Bellinzonese

Rivoluzione a Campra: il comitato dello Sci club dimissiona

L’assemblea vota a maggioranza la nuova strategia proposta da Stefano Malingamba. Khamitov e colleghi, sentitisi delegittimati e denigrati, lasciano

(Ti-Press)
12 luglio 2023
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Altro che ‘Collaboriamo per il bene della struttura’. Sotto il termine ‘collaborazione’ riportato in un comunicato stampa di due settimane fa e più volte ripetuto ieri sera dai vertici della Centro sci nordico Campra Sa durante le quattro ore e mezza di assemblea dello Sci club Simano – responsabile della parte tecnica e agonistica – covava invece una strategia di sostituzione. Detta altrimenti golpe. Parola questa che qualcuno ha solo sussurrato di fronte alla decisione finale del comitato dello Sci club, presieduto dal Tauf Khamitov, di rassegnare le dimissioni in blocco, direttore Nicola Vanzetti incluso, con effetto quasi immediato. Dal prossimo settembre si cambia. Un comitato in carica da un paio d’anni, strada facendo rinnovatosi dopo alcune dimissioni, infine sentitosi delegittimato dalla Sa titolare di gran parte delle infrastrutture e del nuovo centro d’accoglienza costato 16 milioni. E perciò messo con le spalle al muro da gran parte dell’assemblea. La quale con 28 sì, 13 astenuti e un contrario verso mezzanotte ha accolto, dopo estenuante discussione, la strategia del nuovo corso. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, laddove la decisione di rinunciare in blocco era già maturata negli ultimi giorni.

Ieri, oggi e domani

Strategia presentata dapprima via lettera già nel corso della primavera e quindi nella stranamente gremita sala della sede tecnica Stefano Malingamba, persona apprezzata in valle per essere il direttore delle Autolinee Bleniesi, ma che durante la serata ha dato prova di nervosismo ed eccessivo polso, alzando più volte la voce anche solo per zittire qualcuno che osava porre una domanda. Incontratosi poco prima della seduta al bar della struttura con due rappresentanti della Sa (il presidente Roberto Zanetti e Giovanni Pettinari) a qualche presente è subito risultato chiaro (ma lo era già prima) quale fosse la strategia che si sarebbe palesata di lì a poco e da dove provenisse: mettere alle strette il comitato dello Sci club, accusato di non saper interfacciarsi con la Sa, e proporre/imporre una nuova gestione tecnica e sportiva del Centro nordico creato 50 anni fa da Marino Vanzetti. Il cui fratello Tullio (già veterinario cantonale) si è messo a disposizione, insieme ad altri, per far parte del nuovo comitato che dovrebbe vedere in Malingamba il punto di riferimento. Oltre a Khamitov lasciano il comitato il vicepresidente Giordano Maestrani, Daniele Lazzeri, Lisa Conza, Alexander Sakhonenko e Valentina Vanzetti Khamitov.

L'amaro sfogo

Ha pure dimissionato come detto il direttore Nicola Vanzetti, una delle colonne portanti della struttura: fratello di Valentina e figlio di Marino che 50 anni fa aveva realizzato le prime infrastrutture, ha gestito piste e parte tecnica e agonistica per 30 anni ereditando la funzione dal padre. Amaro il suo sfogo di addio letto di fronte all'assemblea: «Viviamo in un clima di bullismo, ricatto e menzogna». Un forte applauso, quello attribuitogli dalla sala, che dice tutto del suo grado di competenza ed efficienza dimostrato sul terreno. Al nuovo comitato l’arduo compito di sostituirlo.

‘Architettato un embargo’

A Daniele Lazzeri il comitato ha affidato l'onere di gestire un’assemblea molto complicata. Le sue parole finali, cariche di emozione e lette davanti a una platea ammutolita, non lasciano spazio a fraintendimenti: «Incredibile e pazzesco! È stato architettato e messo in atto un embargo nei confronti dello Sci club senza tenere conto delle conseguenze sulle persone. Mi si dice che è giunto il momento di voltar pagina. Ma come si può arrivare a tanto? Rovinare la reputazione delle persone e delle loro famiglie senza un minimo scrupolo. Siamo esseri umani e abbiamo i nostri limiti. Auguriamo a chi ci sostituirà di riuscire a fare meglio di noi. Fra qualche minuto uscirò da questo edificio e non so se metterò ancora piede a Campra».

Trattativa al palo

Quanto alla strategia che Malingamba ha chiesto e ottenuto di mettere all’ordine del giorno, essa si sviluppa su una decina di punti che dovranno fare da ossatura al nuovo corso. Strategia che a un certo punto dell’assemblea sembrava potesse venire accolta e fatta propria dal comitato in carica, tutti d’accordo sul fatto che taluni punti fanno peraltro già parte del suo ‘core business’. Ma il clima generale di sfiducia ha infine portato ad annunciare una decisione drastica che, come detto, era già stata presa: tagliare col passato per far ripartire lo Sci club su nuove basi, inclusi i tribolati rapporti con la Sa fermi al palo con tanto di precetto esecutivo di 250mila franchi da essa spiccato la scorsa primavera nei confronti del sodalizio proprio quando era in pieno svolgimento la trattativa sulle rispettive compensazioni finanziarie necessarie per risolvere le pendenze realizzative (quelle ultimate e quelle ancora da ultimare). Precetto cui si è recentemente aggiunta, sempre da parte della Sa, un’opposizione alla domanda di costruzione presentata dallo Sci club per sanare i molteplici contenuti della sede tecnica dopo che il Municipio di Blenio ne ha limitato fortemente l’utilizzo al solo noleggio e poco più.

