Bellinzonese

Fungicida nella falda a Gudo: ‘Stiamo chiarendo le cause’

Valori di Clorotalonil oltre i limiti hanno imposto lo stop al pozzo di captazione. Suà (Amb): ‘Reazione immediata, intanto l’acqua arriva da Cugnasco’

(Ti-Press)
5 febbraio 2024
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Da prima di Natale è fermo il pozzo di captazione che approvvigiona di acqua potabile la maggior parte degli abitanti di Gudo. «Nell'ambito di ordinari controlli della falda, abbiamo riscontrato una presenza di Clorotalonil leggermente oltre i limiti consentiti, e si è quindi subito proceduto a mettere fuori servizio il pozzo e ad avviare le indagini del caso, che sono attualmente ancora in corso», spiega il direttore dell'Azienda multiservizi di Bellinzona Mauro Suà. «Tengo a precisare che dal momento in cui si è presentato il problema, l'acqua distribuita alla popolazione è sempre stata perfettamente potabile avendo immediatamente fermato il pozzo e attivato il collegamento d'emergenza con l’acquedotto del confinante comune di Cugnasco-Gerra».

Subito avviate le verifiche

Negli scorsi anni riscontrato anche in diversi pozzi del Mendrisiotto, il Clorotalonil è un principio attivo contro le infestazioni fungine utilizzato in agricoltura (principalmente nei cereali, negli ortaggi e nelle colture viticole) fino a inizio 2020: da allora, su decisione dell'Ufficio federale dell'agricoltura (Ufag), tutti i prodotti fitosanitari contenenti il principio sono vietati. La revoca dell'autorizzazione era stata decisa nell'ambito di un programma di riesame dei prodotti in circolazione avviato nel 2010. Secondo l'Ufag, non è possibile escludere che alcuni prodotti di degradazione di questo fungicida – ampiamente usato in Svizzera specialmente nelle colture dell'Altopiano, ma anche in varie parti del Ticino – abbiano un effetto negativo a lungo termine sulla salute. In parole povere, è considerato cancerogeno.

Tornando a Gudo, e in particolare alla zona di captazione che si trova nei pressi di aree agricole coltivate anche a vite, Mauro Suà indica che fino allo scorso dicembre «durante i regolari controlli non avevamo mai rilevato valori anomali. Ora, in collaborazione e in accordo con il Laboratorio cantonale, stiamo facendo delle verifiche per risalire alle cause, che devono essere chiarite prima di poter rimettere in funzione il pozzo, e nel caso agire di conseguenza. Nell'ambito di queste analisi abbiamo contattato anche gli agricoltori e i viticoltori della zona». Nel frattempo i valori «stanno lentamente tornando nella norma». L'indagine mira a capire se il prodotto vietato ormai da quattro anni sia stato utilizzato in tempi recenti, violando così le disposizioni federali; oppure se il Clorotalonil utilizzato in passato abbia impiegato anni a raggiungere l'acqua di falda, innescando solo adesso l'allarme. In questo secondo caso, non è da escludere che la sua presenza nel pozzo possa ripetersi in futuro.

Il precedente del diserbante

Il tema è finito al centro di un'interpellanza al Municipio di Bellinzona da parte del consigliere comunale leghista Manuel Donati. Oltre a chiedere i motivi dell'interruzione dell'esercizio del pozzo, Donati domanda all'esecutivo come mai la popolazione non sia stata avvisata. Ma soprattutto chiede se il problema sia legato “a prodotti chimici usati nel vigneto ubicato in zona di protezione della falda acquifera”, riportando la vicenda che ha tenuto banco una decina di anni fa, ovvero l'utilizzo di un diserbante avente come principio attivo il glifosato da parte di un'azienda viticola ubicata nei pressi del pozzo. A seguito di un'interpellanza, nel 2016 l'allora Municipio di Gudo aveva commissionato un'analisi per stabilire eventuali conseguenze alla falda generate dall'utilizzo di tale diserbante, alla fine risultato consentito dalle normative federali nei terreni agricoli S2 (com’è il caso della tenuta in questione), mentre le verifiche non ne avevano rilevato traccia nelle acque. Alla fine il Municipio aveva firmato un decreto d'abbandono per il titolare dell'azienda viticola, il quale aveva tuttavia ammesso l'esagerato utilizzo del diserbante, attribuendo però la responsabilità a un suo dipendente.

Procedere per vie legali?

Donati vuole vederci chiaro e chiede all'esecutivo cittadino come vengono verificate le corrette disposizioni per le zone di protezione S2 nella zona di captazione: “In caso venissero riscontrate irregolarità da parte di privati, è intenzione del Municipio procedere per vie legali?”. Da ultimo chiede fino a quando sarà sostenibile questa situazione, anche in vista della stagione calda e secca, quando lo stesso comune di Cugnasco-Gerra avrà maggiore necessità di soddisfare il proprio fabbisogno.

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