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Tavolo di lavoro alla Farnesina per i frontalieri

(Wikipedia)
15 settembre 2017
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di Marco Marelli

Anche il Ministero degli Esteri italiano si sta interessando dei problemi dei frontalieri occupati in Ticino. Alla Farnesina è stato infatti attivato un tavolo di lavoro, attorno al quale oltre agli esperti di Angelino Alfano, attuale responsabile degli Esteri, si sono seduti i responsabili dei sindacati dei frontalieri delle tre confederazioni Cgil, Cisl e Uil. Al centro della discussione due temi di strettissima attualità: la tutela dei frontalieri sul versante della sicurezza sociale e la fiscalità, o meglio il nuovo sistema fiscale per i lavoratori italiani occupati in Ticino. Tema quest'ultimo al quale guardano con giustificato interesse anche le autorità ticinesi. L'accordo fra Italia e Svizzera è stato trovato da tempo ed è stato paraffato nel dicembre 2015. Il Consiglio di Stato per facilitare la firma dell'accordo si è detto disponibile a rimuovere l'ostacolo del casellario giudiziale. La sintesi della sicurezza sociale e della fiscalità sta nello Statuto dei frontalieri da estendere non solo a coloro che lavorano nel cantoni svizzeri (Ticino, Grigioni e Vallese) ma anche a chi è occupato in Francia, Austria, Principato di Monaco e San Marino. Questo spiega l'interessamento del Ministero degli Esteri per cui gli accordi bilaterali necessariamente dovranno essere sottoscritti dal responsabile del Ministero, oltre che da quello dell'Economia e Finanze e del Lavoro. Come probabilmente si ricorderà anche l'attuale capo del Governo, Paolo Gentiloni, nel periodo in cui è stato Ministro degli Esteri, dei problemi dei frontalieri aveva avuto occasione di parlare con il suo collega svizzero. Sul tema della sicurezza sociale le organizzazioni sindacali sostengono che ''i frontalieri devono essere coperti dal sistema di sicurezza saciale del paese in cui lavorano''. Il tema della fiscalità  da tempo è molto dibattuto, non solo per gli aspetti politici, ma soprattutto per i suoi contenuti, in quanto con il nuovo regime fiscale i frontalieri - quelli con reddito medio/alti - dovranno pagare tasse molto più elevate rispetto a quelle che stanno pagando attualmente. Le organizzazioni tornano a chiedere di ''evitare di sottoscrivere accordi che prevedano la doppia imposizione sul reddito e sul patrimonio'' e l'inserimento nell'accordo della definizione giuridica della figura del frontaliere e la delimitazione territoriale della zona che lo definisce come tale. Su queste linee guida e su altri aspetti spesso discussi i sindacati hanno lanciato un appello ai parlamentari lombardi: ''Chiediamo loro di impegnarsi perché venga predisposto e approvato al più presto un atto di indirizzo del Parlamento italiano che, facendo propri la discussione e il lavoro fino ad oggi svolti, definisca i principi fondamentali e delinei le tutele sulle quali lavorare per difendere questi lavoratori da discriminazioni e trattamenti differenziati e discriminanti''.


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