Locarnese

Orselina, genitori preoccupati per la clinica psichiatrica

Dura lettera al Municipio sulle derive causate da alcuni degenti alla Santa Croce. La Direzione: 'Più controlli, ma interroghiamoci sui casi sociali'

La struttura psichiatrica di Orselina è l'unica rimasta nel Sopraceneri
12 marzo 2020
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Una lettera al Municipio di Orselina incrina il rapporto di consolidata "pacifica" convivenza fra la popolazione locale e la Clinica Santa Croce, unico istituto psichiatrico rimasto nel Sopraceneri. La missiva è firmata dall'Agisob, il locale gruppo genitori, che denuncia una deriva nei comportamenti di alcuni degli ospiti della clinica.

Si parla di gruppi di giovani dediti al consumo di sostanze stupefacenti in pieno giorno, al parco, sotto gli occhi di bambini piccoli; di occultamento di sostanze stupefacenti in funzione di un non meglio precisato commercio in zona; e poi ancora di un'aggressione avvenuta ai danni di una donna nel comprensorio della clinica, di tentativi di suicidio sventati da genitori che stavano accompagnando i figli a scuola e di "rifiuti vari" lasciati in giro, in prossimità della Scuola dell'infanzia, che sarebbero attribuibili alla poca creanza di qualche degente. "Essendo a conoscenza del nuovo pensiero legato alla psichiatria integrativa che riguarda i pazienti della clinica, siamo comunque spaventati da questi eventi e vorremmo metterci al riparo da queste situazioni nel futuro", scrivono i genitori dell'Agisob. E ancora: "Ci chiediamo se questa linea di condotta generale sia compatibile con la presenza di una Scuola dell'infanzia e di un parco giochi pubblico nelle vicinanze. Questa situazione, come si può immaginare, non favorisce neppure il nuovo arrivo di nuclei familiari e comporta un'organizzazione familiare più complessa per garantire la sicurezza dei propri figli".

La richiesta al Municipio collinare, capeggiato dal sindaco Luca Pohl, e alla direzione della clinica stessa, è di "prendere provvedimenti e tenerci al corrente delle misure adottate, sapendo dell'incontro che avverrà prossimamente fra le parti". Incontri che in realtà si sono già tenuti in due occasioni, l'ultima delle quali proprio lunedì scorso.

Gran parte dei problemi dovuto a 'un caso particolarmente complicato'

Facendo un passo indietro, la direzione sanitaria e quella amministrativa della clinica, sentite dalla "Regione", non nascondono l'esistenza di situazioni problematiche contingenti, ma con Elena Ghislanzoni, responsabile dell'amministrazione, chiariscono che «in linea generale la convivenza fra il nostro istituto e la popolazione locale è sempre stata buona». Sara Fumagalli, direttrice sanitaria, nota che «in effetti negli ultimi tempi qualche problema supplementare è sorto in relazione al ricovero di un caso sociale particolarmente complicato; si tratta di un tentativo riabilitativo non facile di un giovane con una certa "leadership", anche esterna alla clinica. Diciamo che le situazioni meno idonee possono e anzi devono essere messe in relazione all'eccessiva espansività di questa persona, che è entrata in relazione anche con la popolazione locale, fra cui i genitori e le maestre, generando un po' di confusione che comprensibilmente ha causato smarrimento e anche un certo timore».

Fumagalli non vuole colpevolizzare nessuno, ma invita a riflettere sul fatto che «come clinica psichiatrica abbiamo sempre più spesso a che fare anche con casi che propriamente psichiatrici non sono. Si parla di disagio sociale giovanile, espressione di una società in difficoltà, che deve trovare delle risposte adeguate. La domanda è ovviamente se una clinica psichiatrica lo sia, in questo senso. Perché quando determinati profili per così dire "deflagrano", allora tutto diventa più complicato ed è chiaro che certe fasce di popolazione possono preoccuparsi. Comunque, con la dimissione di questo specifico "caso" (dimissione che avviene proprio in questi giorni, ndr.), la situazione tornerà quella che è sempre stata, e cioè tranquilla e comunque genericamente sostenibile». Ghislanzoni non tace poi su «un'aggressione che è effettivamente avvenuta negli anni scorsi sul sedime della clinica nei confronti di una donna». Ma si è trattato «veramente di un caso isolato, in oltre 25 anni di attività».

Quanto alla questione suicidi, «le situazioni critiche esistono, ma sono come sempre valutate e gestite sia attraverso precauzioni cliniche, sia con interventi infrastrutturali di messa in sicurezza di tutta la struttura», sottolinea Ghislanzoni. In merito alle misure di protezione auspicate dai genitori, Ghislanzoni e Fumagalli rilevano che «a seguito delle prime segnalazioni la clinica ha già intensificato i controlli, anche sul sedime pubblico», e rimandano ad un confronto diretto con la popolazione, in una serata informativa sulla psichiatria che dovrebbe essere organizzata nei prossimi mesi.

Il sindaco: 'Proteggere le famiglie, ma anche non marginalizzare'

Luca Pohl, sindaco di Orselina, conferma innanzitutto che «dopo il secondo incontro con i vertici della clinica abbiamo deciso di intensificare i controlli nelle fasce orarie più sensibili con un'agenzia privata, coordinata con la polizia. Confidiamo comunque che in effetti la situazione che ha portato alla lettera sia in gran parte risolta con la dimissione di questo caso molto particolare. Come ente pubblico abbiamo due obiettivi: da una parte c'è il dovere di non marginalizzare i casi difficili, di non ghettizzarli, e dall'altra è necessario proteggere le famiglie e i bambini - verso le cui esigenze siamo sempre molto sensibili - garantendo loro un ambiente consono e protetto, pur senza voler mettere campane di vetro sopra nessuno».

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