo profitto. Ne lascia una preziosa traccia tramite un meticoloso diario, redatto tappa dopo tappa, alle lettere scritte ai fratelli, alle innumerevoli fotografie, oltre a un notevole numero di cimeli raccolti, costituiti da collezioni di conchiglie, di erbe e fiori, di animali impagliati, di monete e di oggetti vari frammisti a “souvenir” acquistati nei diversi negozi di curiosità. Dopo oltre 140 anni, il Museo di Valmaggia propone, in un’eccezionale mostra, una ricca selezione di documenti e oggetti di Emilio Balli».

La mostra (informazioni su www.museovalmaggia.ch) aprirà i suoi battenti sabato 22 aprile, con un’inaugurazione che si terrà quel giorni nel giardino della Sede 1 del Museo, a partire dalle 16. Dopo il benvenuto di Elio Genazzi, presidente del Museo di Valmaggia, alle 16.10 si apre l'esposizione con interventi di Jean François Staszak e Raphäel Pieroni, dell’Università di Ginevra, autori della ricerca e co-curatori della mostra; Alessandro Botteri Balli; Larissa Foletta, co-curatrice della mostra. Intermezzi musicali con l'Ensemble di fiati della Filarmonica Valmaggese. Alle 16.45 aperitivo e visita all'esposizione nella sede 2 del museo.

La pubblicazione sul “Giro del mondo di Emilio”, curata dal Dipartimento di geografia e ambiente dell’Università di Ginevra, sarà invece presentata il 7 settembre, alle 20.15, alle Scuole medie di Cevio.

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