Bellinzonese

Disordini alla Valascia del 2018, presto tifosi a processo

Ma prospettando un conflitto d'interessi, Hcap e Immobiliare Sa hanno chiesto ai tribunali di revocare la difesa collettiva degli accusati biancoblù

Alta tensione durante la partita del 14 gennaio 2018 contro il Losanna (Ti-Press)
4 ottobre 2020
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Si avvicinano i processi a carico dei tifosi che hanno preso parte ai disordini scoppiati alla Valascia il 14 gennaio 2018 durante l’incontro pomeridiano fra Ambrì-Piotta e Losanna. Si tratta di quei supporter – sia ticinesi sia vodesi e di altri cantoni – che hanno impugnato i decreti d’accusa firmati nell’autunno di quell’anno dal procuratore pubblico Nicola Respini, coordinatore dell’inchiesta. Su 39 decreti d’accusa che proponevano condanne di vario tipo a dipendenza della gravità dei singoli comportamenti, circa la metà sono stati oggetto di opposizione, ciò che comporta la celebrazione di dibattimenti pubblici. Cinque imputati biancoblù compariranno il 22 ottobre davanti alle Assise correzionali del Tribunale penale cantonale per rispondere dei fatti più gravi; altri dodici tifosi dell’Hcap verranno giudicati nel mese di novembre dalla Pretura penale di Bellinzona per i fatti ritenuti meno gravi. Un altro processo, sempre a novembre, seguirà a carico di tre fedelissimi del Losanna che non presentandosi con ogni probabilità in aula penale saranno giudicati in contumacia. Dei 39 decreti spiccati dal pp Respini, ricordiamo, 18 riguardano persone domiciliate in Ticino, 13 nel Canton Vaud, sei in altri cantoni e due in Germania. Le principali ipotesi di reato nei loro confronti sono quelle di sommossa, violenza contro funzionari, danneggiamento e dissimulazione del volto.

I motivi dell'istanza

Il lavoro d’identificazione dei facinorosi è stato lungo e ha richiesto la visione di numerosi filmati, alcuni dei quali messi a disposizione dalla dirigenza dell’Hcap e della Valascia Immobiliare Sa, proprietaria dello stadio. Proprio Hcap e Società anonima, rappresentate dall’avvocato Brenno Canevascini, nelle scorse settimane hanno inoltrato al Tribunale penale cantonale e alla Pretura penale un’istanza con la quale si chiede la revoca della rappresentanza collettiva di più imputati biancoblù da parte degli avvocati Costantino Castelli (la maggior parte) e Christian Bignasca (due). Motivo: i vertici societari temono che così facendo la difesa collettiva possa sfociare in conflitti d’interesse laddove un unico rappresentante legale – questo il punto – potrebbe indurre i propri clienti, con posizioni processuali diverse, a concordare le versioni falsando così la ricostruzione dei fatti di fronte ai collegi giudicanti con l’obiettivo di ottenere un proscioglimento collettivo; un rischio che a mente di Hcap e Valascia Immobiliare Sa si ridurrebbe qualora Tribunale penale e Pretura penale accogliessero l’istanza indirizzando gli accusati verso più patrocinatori, peraltro con la possibilità che tali difese (a dipendenza delle condizioni finanziarie dei singoli imputati) diventino d’ufficio, ossia pagate dallo Stato riconoscendo l’assistenza giudiziaria pubblica. Le decisioni dei giudici saranno a loro volta impugnabili davanti alla Camera dei ricorsi penali, il cui parere è passibile di ricorso al Tribunale federale. La celebrazione dei processi rischia a questo punto di essere procrastinata, anche solo per il fatto che eventuali nuovi avvocati dovrebbero ripercorrere tutta la vicenda analizzando la corposa documentazione. 

Rischio subito emerso

Il rischio d’incompatibilità era emerso sin dalle prime battute dell’inchiesta, quando l’avvocato Castelli aveva ricevuto l’incarico di patrocinare alcuni tifosi, poi man mano aumentati di numero. Fino ad oggi il problema era rimasto latente trattandosi di reati che di principio non richiedono la difesa obbligatoria, contesto nel quale un avvocato può assumere la difesa di più persone. La musica cambia, e la difesa diventa obbligatoria, quando il procuratore decide di presenziare ai processi (in rarissimi casi il magistrato inquirente si presenta in Pretura penale, mentre davanti al Tribunale penale è sempre presente). Avendo ora il procuratore Respini comunicato la propria decisione di presenziare in aula, ha reso obbligatoria la difesa. Ciò che ha fatto innescare l’istanza di Hcap e Valascia Immobiliare Sa prospettando il conflitto d’interessi e confidando quindi che il dibattimento si svolga correttamente nell’ambito della ricerca della verità e delle singole responsabilità.

Gbb: 'Le mancanze di polizia e sicurezza privata'

In un comunicato Gioventù biancoblù (Gbb) va a muso duro contro l’istanza: dopo alcune premesse più ‘politiche’, il tifo organizzato della curva sud parla di “attacco sferrato da chi non sa più che pesci pigliare e causato dalla paura di quanto potrà emergere dal processo. Paura che il fragile castello di menzogne verrà smontato, che l’accusa e il dispositivo messo in atto per arrivarci si tramutino in un’ennesima farsa e che verranno finalmente chiarite le mancanze, volute o meno, da parte di polizia e sicurezza privata in una giornata che anche i sassi sapevano intensa e difficile”. L'incontro, ricordiamo, fu vinto dai losannesi per 5 a 2. Già prima dell'incontro gruppi di scalmanati vodesi appena giunti ad Ambrì avevano preso di mira la tifoseria leventinese lanciando anche in pista un fumogeno. La situazione si è poi deteriorata nella pausa prima del terzo tempo, con l'uso di spray al pepe che ha ritardato il ritorno sul ghiaccio delle due squadre. I tafferugli più gravi sono scoppiati al termine della partita, quando i supporter del Losanna hanno sfondato le transenne e gli addetti alla sicurezza, schierati soprattutto all'esterno, sono dovuti intervenire anche all'interno per separare le tifoserie.

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