Bellinzonese

Maria Martignoni: l’Africa è una maestra che brulica di vita

Incontro con l'autrice del racconto 'Il sole sorgerà' (SalvioniEdizioni), dedicato alla magia del continente

1 settembre 2018
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Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

Chi c’è stato lo conferma: il «mal d’Africa» esiste. È quella sensazione di nostalgia che riporti a casa da questo enorme e multiforme continente, fatto di foreste rigogliose, deserti senza fine e una fauna entrata nell’immaginario di tutti i sognatori, bambini o avventurieri che siano. Non dobbiamo disturbare Karen Blixen ed Ernest Hemingway per averne conferma: c’è chi ancora oggi quella saudade l’ha toccata con mano, tanto da scriverci un racconto nel quale «mamma Africa» diventa il luogo della scoperta di sé e del senso della vita.

Umanità e matematica

Lei è Maria Martignoni, trent’anni, nata e cresciuta a Bellinzona. Dopo gli studi a Basilea si trasferisce a Lugalo, un piccolo villaggio della Tanzania.
Ma cosa è successo? Parigi, Tokyo, Londra o New York non erano abbastanza «stimolanti»? «Terminata l’università ho sentito un grande bisogno di allontarmi da tutto ciò che mi era familiare» racconta Maria. «Volevo capire che cosa sarebbe rimasto di quello che ero se mi fossi proiettata in un contesto nuovo, diverso da quello a cui ero abituata. Se avrebbe cambiato il mio modo di pensare, i miei valori o persino il mio modo di vestire o i miei gusti culinari. Sono passati più di 8 anni dal giorno in cui ho deciso di partire e posso affermare che i miei anni in Tanzania mi hanno aiutato a conoscermi un po’ di più». 

Ma in Africa ha trovato molto altro… «La vita al villaggio, la gente, i bambini con cui giocavo mi hanno insegnato a vedere il mondo sotto una luce diversa. Questo ha stimolato enormemente la mia creatività, nella vita e sul lavoro, oltre a migliorare le mie relazioni interpersonali e il mio approccio alla vita i. L’Africa brulica di vita ed è imprevedibile, da lei non si finisce mai di imparare. È il sistema più interessante con il quale abbia avuto la fortuna di potermi confrontare». Stimolante e forse più immediato rispetto a materie come la fisica (ostiche ai più) che studiava all’università: «Ho sempre avuto un grande amore per la natura e una spiccata curiosità verso la vita, in senso lato, dalle cellule alla biosfera. Non sapendo decidere quale delle scienze mi interessasse maggiormente, le ho scelte tutte: fisica, biologia, chimica, e ho optato per uno studio interdisciplinare quale la nanotecnologia. Ho scoperto che la matematica è importantissima, perché non dipende dalla percezione dei sensi, e ci permette di trovare risposte laddove la semplice intuizione non arriva. Alla fine ho conseguito anche un master in fisica e sono finita in Canada, per un dottorato in matematica, applicata all’ecologia. Oggi uso la matematica per studiare le dinamiche degli ecosistemi». 

Svizzera, Africa, Nord America

Oggi Maria Martignoni vive in Canada con la sua famiglia: che cosa la lega ancora al nostro cantone? «Quando un nuovo albero spunta nel bosco, attraverso le radici gli viene trasmesso l’intero bagaglio di conoscenze e informazione che la foresta ha cresciuto attraverso i secoli. Qualcosa di simile accade quando nasce un bambino. Essendo nata e cresciuta in Ticino, il patrimonio ticinese è ciò che sento mio: ho allungato le mie radici per tastare nuovi terreni e arricchire e innovare le mie competenze, ma la base non si muove».

Le scelte del cuore

In una pagina che anticipa l’inizio del suo racconto si legge: «Il segreto della vita sta nell’essere fiduciosi», un’espressione che dovrebbe farci riflettere, noi vecchi europei con il pallino per il colonialismo, per secoli esportatori di guerre e prevaricazioni. Oggi, di fronte alle molte disgrazie e ingiustizie che seminano il pianeta, serve più la fiducia o la fede, in qualsiasi Dio si creda?
«La fede – in Dio, nel succedersi del cerchio della vita o persino in sé stessi – è necessaria» risponde Maria, «ma ancora più importante è che non venga meno al momento di agire. Il termine fiducia all’inizio del racconto è da intendere come l’avere il coraggio di seguire le scelte del cuore, perché l’unico modo per vedere i nostri sogni avverati è crederci con tutti noi stessi, non una virgola in meno. I calcoli della probabilità e del rischio in questo caso sono inutili, perché non fanno conto dell’energia positiva
e della determinazione di cui può essere armato un sognatore». 

Se la risposta sta nel cuore, solo gli affetti e l’amore possono dunque guidare la nostra vita? «Tutte le mie scelte sono prese dal cuore. Capire ciò che si vuole è il passo più difficile, ma una volta trovato il proprio sogno è solo questione di organizzazione e di ottimismo. Nel mio caso, la Tanzania mi è atterrata nel cuore con un piccolo tonfo, bum, e da lì non si è mai più mossa. In quel momento ho saputo che volevo vivere l’Africa fino in fondo, e così ho deciso di restarci. Come dice un detto swahili, penye nia kuna njia: se c’è lo scopo, c’è anche una via. Quella via c’era, e io l’ho presa». 

***

 Maria Martignoni, sposata Mseya, è nata nel 1988 a Bellinzona. Dopo gli studi in nanotecnologia e fisica si trasferisce per 5 anni a Lugalo, in Tanzania. Dal 2016 vive in Canada con il marito e i loro tre figli. È di imminente pubblicazione il racconto 'Il sole sorgerà' (SalvioniEdizioni), una storia profonda e sensibile dedicata alla magia del grande continente africano.
Il volume sarà al centro di un incontro, con la presenza dell’autrice, giovedì 6 settembre alle ore 20.15 presso la Sala del Consiglio Comunale (Palazzo Civico) di Bellinzona.

 

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