Bellinzonese

Annullati i mercatini natalizi di Bellinzona e Giubiasco

Le due Società dei commercianti rinunciano viste le restrizioni Covid per grandi eventi

26 ottobre 2020
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Tra le 220 e le 240 bancarelle ogni domenica a Bellinzona e circa 170 a Giubiasco. Ogni volta i rispettivi mercatini natalizi, organizzati durante il mese di dicembre, attiravano migliaia di persone desiderose di completare gli acquisti per le feste, di trovarsi in piazza per scambiare gli auguri, di sorseggiare in buona compagnia un vin brûlé. Ma non sarà così, quest'anno. Nei giorni scorsi i comitati delle due società commercianti hanno infatti deciso, di comune accordo, di soprassedere dopo che questo tipo di eventi è stato inserito dalle autorità nella categoria dei grandi attrattori di pubblico. Ciò che rende difficilissimo, se non impossibile, ottenere la necessaria autorizzazione cantonale. La comunicazione è stata data questa sera in città durante l'assemblea della Società commercianti turrita. «Ampliando l'area dell'evento fino in piazza Indipendenza, via Dogana e piazza Governo avevamo predisposto una nuova organizzazione logistica che avrebbe garantito il rispetto delle distanze», ha spiegato Ottaviano Torriani alla ventina di soci presenti: «Ma il nuovo limite massimo di 300 persone ci ha fatto desistere. A pesare è stata anche la presa di coscienza del fatto che sarebbe stata un'edizione decisamente sotto tono: vietate le animazioni musicali e quelle per i bambini, vietata la mescita di cibo e bevande da consumare sul posto, vietato aggiungere tavoli alle bancarelle, ammesso un solo venditore per bancarella e, inoltre, obbligo di posare paletti indicanti entrata e uscita a ogni singola bancarella, con catenelle per garantire il distanziamento sociale. Decisamente troppo per un evento che vuole trasmettere calore, amicizia e fratellanza. E che invece sarebbe risultato freddo, asettico e impersonale». I comitati insieme stanno comunque cercando di tenere alta l'attenzione sul commercio cittadino e intendono proporre nel periodo natalizio un concorso che metterà in palio buoni acquisto da spendere nei negozi locali durante la prima parte del 2021.

‘Promozione social àncora di salvezza’

La presidente Claudia Pagliari, che aveva ereditato il timone un anno fa da Torriani prima che scoppiasse la pandemia, ha tracciato un bilancio dal quale traspare l'orgoglio per le iniziative messe in campo con l'obiettivo di superare il lockdown, ma anche la tristezza per le attività che purtroppo non hanno retto il colpo nonostante gli aiuti finanziari prontamente stanziati da Cantone e Comune. «Ci siamo resi conto di quanto la vendita online, correlata alla promozione sui social che è sensibilmente aumentata, possa essere un'àncora di salvezza permettendo a molti associati di non perdere il contatto con la clientela. Se c’è qualcosa che ci ha insegnato questa situazione è che di fronte alle difficoltà, l’unione e la coesione possono realmente aiutarci. La collaborazione è fondamentale, perché ci permette di sviluppare una rete efficiente, che consenta al cliente di trovare a Bellinzona tutto ciò di cui necessita, evitando così che si rivolga altrove». Fra le strategie adottate, vi è anche l'invito a visitare fisicamente i negozi, affinché la clientela che solitamente predilige gli acquisti online si renda conto della merce realmente disponibile.

Mercato e piazza Buffi inavvicinabili

Dalla sala, agli eventuali, non sono mancate alcune sollecitazioni. Dapprima all'autorità cittadina affinché assicuri un sostegno più tangibile ai commerci locali: «Ci si fa in quattro per promuovere iniziative durante tutto l'anno, ma si ha la netta impressione che manchi un'attenzione nei nostri confronti», ha detto un operatore. Il municipale Mauro Minotti ha preso nota spiegando che porterà la rimostranza all'attenzione dell'Esecutivo: confortato dalle parole della presidente, secondo cui i rapporti fra Società commercianti e Città sono invece buoni, il capodicastero Finanze, economia e sport ha assicurato un approccio positivo e la volontà di lavorare per migliorare ulteriormente i rapporti. Un punto dolente riguarda il coinvolgimento di piazza Buffi nel mercato del sabato: non si potrebbe unire le due realtà?, ha chiesto una negoziante. Il responsabile del mercato, Carlo Banfi, senza troppi giri di parole ha fatto presente che negli ultimi vent'anni vi sono stati tre tentativi infruttuosi: «E dirò di più: gli espositori si rifiutano di prendere posto in quella piazza, perché la gente proprio non ci va. Abbiamo anche proposto tasse ridicole, niente da fare». Pagliari ha però annunciato che la pandemia ha solo posticipato un evento legato ad arte e artigianato pensato specificatamente per piazza Buffi: «Il progetto c'è e contiamo di concretizzarlo non appena le condizioni lo permetteranno». Analoga richiesta arriva da piazza Indipendenza, con il titolare di un chiosco desideroso di vedere la propria attività inclusa nel perimetro del mercato. Banfi, in risposta, ha esposto una situazione paradossale: «Riceviamo sempre più lettere di commercianti ed esercenti infastiditi dalla vicinanza delle bancarelle alle loro vetrine ed entrate. Nonostante sia arcinoto che il mercato porta vita, gente e clientela in gran quantità, c'è chi non lo vuole capire e reclama». Da qui una proposta provocatoria: «Leggendo certe lamentele, vien voglia di spostare tutto in un luogo neutro».

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