Locarnese

In appello il piromane con arsenale in casa (e nemmeno stavolta c'è)

Condannato a 7 anni, pena sospesa in favore di un trattamento stazionario in una struttura chiusa, diede fuoco a uno stabile di Solduno nel marzo del 2017

(Ti-Press)
21 marzo 2019
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All’alba del 2 marzo 2017 a Solduno aveva dato fuoco all’intero stabile nel quale risiedeva. Solo per una combinazione di eventi fu evitata la strage. Quell’incendio portò pure al rinvenimento di un arsenale di armi, alcune delle quali cariche, all’interno della sua abitazione. Il 57enne autore del gesto, condannato a 7 anni (pena sospesa in favore di un trattamento stazionario in una struttura chiusa), avrebbe dovuto essere questa mattina al Pretorio di Locarno per il processo d’appello. Come già accaduto per il processo di primo grado, l'uomo non si è presentato. Ha infatti  inviato una memoria scritta di 17 pagine indirizzata alla Corte, per la quale si è resa necessaria una pausa, al fine di permetterne la lettura all'avvocato difensore.

Per difendersi dalle accuse, l'uomo era anche lo scorso 11 aprile alle Criminali di Lugano, ma per ben due volte (la prima delle quali giustificata da un presunto tentativo di suicidio in carcere) scelse di non presentarsi in aula. Quei 7 anni, perciò, gli furono inflitti in contumacia. L’uomo giustificò il gesto chiamando in causa i condomini per presunte violazioni dei turni di lavanderia e rumori molesti dei vicini (“il ticchettio di un rasoio sul lavabo”, “lo strimpellare al pianoforte della bambina”, “il trapano alle 10 di sera”). Per l’accusa, invece, a farlo agire fu la vendetta scaturita dalla diffida per mora nel pagamento di una pigione. Sullo sfondo, un disturbo paranoide della personalità, grave e con rischio di recidiva.

Oltre ai condomini, il suo folle piano avrebbe incluso anche la coinquilina, con gravi patologie psichiche, un omicidio-suicidio scampato solo per il divampare del fuoco. L’atto d’accusa, nel processo di aprile, fu confermato quasi per intero: tentato assassinio plurimo degli inquilini e della convivente, incendio intenzionale e infrazione alla legge sulle armi (oltre a rappresentazione di atti di cruda violenza e pornografia). 

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