Locarnese

Locarno, ecco perché l'aeroporto è risparmiato dalla crisi

Rispetto a Lugano, sulle rive del Verbano l’attività aviatoria e l’offerta di servizi sono differenziate. Così è possibile parare i colpi del mercato

archivio Ti-Press
5 novembre 2019
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La crisi e le infinite discussioni attorno al futuro degli aeroporti regionali ticinesi fanno temere un avvenire poco sereno per il settore dell’aviazione alle nostre latitudini, in generale. Gli indirizzi del governo vanno verso la concessione di aiuti finanziari “una tantum” per quasi dieci milioni di franchi ripartiti in tre milioni al Comune di Riviera – per poter partire con la gestione civile dell’ex aerodromo militare di Lodrino – e sei milioni per la sopravvivenza del gestore di Lugano/Agno. A queste cifre si son subito affiancate quelle dei posti di lavoro e dei movimenti aerei, cioè il parametro che stabilisce l’importanza del singolo aeroporto nel quadro generale. Stranamente poco spazio mediatico è riservato, di questi tempi, all’unico vero e proprio aeroporto “cantonale”. Eppure a Locarno, dalla sinergia tra pubblico e privati, negli ultimi anni sono nati molteplici progetti dalle ricadute interessanti anche dal profilo occupazionale. E altri sono dietro l’angolo.

Alle soglie del 2020 è dunque legittimo chiedersi come e dove si situi Locarno nel contesto nazionale. Domanda che abbiamo girato a Davide Pedrioli, delegato cantonale per l’aviazione nonché direttore dell’aerodromo in questione. «In termini di movimenti aerei annui a Locarno se ne registrano più di quarantamila, il che colloca lo scalo sulle rive del Verbano ben davanti a Lugano/Agno (meno di ventimila), Lodrino e Ambrì (alcune migliaia). Fino a qualche mese fa Lugano si distingueva per i quasi centomila passeggeri di linea. Ora con l’abbandono del volo su Zurigo si può dire che lo scalo sottocenerino “rientri nei ranghi”. Se poi si guardano i posti di lavoro a Locarno da più di trent’anni sono presenti circa duecento collaboratori civili (due terzi) e militari (un terzo), in gran parte qualificati e, a differenza di Lugano, differenziati».
Multifunzionalità

L’Aeroporto cantonale quindi è meglio predisposto a parare il colpo della crisi del settore? «La peculiarità di Locarno è proprio quella di essere un’azienda multifunzionale che non è soggetta ai capricci del mercato o ancor più di una sua singola componente. Si è sviluppato fino ad essere, da vent’anni, il terzo aeroporto svizzero, se non si considerano i grandi scali internazionali, sia come movimenti di volo sia come posti di lavoro».

Gran parte del merito, occorre ammetterlo, spetta però agli attori privati e alla Confederazione. Negli ultimi vent’anni sono stati investiti quasi centocinquanta milioni di franchi. La parte del leone l’ha fatta il Dipartimento della difesa, con le infrastrutture militari completamente rinnovate. Il resto se lo sono caricato sulle spalle i privati, come la Rega, l’Eliticino Sa, l’Aero Locarno Sa. E il Cantone cosa fa? «Nei prossimi anni il Cantone procederà con un contenuto allungamento della pista principale, al rifacimento della via di rullaggio sud, della zona dei parcheggi per gli aerei e all’edificazione della nuova aviorimessa, in sostituzione all’attuale, risalente al 1939. In quest’ottica esemplare è pure la collaborazione con la Confederazione per la realizzazione di una nuova centrale energetica comune a legna ticinese». Molti sforzi sono stati dunque compiuti per assicurare all’aerodromo un futuro e dimostrare, se ancora ve ne fosse bisogno, che esso merita di esistere ed è parte integrante dello sviluppo della regione che lo ospita. Il suo ruolo strategico è confermato anche dalla sua presenza a EspoVerbano. Al Palexpo Fevi di Locarno saranno infatti organizzate tre conferenze tematiche. La prima è in programma domani, giovedì 7 novembre, alle 20.30. Gianpaolo Pellegrini, già assistente di volo della Rega, parlerà del soccorso con eliambulanza in Ticino tra passato, presente e futuro; venerdì 8 novembre, stessa ora, Mario Bazzani, pilota d’elicottero racconterà “L’alba degli elicotteri in Ticino”. Infine sabato 9 novembre, sempre alle 20.30, il pilota Swiss Roberto Battaglioni illustrerà il famoso atterraggio d’emergenza sui ghiacciai del Circolo polare artico che lo vide protagonista ai comandi del volo Swiss LX40 diretto a Los Angeles.

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