Il ritratto: Reto Eisenhut, vivaista

"Non è vero che anche un incapace può fare il giardiniere. Ci vogliono intelligenza e amore"

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

«Non è vero che anche un incapace può fare il giardiniere. Ci vogliono intelligenza e amore, non è solo questione di due innaffiatine». Perché – spiega Reto Eisenhut, vivaista, 49 anni – «con le piante devi essere ostetrico, medico, guaritore. Non c’è mai una stagione uguale all’altra». Soprattutto se ti specializzi in piante esotiche. Le stesse che dal suo vivaio vanno a colorare e profumare il Parco botanico del Gambarogno: la collezione di magnolie più grande del mondo, accompagnata da una vastissima varietà di camelie e addirittura agrumi. Con la compagna di una vita Daniela, giardiniera («ma ci siamo conosciuti in montagna»), vende in tutto il mondo, al cliente comune come al collezionista. Continuando la tradizione del padre, che 70 anni fa scese dall’Appenzello e da un campo di bestiame fece spuntare questo giardino incantato. Grazie anche «a dipendenti ottimi, che sono il polmone di questo mestiere: e questo ci tengo proprio che lo scriva».