Bellinzonese

Centro Gottardo Sud, pompieri a muso duro

Oltre la metà del Corpo ha fortemente criticato il caposezione. Coinvolti tutor e psicologhe. Un licenziamento. Mal digeriti taluni cambiamenti introdotti

31 agosto 2018
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C’è stata tensione – che in parte tutt’oggi sussiste, nonostante i cambiamenti nel frattempo intervenuti – fra buona parte del personale del Centro d’intervento San Gottardo sud e il loro caposezione, da sei anni alla testa di venti militi del fuoco professionisti incaricati d’intervenire nel tunnel autostradale, lungo la ‘nuova’ strada del Passo e su parte dell’A2 della media e alta Leventina. Una missione che comporta rischi elevati e formazione costante. Il capitano è stato confrontato con critiche inviate ai piani superiori da oltre metà dei propri uomini, stufi del suo modo di dirigere il Corpo e di organizzare il lavoro.

Una situazione di malcontento diffuso – ha appreso la ‘Regione’ – protrattasi a lungo e acuitasi un anno fa. Vani – ci viene spiegato – i tentativi di richiesta di dialogo sia col diretto interessato, sia col suo superiore, il comandante del Centro intervento Gottardo nord e sud Fabrizio Lasia. Ciò che ha spinto il gruppo di pompieri a chiedere lo scorso settembre l’intervento dell’Organo di mediazione del personale del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport. Dipartimento cui sottostà il Centro intervento Gottardo, operando sotto l’egida del Centro logistico dell’Esercito basato al Ceneri. La missiva non è però mai giunta a destinazione e il caso è stato affrontato in Ticino affiancando un coaching esterno al caposezione e coinvolgendo due psicologhe che hanno raccolto ed elaborato lo sfogo e le richieste della ventina di pompieri.

Le critiche mosse
E quell’auto sull’A2

Nella missiva indirizzata all’Organo di mediazione si parlava di insostenibile situazione di stress, mobbing, soggiogazione, pressione psicologica, malessere diffuso, burnout, depressioni, partenze, trasferimenti volontari ad altre mansioni, degradazioni volontarie, calo di motivazione e assenze per malattia. Il caposezione veniva indicato come il principale autore di numerose situazioni di scontro e repressione. In taluni casi – proseguiva la lettera – sarebbero sfociate in ritorsioni di vario tipo, tra cui limitazioni salariali e influenze sulle valutazioni dell’operato dei singoli pompieri. Sul piano operativo erano diverse le situazioni indicate come problematiche: da promozioni di capigruppo privi di esperienza per inadeguata formazione (ciò faceva temere per l’incolumità dei pompieri che sottostanno ai loro comandi durante gli interventi), all’eccessivo utilizzo dei militi nei lavori appaltati dall’Esercito (ad esempio la composizione del materiale personale per le reclute) a scapito di formazione e aggiornamenti; non da ultimo lo presenza continua di un pompiere nell’auto con lampeggianti e segnale di avviso accesi 500 metri prima della coda al portale sud del Gottardo, ciò che mette a rischio l’incolumità dell’addetto di turno, stazionando il veicolo sulla stretta corsia d’emergenza, laddove anche i camion sfrecciano ad alta velocità.

Procedure affinate, ora più ‘militaresche’

In seno alla truppa – una parte si è nel frattempo rivolta a un avvocato i cui solleciti per un fattivo coinvolgimento dell’Organo di mediazione del personale del Dipartimento della difesa sono rimasti inascoltati – c’è oggi la sensazione che le misure adottate negli scorsi mesi abbiano sortito risultati solo parziali. E che talune situazioni relative al caposezione, dopo un iniziale miglioramento, siano di nuovo peggiorate. In risposta al disagio espresso dai pompieri, le procedure hanno assunto un carattere più militaresco (introduzione dell’appello, riverenza ai graduati, inasprimento dei regolamenti, minor tolleranza ecc.); misure che non tutti hanno digerito, poiché motivate con la spiegazione che il problema non starebbe nel vertice, bensì nella loro presunta mancanza di disciplina. A ogni modo, con l’arrivo recente di diversi nuovi militi, l’istruzione pompieristica attualmente viene svolta con più frequenza.
Oltre a ciò emerge che il pompiere portavoce della protesta è stato allontanato lo scorso dicembre dopo essersi espresso in modo pesante sul conto del caposezione, il quale lo ha querelato; nel frattempo la causa per licenziamento abusivo è ferma al Tribunale federale amministrativo. Mentre altri colleghi (in particolare quelli che negli ultimi mesi hanno espresso sostegno via lettera al pompiere licenziato) ritengono di aver poi subìto ritorsioni in varie forme, in una decina di casi ammonimenti.

Il comandante: ‘Situazione monitorata, nessuna critica è stata confermata’

Interpellato dalla ‘Regione’, il comandante del Centro d’intervento del San Gottardo, tenente colonnello Fabrizio Lasia, confrontatosi con Renato Bacciarini, suo diretto superiore e capo del Centro logistico dell’Esercito Monteceneri, invita la redazione a seguire le vie di servizio e a rivolgersi al divisionario Thomas Kaiser che a Berna dirige la Base logistica dell’Esercito, il tutto passando attraverso la sostituta capo della comunicazione di Armasuisse. Nonostante la nostra insistenza affinché sia invece lui a esprimersi sulla vicenda, e non un portavoce, Lasia appare irremovibile ed esprime il desiderio di «non voler più rientrare in questa faccenda». Fornisce tuttavia alcune brevi spiegazioni, in primis il fatto che «la situazione è stata monitorata per oltre un anno». Risultato? «Non emergono risultanze per le quali occorra agire nei confronti del caposezione. Il quale è altamente qualificato e come ufficiale risponde perfettamente a tutti i requisiti richiesti per la sua funzione. Siamo contentissimi di lui. La struttura inoltre è sana e funziona bene». Il malcontento messo nero su bianco lo scorso settembre da oltre metà del Corpo ticinese «è stato valutato»: ma di quanto mosso nei confronti del caposezione, in fase di verifica «non è stato confermato nulla». La pubblicazione di un articolo «infangante», avverte Lasia, andrebbe incontro a una «ritrattazione». Ricordando che il caposezione ha querelato un pompiere per una frase minacciosa, il comandante assicura inoltre che «oggi il clima è buonissimo». Insistiamo sulle verifiche svolte: «È stato eseguito internamente tutto quanto occorreva fare» con modalità «coscienziose, coordinate e ben gestite». E ribadisce: «Non è minimamente scalfita la figura del caposezione». Per contro, conclude Lasia, riguardo alle critiche mosse, «nel settore privato certi atteggiamenti avrebbero comportato conseguenze ben più gravi».

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