Bellinzonese

Croce Verde di Bellinzona al bivio per la nuova sede

Approfondimenti in corso con l’Ente ospedaliero cantonale per la Saleggina e col Municipio per l’ex Birreria

La sede cittadina di via Rodari si è fatta stretta
(Ti-Press)
20 settembre 2023
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In un sol colpo da zero a due possibili soluzioni logistiche. Evoluzione positiva per la Croce Verde di Bellinzona desiderosa di realizzare una nuova sede operativa che sostituisca quella di via Rodari da tempo ormai a corto di superfici. «In effetti – spiega il presidente del Consiglio di amministrazione Vincenzo Lacalamita – nel giro di qualche mese siamo passati dal non avere prospettive ad averne ben due. Da una parte l’ex Birreria di Carasso, dall’altra il previsto nuovo ospedale regionale alla Saleggina. Entrambe molto interessanti. Ma dai contatti avuti con i rispettivi responsabili, sembra chiaro che nessuna delle due è realizzabile a breve termine. E siccome per noi la questione ‘tempo’ è importante, ci sentiamo di dire che potremmo aderire alla soluzione che per prima sarà messa in cantiere e realizzata, sempre che sia per noi finanziariamente sopportabile». Vale a dire, a occhio e croce, l’ex Birreria che potrebbe richiedere dai 5 ai 7 anni, mentre per il nuovo nosocomio regionale l’Ente ospedaliero cantonale indica il 2030/35.

Presto un incontro su Carasso

A Carasso, si ricorderà, già 15 anni fa era previsto il centro Mep, dove M sta per magazzini comunali, E per ecocentro (nel frattempo realizzato) e P per Pompieri. Come pubblicato lo scorso 15 luglio, il Municipio ha deciso che i magazzini rimarranno dislocati sul territorio dei quartieri (compreso quello centrale), mentre il Dicastero opere pubbliche sta pianificando la suddivisione e l’organizzazione degli spazi per poter inserire, oltre i Pompieri, anche la Protezione civile, la Croce Verde e la propria nuova sede (da questa estate e per sei/sette anni il Dop alloggerà nel ristrutturato prefabbricato di via Lavizzari, accanto all’ex Stallone, dopo aver lasciato quello di via Bonzanigo destinato alle ruspe per far spazio al terzo binario). Gli approfondimenti diranno se una volta definiti gli spazi da destinare ai servizi di primo e secondo intervento, ne rimarranno a sufficienza per il Dop. Non dovrebbe far parte della partita l'Azienda multiservizi (Amb) a suo tempo prevista nella Centrale comune di pronto intervento (ipotesi da 70 milioni tramontata per mancanza di terreni) e per la quale si cercherà una soluzione altrove. Sempre il Dop ha agendato un incontro con i vari enti interessati, durante il quale la Croce Verde potrà mettere sul tavolo le proprie esigenze. «Sarà l’occasione per verificare se collimano col progetto di massima», rileva il municipale Henrik Bang, capodicastero Opere pubbliche. Evidenzia dal canto suo Vincenzo Lacalamita: «Se penso alla posizione, l’ex Birreria è interessante. A questo punto potremmo aderire se quella comunale risulterà essere una soluzione fattibile nei tempi finora indicati, e ribadisco per noi anche sopportabile finanziariamente. In alternativa ci sarebbe il nuovo ospedale. O, quale terza via, qualche terreno a Castione».

‘La logica dice in zona ospedale’

Dal canto suo il direttore dell’Ente ospedaliero cantonale, Glauco Martinetti, incontrando Lacalamita gli ha manifestato l’interesse a inserire la Croce Verde alla Saleggina: «È logico prevederla all’interno del complesso o in uno stabile adiacente. Lo dico facendomi portavoce di un sentire generale. Ma parimenti ritengo legittimo che a sua volta il Municipio faccia le proprie valutazioni su cosa sia meglio e possibile integrare a Carasso. Ciò premesso, vero è che l’Eoc deve ancora affrontare, per il nuovo ospedale, la questione pianificatoria, finanziaria e progettuale. Con una tempistica per ora confermata al 2030/35». La prima fase del concorso di progettazione, col bando pubblicato lo scorso febbraio, è in fase di ultimazione; un gruppo ristretto di elaborati sarà quindi ammesso a un secondo approfondimento che porterà all’indicazione del vincitore a febbraio 2024. Seguiranno l’iter pianificatorio e autorizzativo previsto dalla legge (appalti ecc.) e quindi l’avvio del cantiere per l’opera preventiva in 380 milioni di franchi.

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