Bellinzonese

No a più ferie e all’aiuto mensile per premi di cassa malati

A Bellinzona fanno breccia solo in parte le 14 mozioni Mps a favore dei 1’300 dipendenti: Municipio contrario, commissione favorevole in quattro casi

(Ti-Press)
4 dicembre 2023
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Quattro su 14 potrebbero – o ‘rischiano di’, a dipendenza di come si veda la situazione – venire accolte dal Consiglio comunale. Parliamo delle mozioni che il Movimento per il socialismo (Mps) ha presentato l'anno scorso suggerendo miglioramenti delle condizioni lavorative nel Regolamento organico dei 1’300 dipendenti della Città di Bellinzona. Contrario su tutta la linea il Municipio. Aperta a talune modifiche la Commissione della legislazione, mentre la Gestione ha rispedito all'Esecutivo la richiesta di esprimersi sull'impatto finanziario prevedibile. Delle quattro mozioni preavvisate favorevolmente dalla Legislazione, tre lo sono all’unanimità e una a maggioranza. Per le altre dieci vi è sempre un rapporto di maggioranza Plr, Centro e Lega/Udc (tranne in un caso) e uno minoranza favorevole (Unità di sinistra e Verdi/Mps/Fa).

‘Già meglio di Cantone e altre città’

Nelle sue premesse il Municipio ritiene che il Rod, discusso e votato dal Cc nel 2018, “sia uno strumento moderno in grado di garantire prestazioni buone se non ottime. Inopportuno quindi apportare modifiche puntuali qui e là che non tengono conto del contesto generale e del Rod nel suo complesso”. Della stessa opinione la maggioranza commissionale: a suo dire il Rod assicura prestazioni “particolarmente favorevoli per diritti e prestazioni a quelle del Cantone e di altre città ticinesi”. Inoltre talune proposte, se accolte, “comporterebbero conseguenze particolarmente onerose per il Comune”. La minoranza commissionale invita invece a rendere più attrattivo l’impiego affinché la città possa contare sulle migliori possibilità di selezione del personale; a migliorare i salari minimi d’entrata e i benefit così da incentivare giovani qualificati a preferire questo ambito professionale; a garantire condizioni che premiano la longevità di servizio così da mantenere le conoscenze accumulate; a migliorare ulteriormente la qualità del servizio offerto grazie a personale più soddisfatto; e garantire che l’ente pubblico funga da buon esempio sul mercato del lavoro affinché anche l’economia alzi lo standard.

Nel dettaglio. Mozione 45: in caso di assunzioni per incarico prevedere già dopo due anni, anziché tre, la nomina di collaboratori senza requisiti col bando di concorso che abbiano compensato tale lacuna con l’esperienza. Secondo il Municipio e la maggioranza commissionale i tre anni sono un periodo già breve; non secondo la minoranza, ritenendo che due siano sufficienti. Mozione 46: eliminare la classe salariale inferiore d’avviamento e prevederne solo due, ossia di prestazione normale e di classe superiore. Il no municipale poggia sul timore dell’impatto economico e sul fatto che l’attuale ripartizione “consente di modulare in maniera adeguata l’attribuzione salariale in considerazione del grado di maturità, delle competenze maturate e della prestazione fornita”. Classificazione che la commissione ritiene invece laboriosa e soggettiva da applicare “in assenza di requisiti e direttive”. Semplificando il tutto, inoltre, si eviterebbero disparità e rivalità interne”.

Salario minimo

Mozione 47: abrogare le prime cinque classe salariali e partire dalla 8 per chi è in possesso di un certificato Afc. Il Municipio parlando di “esempio virtuoso” ricorda che Bellinzona ha fissato a 48mila franchi annui per 12 mensilità il salario minimo (40’000 il Cantone e 41mila Lugano); inoltre l’aggravio di alcuni milioni peggiorerebbe ulteriormente dovendo ricollocare più in alto nella scala salariale quei dipendenti che subirebbero una sovrapposizione. Dello stesso parere la maggioranza commissionale, mentre la minoranza ritiene insufficiente il salario minimo mensile di 4’000 franchi, “che situandosi al di sotto del minimo vitale scarica sulla collettività il finanziamento delle prestazioni sociali”.

