Bellinzonese

Permessi falsi: fattura milionaria per gli oneri sociali

Respinto dal Tribunale federale il ricorso del ‘re dei ponteggi’ che da due anni attende di essere processato

(Ti-Press)
16 febbraio 2024
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Scandalo dei permessi falsi: a inizio inchiesta, nel 2017, il principale accusato, un kosovaro 49enne domiciliato nel Bellinzonese titolare di diverse società in Ticino e Oltralpe, era stato soprannominato ‘re dei ponteggi’ e ‘reclutatore di operai’. Dopo 11 mesi di detenzione preventiva e dopo le prime condanne inflitte agli imputati minori, a sette ani di distanza non si sa che fine abbia fatto al Tribunale penale cantonale l’atto d’accusa firmato nel dicembre 2021 dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis. Che ha derubricato più ipotesi di reato e ridotto da 15,6 a 1,16 milioni l’importo presumibilmente malversato e inizialmente calcolato dall’ex procuratore pubblico Antonio Perugini. Oggi si sa solo che il Tribunale federale ha respinto nei giorni scorsi il ricorso dei suoi difensori (avvocati Marilisa Scilanga e Edy Meli) contro la decisione della Cassa cantonale di compensazione di affibbiargli contributi paritetici non pagati pari a 1,72 milioni nell’ambito dell’attività svolta dal 2011 al 2016 (fino al fallimento) dalla sua società M+M Ponteggi Sagl di Camorino attiva nel campo edile.

Verifiche ‘valide, accurate e minuziose’

Nella sentenza del Tf, che conferma quella emessa nel 2022 dal Tribunale cantonale delle assicurazioni, si parla di “pagamento in nero di diversi operai” tramite “salari versati in contanti”. E sono ritenute “valide, accurate e minuziose” le verifiche effettuate “con metodo scientifico” sul dossier penale aggiornato a disposizione, sulla documentazione e contabilità dell'Ufficio per la sorveglianza del mercato del lavoro, su quella della Commissione paritetica del ramo ponteggi, su quella dell'Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni e su quella delle Casse di compensazione Avs. Inoltre viene confermata la decisione, poggiante sulla giurisprudenza in materia, di non voler attendere l’esito penale per dirimere la vertenza relativa agli oneri sociali: “Le scelte di strategia in ambito penale non devono servire a paralizzare anche la procedura nell'ambito delle assicurazioni sociali”. Infine il Tf, accollandogli spese giudiziarie per ben 18mila franchi, evidenzia che “il ricorrente non fornisce alcun indizio idoneo a discolparlo” dall’accusa di aver agito intenzionalmente o, perlomeno, per negligenza grave.

L'atto d'accusa

Dal profilo penale, ricordiamo, la pp Canonica Alexakis ha derubricato l’ipotesi di reato di amministrazione infedele aggravata in bancarotta fraudolenta. Inoltre nell’atto d’accusa non figurano più i reati di tratta di esseri umani (l’ingaggio di una trentina di stranieri tramite la Aliu Big Team Sagl di Bellinzona), né la falsità in certificati (capitolo permessi di soggiorno ottenuti dalla Aliu Big Team corrompendo un funzionario cantonale), il tutto derubricato in infrazione alla Legge federale sugli stranieri restando unicamente l’accusa di ripetuta incitazione all’entrata, alla partenza o al soggiorno illegale di persone. Quasi del tutto sparita anche l’usura, dal momento che le presunte vittime sono passate da una ventina a una soltanto.

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