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I nodi vengono al pettine nel gruppo Lega/Udc di Bellinzona

Rossi critica il municipale: ‘Servo muto di Plr e Ps’. Minotti replica: ‘Eletto perché lavoro e non polemizzo’. Gobbi: ‘Ma dovrà informarci meglio’

Mauro Minotti e Tuto Rossi
(Ti-Press)
18 gennaio 2024
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Volano gli stracci nel gruppo Lega/Udc di Bellinzona in vista delle elezioni comunali del 14 aprile. Tema del contendere, il posto occupato in Municipio da Mauro Minotti, in carica dal 2017 con l’avvento dell’aggregazione. In teoria gli sforzi della lista comune che verrà presentata a giorni dovrebbero convergere verso la conferma del seggio. Operazione però messa a rischio dalla partenza dell’ex sindaco Brenno Martignoni Polti che in autunno di punto in bianco ha abbandonato la sezione democentrista – da lui stesso presieduta durante l’ultimo anno – per rivitalizzare il suo Noce dove sono confluiti anche altri democentristi. Noce col quale affronterà dunque l’imminente campagna elettorale.

Alle ultime Comunali del 2021 Minotti aveva superato i compagni di lista Martignoni Polti di circa 600 voti personali e Tuto Rossi (Udc) di circa mille. Ora quest’ultimo (68 anni, consigliere comunale e granconsigliere) su Facebook, facendo i nomi di Minotti e Giorgio Soldini (Centro), ha pubblicato un post additando i politici che a suo dire stentano a favorire un ricambio generazionale presidiando a oltranza cariche e funzioni: “Chi la politica la fa pro saccoccia, chi come hobby da pensionato, chi per tutt’e due le cose”. E ancora: “La Lega di Bellinzona accusa non a torto il suo municipale di avere fatto il servo muto Plr-Ps per otto anni e di non aver mai dato né un’informazione né tantomeno un franco al partito”.

‘Mai stato barricadiero’

In ottica ricandidatura, la Lega ne ha recentemente discusso col proprio municipale. Obiettivo, raggiungere un accordo non solo sul modus operandi (vedi rapporti col gruppo in Cc) ma anche in termini finanziari, più o meno in linea con quanto succede nelle varie sezioni politiche che ricevono dagli eletti contributi utili a finanziare attività e campagne elettorali. Quanto alla critica di fondo secondo cui Mauro Minotti sarebbe troppo morbido o accondiscendente con la maggioranza Plr/Ps, interpellato dalla ‘Regione’ il diretto interessato difende la propria posizione. E spiega e ribadisce che «il mio profilo personale e politico è noto a tutti: da leghista non sono mai stato barricadiero. Prediligo semmai un modus operandi più orientato a fare che a polemizzare e contestare. Peraltro la mia indole di amministratore impegnato a far maturare i progetti è sempre stata premiata nell’urna, avendo conseguito dal 2008 a oggi sempre il miglior risultato di lista».

‘Cercare il consenso, non lo scontro’

Certo, aggiunge Minotti, «per due legislature, prima di entrare a far parte dell’esecutivo, sono stato consigliere comunale e in quella veste ho sempre portato la mia visione, e la visione del gruppo, critica su temi puntuali. Ma sempre con rispetto, senza mai alzare i toni ed evitando contrapposizioni a oltranza». Inoltre, al di fuori della politica, da una ventina d’anni presiede il Patriziato di Carasso «e in tale veste ho imparato che la discussione dev’essere costruttiva e orientata alla ricerca del consenso e delle soluzioni. Idem nell’esecutivo della città, dove in più occasioni il mio contributo ha fatto cambiare opinione ai colleghi municipali. In definitiva c’è una maggioranza con cui si discute e si valuta, ma poi bisogna arrivarne a una e seguire una linea comune che realizzi, fra le altre cose, anche quanto deciso dal Consiglio comunale».

‘Sia più utile alla causa della sezione’

Un municipale di minoranza – replica il coordinatore della Lega di Bellinzona, Sacha Gobbi, capogruppo in Consiglio comunale – al quale «non chiediamo di essere barricadiero. Tuttavia dovrebbe essere un po’ più ‘utile’ alla causa della sezione e del movimento ai quali appartiene. In generale profilarsi politicamente con maggiore efficacia. Nonché meglio interfacciarsi col nostro gruppo in Cc assicurandogli una tempestiva e completa informazione su quanto matura e viene stabilito dall’esecutivo. Il municipale faccia il municipale, ma non sia un corpo estraneo alla sezione». Troppe volte, annota Gobbi, «ci siamo sentiti spiazzati dal vuoto comunicativo subìto, di fronte a consiglieri e capigruppo degli altri partiti sempre adeguatamente informati dai rispettivi municipali. Non parlo di gossip politico ma di questioni strategiche. Le quali vengono poi analizzate dalle varie commissioni dove maturano le opinioni che in definitiva indirizzano il voto del legislativo. Arrivare in quelle sedi, peraltro attualmente da noi presiedute, e ritrovarci all’oscuro di tutto non può più essere accettato. Perciò abbiamo posto una condizione: nell’ultima parte di legislatura e durante il prossimo quadriennio, sempre che venga rieletto, Mauro Minotti dovrà cambiare registro tenendo meglio presenti le nostre esigenze e anche la linea politica che ci contraddistingue sul piano locale e cantonale lavorando per il bene della Città».

‘Più riservatezza e meno social’

Infine, quanto all’eventualità di non più schierarlo in vista del 14 aprile, conclude Gobbi, «la strategia mira a confermare il seggio in Municipio. E considerando la partenza di Martignoni Polti, dobbiamo poter andare sul sicuro. L’obiettivo è confermarci come terza area politica davanti al Centro. E in quest’ottica Mauro Minotti rappresenta per noi una garanzia, cui chiediamo però maggiore reattività e collaborazione». Su questo punto tuttavia il municipale mette i puntini sulle ‘i’ e specifica che agli incontri col gruppo in Consiglio comunale «sarebbe auspicabile presenziare in numero sufficiente e con lo spirito giusto. Temi sensibili richiedono ad esempio riservatezza e non vanno sbandierati sui social. Se non ho questa garanzia, diventa davvero difficile».

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