La mozione 48 chiede che al momento dell’assunzione lo stipendio corrisponda al minimo della classe inferiore ‘prevista per la rispettiva funzione’ e non più ‘di quelle previste’. La commissione tutta invita il Municipio, contrario, ad allestire un compendio esplicativo per ciascuna funzione descrivendone il mansionario. Mozione 49: aumentare a due i colloqui consecutivi di valutazione, con esito insufficiente, per poter negare l’aumento salariale. Secondo il Municipio e la maggioranza così facendo si finirebbe per diluire su due anni l’effetto deliberato d’indurre il collaboratore a impegnarsi subito per recuperare le carenze; per contro la minoranza, auspicando l'adozione di una nuova ordinanza sulla gestione dei colloqui di valutazione, ritiene che chiunque possa attraversare delle difficoltà tali da condizionare il rendimento.

La mozione 50 chiede di anticipare dagli attuali 15 a 10 anni di servizio il diritto del congedo pagato di anzianità: no del Municipio e della minoranza Plr e Centro perché la misura costerebbe 1,3 milioni annui e il Cantone e altri Comuni la prevedono dopo 20 anni. Gli altri invitano invece il Cc a votare ‘sì’ intravedendo la promozione di condizioni lavorative favorevoli a un costo “tutto sommato contenuto”. La mozione 51 chiede che i giorni di riposo per chi lavora nei weekend cadano sempre di sabato e domenica ogni due settimane e non più ogni tre: rarissime le eccezioni di tre settimane, motivano contrari Municipio e maggioranza; la minoranza mette invece l’accento sulla necessità di assicurare nero su bianco la conciliabilità famiglia-lavoro.

E siamo alla mozione 52 per un aumento di 5 giorni delle ferie annuali: Municipio e maggioranza si schierano per il no ricordando che vige già la settimana lavorativa di 40 ore (fra le più basse in circolazione), che i giorni di vacanza e congedo sono già superiori alla concorrenza e che la misura costerebbe 2,4 milioni annui fra assenze e sostituzioni; la minoranza insiste invece sulla necessità di migliorare la qualità di vita facendo da esempio nel mercato del lavoro. La mozione 53 propone di eliminare il termine del 31 agosto dell’anno successivo per godere delle vacanze, termine che invece Municipio e maggioranza vogliono mantenere. Con la 54 si vuole eliminare la possibilità di licenziamento in caso di soppressione del posto o della funzione: possibilità che Municipio e maggioranza ritengono ‘ultima ratio’ dopo pensionamento e trasferimento a funzione equivalente o altra funzione. Ultima ratio da eliminare, secondo la minoranza, per evitare il rischio di marginalizzazione.

Licenziamenti e costo della vita

La mozione 55 chiede di eliminare la possibilità di licenziare per giustificati motivi nel caso di assenza per malattia o infortunio oltre i due anni: secondo Municipio e maggioranza gli attuali 730 giorni di ‘tutela’ sono più che sufficienti e non si può pretendere che il Comune, quale datore di lavoro, si faccia carico per una durata indefinita di costi per i quali sono preposte altre istituzioni (invalidità). La minoranza invita invece a considerare lo stress aggiuntivo di una persona gravemente malata che rischia di vedere tagliate le risorse esistenziali in attesa della lunga procedura dell’assicurazione invalidità.

Con la 56 i mozionanti chiedono d'inserire per legge l’effetto sospensivo in caso di contestazione del licenziamento: ciò che secondo il Municipio “sarebbe difficilmente applicabile in presenza di provvedimenti presi per valide ragioni, qualora la procedura richiedesse anche anni”; inoltre gli interessati “potrebbero essere indotti ad avvalersi sistematicamente di questa possibilità anche solo per prolungare il versamento del salario”. All’unanimità la commissione condivide alcune opinioni ma suggerisce una versione di compromesso, affinché il collaboratore possa chiedere l’effetto sospensivo.

La mozione 57 chiede l’introduzione di un’indennità do 200 franchi mensili per il pagamento dei premi di cassa malati (300 in caso di figli a carico o agli studi): no municipale e della maggioranza perché da sola la misura costerebbe 300mila franchi annui e perché il rincaro dei servizi sanitari è già previsto nell’ambito della concessione del carovita in busta paga; per contro la minoranza ricorda che nel ‘paniere’ non sono inclusi i premi di cassa malati in continuo aumento. Infine la 58 chiede di computare nel tempo di lavoro quello impiegato per indossare abiti necessari alle varie mansioni: richiesta già implicita nella Legge sul lavoro, indicano Municipio e maggioranza, mentre la minoranza ritiene che molto dipenda oggi dalla sensibilità dei capi settori.

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