La cura ‘vincolante’

La strategia Malingamba – il quale si è rifiutato di svelare chi sarebbero i co-firmatari della sua petizione poi trasformata in proposta – mira a «rimettere il cliente al centro» e prevede di elaborare un regolamento per il personale impiegato a tempo pieno e come avventizio attraverso un organigramma; di promuovere una cooperazione a livello strutturale e operativo con la Sa; di rappresentare concretamente gli interessi dello Sci club nella Sa garantendo una costante linea di comunicazione tra i due enti e la presenza del presidente nel Cda secondo il principio della responsabilità diretta; di limitare i mandati legali alla sola consulenza e solo come ultima ratio; di garantire una continuità del servizio per la preparazione piste e il noleggio, come pure per l’organizzazione delle gare tramite l’istituzione di un apposito comitato; di prevedere mandati di prestazione per l’istruzione tecnica e l’allenamento dei ragazzi; di incrementare l’offerta delle attività sportive e ricreative durante la bella stagione incentivando accoglienza e promozione economica di Campra attraverso per esempio pacchetti sci+ristorazione; e infine di sottoscrivere contratti di prestazione con la Sa e gli altri enti interessati alla promozione. Insomma una strategia a 360 gradi «vincolante che vuole sostituirsi a quella inesistente del comitato e di cui nessuno sa niente». Malingamba nei suoi scritti e in sala ha parlato di «evidenti problemi di conduzione del comitato, chiusosi a riccio e dimostratosi incapace di dialogare e cercare con impegno e determinazione soluzioni condivise col secondo attore principale di Campra». Scoppia un grande applauso in sala, avviato da Roberto Zanetti. «Un vero processo, ci si accusa di tutto, anche dicendo il falso», ha replicato Lazzeri. Ha rincarato la dose Cesare Lepori, socio e avvocato dello Sci club: «I nostri rappresentanti nel Cda non hanno difeso in quel gremio gli interessi del sodalizio né fatto da mediatori, anzi purtroppo si sono trasformati in perfetti accusatori».

‘Pregiudizio incomprensibile’

Siluri della Sa sostenuti da più interventi in sala, anche da ex membri di comitato che hanno dimissionato negli ultimi anni/mesi. Il vicepresidente del Cda Giuseppe Allegranza, ad esempio, ha parlato di «atteggiamenti gravi nei confronti della Sa: un pregiudizio che non sono mai riuscito a capire e a comprendere». Critiche rispedite al mittente da Khamitov e colleghi: «C’è una forte divergenza fra ciò che il Cda della Sa dice e ciò che fa», ha detto il presidente rispondendo a una suggestione di Roberto Zanetti: «Via mail il vostro legale ha scritto che il Cda non vuole trattare con nessuno dei Vanzetti, mentre voi comunicate ai media di volere il dialogo per cercare soluzioni condivise sulle vertenze». In tutta risposta Zanetti ha ribadito «questa ferma volontà» e ha riferito di insulti ricevuti, idem ha detto in replica Nicola Vanzetti. Attriti insomma risalenti alla notte dei tempi e perciò irrisolvibili. Pragmatico il sindaco di Acquarossa Odis Barbara De Leoni, forte di una risoluzione votata la sera prima dal Consiglio comunale per un cessate il fuoco: «Chiudetevi in una stanza e trovate la soluzione». Eh sì che questa primavera l’Ente regionale per lo sviluppo – messosi a disposizione per mediare nell’ambito della ricerca di un accordo sulla quantificazione degli affitti da versare dallo Sci club e sulla compensazione finanziaria della Sa a suo favore – era quasi giunto a un punto d’incontro concreto: «Ma sul più bello ci avete inviato il precetto esecutivo. Questo ci ha tolto ogni speranza», hanno ribadito più volte Khamitov e colleghi. Pettinari ha replicato che per consolidare l’accordo «avreste dovuto firmare la lettera d’intenti scritta dal mediatore, ma non l’avete fatto». «A causa di dettagli tutt'oggi affatto chiari», ha replicato il comitato. Da notare peraltro che il club vanta una situazione finanziaria in buona salute e crediti esigibili nei confronti della Sa per circa 100mila franchi.

I giovani un bel successo

Resta l'impressione di un'assemblea triste, avara di riconoscenza e di applausi. Uno dei pochi è andato a Giordano Maestrani, un gran passato di sciatore agonistico di successo e da lungo tempo responsabile del settore giovanile: «Oggi contiamo 17 giovani lanciati nell'agonismo. Una bella cifra mai vista in precedenza» su un totale di oltre 80 soci, di cui una ventina nuovi. «Grazie anche ai monitori formatisi GS, a livello tecnico abbiamo raccolto ottimi risultati nelle competizioni». Una nota di speranza, una delle poche emerse, per il futuro. Macchiata però da un dettaglio emerso solo ieri sera: l'1% delle cifre fatturate dalle ditte e originariamente destinato a sostenere il settore giovanile, la Sa lo ha invece deviato nel calderone delle opere realizzate, come i nuovi spogliatoi. «Strutture che a loro volta sono a beneficio dei giovani sciatori», ha motivato un «poco conciliante» Pettinari, come si è lui stesso autodefinito. «State prendendo in giro l'assemblea», gli ha ribattuto Lepori perché «non erano questi gli accordi presi e le ditte non ne sono a conoscenza». Fine della nota positiva.

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