Bellinzonese

Interventi per rimettere in luce l'antico villaggio di Prada

I lavori per il recupero e la valorizzazione di questa importante testimonianza storica di Bellinzona entrano nel vivo e dureranno circa due anni

Vista sul Piano di Magadino ripristinata
(Ti-Press/Golay)
9 giugno 2023
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Dopo circa 20 minuti a piedi (da Serta, sopra Giubiasco o da Pian Laghetto, sopra Artore) il bosco si apre e ci si ritrova tra le rovine dell’antico villaggio di Prada. Rovine, dove è stata installata una grande gru gialla con un braccio di 30 metri. Dopo una prima fase pilota svolta nel 2021 che ha permesso di capire come intervenire, ora sono infatti iniziati i lavori per il recupero e la valorizzazione del nucleo medievale situato a circa 580 metri di altitudine sopra Ravecchia. Concretamente, l’obiettivo è innanzitutto «arrestare il decadimento, salvando così un’importante testimonianza storica di Bellinzona», ha affermato durante una conferenza stampa organizzata sul posto il capoprogetto Andrea Demarta. E questo grazie a «interventi conservativi» sugli edifici.

‘Non vogliamo inventare niente’

Il consolidamento delle strutture fa parte anche degli interventi archeologici, volti a comprendere «come erano esattamente costruite le case e cosa c’era all’esterno di esse», ha spiegato l’archeologo Giorgio Nogara. La maggior parte degli edifici non saranno ricostruiti completamente, ma solo le parti di cui si è certi di come erano fatte. Insomma «non vogliamo inventare niente: abbiamo trovato dei pezzi di una finestra, ma non sapendo dove si trovava non la ricostruiremo». Una ricostruzione completa tuttavia ci sarà, ma «virtuale», ha sottolineato da parte sua l’architetto Renzo Bagutti, il quale ha precisato che i massi crollati saranno riutilizzati sul posto. I lavori permetteranno inoltre di migliorare le vie di accesso verso questo «gioiellino della sponda sinistra», ha rilevato il direttore dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Valli Juri Clericetti. Gioiellino che dal 2019 è «tutelato quale bene culturale di interesse cantonale», ha aggiunto Endrio Ruggiero, a capo dell’Ufficio Beni culturali del Cantone.

Costo di 1,7 milioni sostenuti da pubblico e privato

Il costo del progetto è pari a quasi 1,7 milioni di franchi, coperti nella misura del 65% da sussidi federali, cantonali e comunali. Il 15% è poi assicurato da enti e fondazioni, mentre il rimanente da privati. Si tratta quindi di «un bell’esempio di collaborazione e successo tra pubblico e privato», ha sottolineato da parte sua il vicesindaco di Bellinzona Simone Gianini. Tutti attori che hanno permesso di «tradurre questo progetto in realtà», ha ricordato il presidente della Fondazione Prada Alberto Marietta, ringraziandoli per il sostegno.

Ritrovati una vecchia chiave e un chiodo, ma nessuna travatura

Come avevamo anticipato, i lavori – che dureranno circa due anni – hanno permesso di riportare alla luce alcuni reperti archeologici: oltre a un antico forno e pezzi di un’antica ciotola risalente al XV-XVI secolo, sono emersi anche una vecchia chiave, un grosso chiodo e un pezzo di pietra di quello che si presume fosse una canaletta per lo scolo delle acque piovane, ha rivelato Nogara. Non sono invece stati trovati pezzi di travatura, segno che i tetti, così come la grande maggioranza delle piode, «sono state portate altrove». E questo è proprio uno dei motivi che ha portato al degrado dell’antico villaggio (vi sono testimonianze risalenti alla fine del XIII secolo) abbandonato misteriosamente nella prima metà del XVII secolo. Villaggio che era abitato tutto l'anno ed «era parte integrante del borgo di Bellinzona», ha precisato Demarta.

Codici Qr e sistemazione dell'area antistante alla chiesa

Dal nucleo medievale si poteva osservare gran parte del Piano di Magadino. Una vista ora ripristinata con la rimozione della vegetazione e valorizzata grazie al nuovo sentiero panoramico che passa a monte del nucleo. Oltre all’intervento sui sentieri per facilitare l’accesso, in futuro si prevede di installare dei pannelli con «codici Qr che permetteranno ai visitatori di accedere a informazioni, audioguide, filmati o alla ricostruzione virtuale del villaggio», ha rilevato Bagutti. L’architetto ha poi aggiunto che vi è l’intenzione di sistemare l’area antistante al sagrato della chiesa: l’idea è quella di costruire dei muretti a secco con le pietre in esubero delle rovine, formando dei terrazzamenti. Nella stessa area è pure previsto uno stabile dedicato all’accoglienza con servizi igienici e un magazzino. Anche se si sono presentate alcune difficoltà, non è poi escluso di riportare a tetto un edificio a scopo storico, didattico e museale.

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