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‘L’attenzione ai dettagli fa la differenza’

Si rinnova a Castelgrande la tradizione con le animazioni dell’associazione La spada nella rocca. ‘Edizione un po’ ridotta, ma sarà comunque una festa’

Il presidente Pedrelli in azione
(Ti-Press)
7 maggio 2024
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A un quarto di secolo dalla prima apparizione all’ombra dei castelli, si rinnova a Bellinzona l’appuntamento con le rappresentazioni medievali proposte dall’associazione La spada nella rocca, realtà nata nel 1999 dall’interesse di un gruppo d’amici – in primis quello del primo presidente Marco Ottini – per il fenomeno delle rievocazioni medievali. Da allora è stata al centro di tantissimi eventi e manifestazioni, non solo a Bellinzona: l’ultimo di grande rilievo è stato l’imponente rievocazione storica della Battaglia di Arbedo andata in scena nel 2022.

Ora, a distanza di 25 anni dalla prima giornata al Castello di Montebello, la tradizione nella Turrita prosegue quest’anno con quattro giornate in programma tra le mura di Castelgrande: sabato 11 maggio, sabato 8 giugno, sabato 20 luglio e domenica 6 ottobre. Le animazioni sono previste dalle 10 alle 17.30, con entrata gratuita. Come al solito non mancheranno i pittoreschi accampamenti con cavalieri, artigiani e chiromanti, la sontuosa corte dell’Imperatore Barbarossa e spettacoli per ogni età. «Sarà ancora una volta un ritorno alle atmosfere, ai profumi, ai sapori e alla quotidianità vissuta a cavallo tra il XII e il XIII secolo», afferma Francesco Pedrelli, alias Cecco Della Chiossa, da più di 10 anni presidente e anima dell’associazione, nonché artefice dell’introduzione dei cavalli nelle animazioni.

Il quadro storico delle rappresentazioni – inserite nella strategia di valorizzazione della Fortezza da parte della Città e dell’Organizzazione turistica regionale – rimane il periodo della seconda metà del XII secolo, quando Bellinzona fu incorporata nel Sacro Romano Impero dall’Imperatore Federico Barbarossa (sottoposta al Comune filo-imperiale di Como), in ragione della sua importanza quale caposaldo fortificato e passaggio obbligato sulla via dei passi alpini, in particolare il passo del Lucomagno. Nell’ambito delle campagne promosse dal Barbarossa contro il Comune di Milano e i suoi alleati, il passaggio personale dell’Imperatore a Bellinzona è attestato già nel 1176. Le animazioni dell’associazione sono dunque l’occasione per conoscere e rivivere il nostro passato, con rappresentazioni di combattimenti e tornei di abilità eseguiti dai cavalieri in sella ai loro cavalli sul prato esterno del castello, la possibilità di osservare la ricostruzione della vita e dell’organizzazione degli accampamenti, le rievocazioni su come ci si vestiva, si mangiava, si costruivano armi e attrezzi del tempo.

‘Sarebbe bello tornare in grande stile’

Nel corso degli anni, il programma de La Spada nella rocca, pensato soprattutto come momento privilegiato di divulgazione storica, ha visto accrescere il carattere di ricostruzione filologica fedele del periodo storico prescelto, sia nei costumi dei figuranti, sia per le attività, le animazioni proposte e gli attrezzi utilizzati. Da sempre dimostratesi apprezzate e frequentate (e in grado di attirare anche una bella mole di turisti), «le rappresentazioni ripongono infatti gran parte del loro successo nella puntigliosa attenzione ai dettagli. Vincente si è inoltre sempre dimostrata la scelta di un programma capace di attirare le famiglie, grazie a giochi e attività specifiche. Tuttavia – continua Pedrelli –, rispetto alle grandi edizioni viste nel periodo di Pentecoste negli anni precedenti alla pandemia, quest’anno saremo a Bellinzona con un’edizione un po’ ‘soft’, spalmata su più giornate tra maggio e ottobre». I figuranti, prosegue Pedrelli, non saranno fino a 300 come nelle edizioni d’oro, ma una sessantina. «Ma sarà comunque una bella festa. Tra le attività particolari di sabato 11 maggio, ci sono gli spettacoli per bambini e con i cavalli, la dimostrazione di combattenti medievali e con la spada». Pedrelli non nega il desiderio di tornare in futuro a organizzare la manifestazione in grande stile, come ai vecchi tempi, al Castello di Montebello. Per farlo, indica il presidente, servirebbe però un supporto maggiore da parte della Città per quanto riguarda le spese per la logistica e la sicurezza, in modo da permettere all’associazione di concentrarsi maggiormente sull’animazione in sé. Sempre aperta a nuovi interessati che volessero avvicinarsi alla sua realtà, La spada nella rocca è guidata da un comitato di sette persone e conta una cinquantina di soci attivi. È suddivisa in gruppi specifici (cavalieri, spadaccini, corte imperiale, popolo, arcieri e armigeri) e, soprattutto per gli eventi più grandi – come è stato il caso della rappresentazione a Mesocco dell’anno scorso, con circa 300 figuranti e la messa in scena dell’inquisizione a una strega – fa capo anche a gruppi provenienti dall’Italia.

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