Bellinzonese

'Quell'insopportabile odore di canapa'

Se le coltivazioni puzzano manca la base legale per intervenire. Dalle lamentele in Riviera al caso di Magliaso, che introduce una zona di pianificazione

24 luglio 2019
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Il problema non è percepibile solo alle nostre latitudini, ad esempio transitando sull’A2 appena a sud di Biasca o nelle strade agricole sul piano di Magadino. Come riferiva il ‘New York Times’ qualche mese fa, sono centinaia le persone che stanno combattendo battaglie legali contro l’odore generato dalle coltivazioni di canapa. Quando negli ultimi anni è iniziato il boom delle coltivazioni a basso contenuto di Thc non tutti hanno forse pensato alle conseguenze “olfattive” di questa branchia agricola particolarmente remunerativa (si parla di circa 1’000 franchi al kg). «Non ci sono basi legali chiare e al momento siamo in una situazione di stallo in cui alcuni Comuni stanno però cercando delle soluzioni», spiega da noi contattato Ivan Maffioli, collaboratore scientifico dell’Ufficio dell’aria, del clima e delle energie rinnovabili al Dipartimento del territorio (Dt). «È però difficile capire fino a che punto ci si possa spingere con la possibilità a disposizione dei Comuni di introdurre regolamenti e modifiche del Piano regolatore (Pr) senza entrare in contrasto con la libertà dell’individuo di piantare la canapa», continua Maffioli. Al suo ufficio e ai Comuni giungono parecchie lamentele relative al forte odore di cannabis che si sprigiona (in particolare quando il fiore è maturo a settembre-ottobre), ma la Legge sulla canapa si concentra unicamente su aspetti di polizia regolati dal Dipartimento delle istituzioni, con cui il Dt intende avviare un dialogo sul tema. «Le coltivazioni generano dei cosiddetti pacchetti di aria che si spostano e vanno anche lontano. Non sono nocivi ma è un odore molto forte. Siamo in grado di aiutare solo chi fa coltivazione indoor facendo installare un camino di espulsione che eviti la fuoriuscita di odori ma è una soluzione parecchio cara», aggiunge il collaboratore del Dt.

Una vera e propria molestia

Tra i Comuni ticinesi alla ricerca di soluzioni vi è quello di Riviera, dove negli ultimi due anni sono sorte coltivazioni in diverse frazioni e in particolare a Iragna. Proprio una di queste è stata toccata lo scorso fine settimana da un incendio in un deposito che non ha però compromesso il raccolto. Toccato da tante lamentele, il Municipio sta riflettendo sui passi da intraprendere. «L’odore generato da queste piantagioni disturba. È un’emissione molesta e va combattuta e sanzionata come tale», spiega alla ‘Regione’ parlando a titolo personale il municipale Giulio Foletti. L’obiettivo, aggiunge, è quello di implementare gli strumenti a disposizione del Comune, ad esempio introducendo una zona di pianificazione (come Magliaso). «Inoltre una via tutta nuova da battere è quella di far rispettare l’articolo sulle emissioni moleste previsto dal regolamento comunale», aggiunge Foletti consapevole che finora non c’è giurisprudenza. «Ma sono pronto a farla». Il municipale sottolinea che non si condannano i professionisti che fanno bene il proprio lavoro, né ci si appiglia a ragioni morali. «Questo genere di attività non deve però disturbare l’ordine pubblico, la tranquillità e la buona gestione del territorio. Un conto è avere grandi estensioni di terreno, un altro è metterla vicino ai paesi», aggiunge.
Precursore nella lotta contro le coltivazioni di canapa “fastidiose” potrebbe essere Magliaso, dov’è peraltro pendente un ricorso contro la decisione del Municipio di far presentare ai promotori la domanda di costruzione per il cambio di destinazione di alcune serre. Si tratta del primo Comune che sta adottando una zona di pianificazione (l’iter è in corso) con l’intento poi di introdurre una vera e propria variante di Pr che indicherà le zone dove la si può e dove non la si può coltivare. «Grazie alla zona di pianificazione tutte le domande di costruzione e di cambiamento di destinazione inerenti la coltivazione della canapa light potranno essere bloccate dal Municipio», spiega il segretario comunale Moreno Rezzadore. Tale strumento riguarda solo le zone agricole, aggiunge. «In zona edificabile è raro che vengano fatte coltivazioni a cielo aperto e la domanda di costruzione per una serra verrebbe verosimilmente respinta».

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