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Spab, da settant’anni a favore degli animali

Una società che è cresciuta molto, con 12’500 soci, tanti progetti e sfide per il futuro. Era partita con 50 interventi all’anno, ora sono più di mille

In sintesi:
  • Tra i progetti futuri vi è anche la creazione di un centro di competenza cantonale
  • Intervista al presidente Emanuele Besomi
Il recupero di un cane negli anni Settanta. Nel riquadro un intervento odierno
19 febbraio 2024
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Quest’anno la Società protezione animali di Bellinzona (Spab) festeggia il traguardo dei settant’anni di età. Un sodalizio longevo, cresciuto in maniera importante negli anni, sia per quanto riguarda il numero di soci (si era partiti con una settantina di persone e oggi sono ben 12’500), sia per quanto riguarda gli interventi: dai cinquanta annui ai più di mille odierni. Chiediamo a Emanuele Besomi un bilancio del sodalizio da lui presieduto: «La società è in buona salute. Il mio più grande dubbio dopo la nomina come presidente avvenuta dieci anni fa era capire se i soci, senza la figura carismatica di mio papà Armando, avrebbero continuato a sostenere la società. E con soddisfazione oggi posso dire che le cifre confermano l’attaccamento delle persone alla Spab». Emanuele ha continuato a portare avanti la società seguendo la linea tracciata da suo padre e inserendo anche una parte innovativa: oltre ad aver promosso negli anni opere di ristrutturazione e ammodernamento, ora la società è anche presente sui social, promuovendo l’affidamento degli animali tramite i canali utilizzati oggi. Una strategia che funziona: «Infatti al gattile abbiamo soltanto sei gatti che cercano casa e l’ultimo che siamo riusciti a dare in affidamento aveva ben 14 anni». La società ha saputo evolvere nel tempo, rimanere al passo e avere sempre una visione futura in grado di prepararsi ai cambiamenti. E negli anni ha saputo ammodernarsi: nel 2015 è stato ristrutturato il parco gatti, è stato aggiornato il parco veicoli e nel 2022 è avvenuto il rinnovo del rifugio di Gorduno-Gnosca. Oltre a ciò, l’anno scorso è stato costituito un gruppo di lavoro che ha recentemente concluso il suo lavoro di ricerca e raccolta dati e presentato un rapporto al Consiglio di Stato, il quale dovrà ora analizzare e valutare le proposte presentate. In pratica è stata fatta una radiografia delle Protezioni animali ticinesi gettando uno sguardo anche agli altri cantoni, in modo da poter prendere spunto e semmai migliorare anche alcuni aspetti. «Tra le proposte formulate vi è quella di un maggior coinvolgimento dei Comuni, sotto vari aspetti», fa presente Besomi.

Uno sguardo al futuro

Tra i progetti futuri della Spab vi è anche la creazione di un centro di competenza cantonale per gli animali, dove raggruppare veterinari, formazioni e altri servizi. La nuova struttura autoportante dovrebbe sorgere a Gorduno e verrebbe costruita sopra il rifugio attuale. Il costo stimato è di circa 2 milioni di franchi e la realizzazione dovrebbe poter avvenire nel 2026-27. «Siamo ancora in fase di pianificazione: stiamo cercando di identificare precisamente chi sono tutti i portatori di interesse per poter fare in modo di costruire gli spazi già in funzione delle loro necessità», rileva Besomi. Un centro che dovrà autofinanziarsi: «I soldi della Società devono continuare ad andare a favore degli animali e non a coprire eventuali debiti», precisa.

Il maltrattamento oggi è psicologico

Cos’è cambiato negli anni nel rapporto uomo-animale? Poniamo la domanda a Emanuele Besomi: «Sicuramente la sensibilità della popolazione nei confronti degli animali. Sempre più difficilmente osserviamo situazioni di maltrattamento di animali intenzionale. Non si vedono più cani legati con una catena all’esterno al freddo». Non vuol dire però che non vi siano altre forme di maltrattamento, magari anche invisibili e più subdole: «Mi riferisco al maltrattamento psicologico: ci sono casi di cani obesi che vivono in casa e stanno da soli tutto il giorno».

Le cento tarantole e il pitone nel gabinetto

Sono migliaia gli interventi che ricorda Besomi, gli chiediamo di raccontarci quelli più curiosi. «Sicuramente quello di vent’anni fa, quando ci siamo dovuti occupare del trasporto di un centinaio di tarantole da Lugano alla Svizzera interna. C’era una signora che le allevava in casa, ma quando gli inquilini del palazzo se ne sono accorti, l’amministrazione le ha intimato lo sfratto». La signora aveva bisogno di qualcuno che l’aiutasse a trasportare gli animali nella sua nuova abitazione oltre Gottardo, ma non avendo trovato una ditta di traslochi disposta a occuparsene, si era rivolta alla Spab.

«Indimenticabile anche quando il 24 dicembre di una decina di anni fa abbiamo dovuto estrarre un pitone da un gabinetto», racconta. «Una signora mi aveva telefonato dicendomi che le era scappato il pitone. Pensavo fosse uno scherzo e invece era tutto vero. Così, quel pomeriggio, con una ditta specializzata in canalizzazioni abbiamo dovuto smontare il gabinetto ed entrare con la telecamera per identificare dove fosse il serpente. La cosa più bella è stata il dover andare a suonare alla porta del vicino di casa e dirgli che dovevamo smontargli il gabinetto perché sotto la sua tazza c’era un pitone», racconta Besomi divertito.

Un’avventura iniziata nel 1954…

Il 16 settembre 1954, al ristorante Croce Federale, venne fondata la Società protezione animali di Bellinzona. I primi soccorsi effettuati furono dedicati agli animali da reddito, poi la Spab iniziò a occuparsi di quelli da compagnia. All’inizio degli anni Settanta vi fu un’ulteriore svolta per la Spab che decise di occuparsi anche degli animali selvatici in difficoltà. Iniziarono quindi le collaborazioni con il Wwf, con uffici cantonali, come quelli di veterinaria e della caccia. Negli anni Settanta il comitato riuscì a coinvolgere la Città al fine di ottenere spazi sufficientemente ampi per portare avanti il suo impegno. La prima ubicazione per il rifugio fu una stalla in zona Alla Benedetta, vicino al quartiere di Pratocarasso. Siccome l’impegno aumentava di giorno in giorno, sempre sul finire degli anni Settanta, la Spab venne a sapere della prevista demolizione dello stand militare di Gorduno-Gnosca. Ritenuta la struttura idonea a ospitare gli animali, nel 1983 la Città la consegnò alla Spab che negli anni l’ha ampliata con strutture annesse e ristrutturata recentemente.

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