laR+ Pagine scelte

Nella Trieste di ‘Alma’

È il quinto romanzo della friulana Federica Manzon, che riesce a portare felicemente sulla pagina una insolita quantità di episodi e situazioni

24 aprile 2024
|

La città di Trieste è sostanzialmente la protagonista di questo romanzo, e lo è attraverso una figura femminile, quella di Alma, che ripercorre liberamente i passaggi della propria vita, nei diversi periodi, dove dal centro della sua esperienza quasi sempre si irraggia il particolare carattere, insieme aperto e contraddittorio della città. Se ne era allontanata, per fare altrove il suo lavoro, ma l’eredità ricevuta inaspettatamente dal padre la porta a un breve ritorno sui suoi passi.

Dalla sua memoria del padre stesso riappaiono anche vicende storiche, con la figura del maresciallo Tito, ma si riaffaccia un passato anche di lei, Alma, che ripensa o rivede come nelle varie scene di un film i luoghi di un’infanzia, sempre nel segno dell’identità molteplice di Trieste. Ci sono i suoi nonni, attraverso i quali il senso del passato si manifesta costante, c’è la casa sul Carso e soprattutto c’è Vili, un ragazzino figlio di belgradesi e molto legato alla realtà culturale delle sue origini, dunque lontana, per esempio, dalla cultura austroungarica presente nella città giuliana. E Vili è come un fratello e poi amico speciale della protagonista, ed è un personaggio di rilievo in questa narrazione, dove si contrappongono incisivamente la fisionomia di un luogo molto particolare come Trieste e la continua spinta verso l’idea di un altrove.

Federica Manzon, scrittrice friulana, che vive tra Trieste e Milano dove lavora nell’editoria, in questo suo quinto romanzo, ha il pregio di riuscire a portare felicemente sulla pagina una davvero insolita quantità di episodi e situazioni, legate essenzialmente alla vicenda di Alma, ma che in qualche modo la oltrepassano. Il tutto risulta proposto come in un poetico intreccio, realizzando un insieme reale e metaforico, di circostanze, tra varietà di effetti d’epoca e della storia sulle singole umane identità. Ne scaturisce una viva costruzione di quest’ultima sui singoli specifici caratteri dei soggetti e sul loro inevitabile mutare. In questi suggestivi – e mai gratuiti – grovigli di senso, il lettore rimane coinvolto, anche per lo stile e la scrittura dell’autrice, molto densa, concreta e di forte impatto comunicativo.

Federica Manzon, ‘Alma’ (Feltrinelli, pag. 272)

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