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L’Atlante degli uccelli invernali

Alla scoperta dei volatili ticinesi

La vita degli uccelli invernali © Chiara Scandolara
7 dicembre 2020
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È iniziata martedì primo dicembre la terza stagione di campo per la realizzazione del secondo atlante degli uccelli del Ticino in inverno. Il primo lavoro è stato pubblicato nel 1992 con dati raccolti fra gli inverni 84/85 e 88/89. Cinque inverni nei quali furono raccolti 21’500 dati riferiti a 131 specie. Negli ultimi tre decenni è cambiato molto in Ticino sotto vari aspetti: territorio diverso, cambiamento delle attività economiche, abbandono dell’agricoltura tradizionale, crescita dell’urbanizzazione, cambiamenti climatici e altro ancora. Questo secondo lavoro vuole cogliere i cambiamenti anche nella distribuzione dell’avifauna invernale, capirne le relazioni causa-effetto su una scala più ampia rispetto al nostro territorio. Inoltre, vuole essere l’occasione per coinvolgere ancora più appassionati della natura in una ricerca a molte mani. Chi fa impara! L’associazione approfitterà per proporre corsi di formazione online di base sugli uccelli invernali, facili da utilizzare, raggiungendo gli utenti a casa e fornendo consigli e indicazioni su come procedere. In un periodo di forzato isolamento a causa della situazione sanitaria vorremmo proporre corsi di base anche ai più piccoli. 

I fringuelli scapoli

Nel corso dei primi due inverni di questa nuova ricerca sono stati raccolti già più di 75’000 dati da parte di 420 osservatori e riferiti a 146 specie. Le tecniche nuove e il crescente interesse del pubblico stanno migliorando notevolmente il livello delle conoscenze. Oggi si può contare sull’aiuto dei cittadini (citizen science) che hanno visto crescere notevolmente il livello delle competenze anche grazie al lavoro di formazione e informazione effettuato in Ticino soprattutto da Ficedula. Anche per questa ragione le specie più comuni sono per ora risultate quelle che più si avvicinano alle zone abitate e le frequentatrici delle zone boscate, cioè Fringuello, Cinciallegra, Pettirosso e Merlo. La prima, cioè il Fringilla coelebs ha nel nome già un po’ delle sue abitudini invernali. Quasi tre secoli orsono Linneo, il naturalista svedese che per primo classificò e diede il nome a oltre 12’000 specie di animali e piante utilizzando il sistema binomiale ancora in uso oggi, aveva infatti notato che in Svezia le femmine tendevano a disperdersi in inverno verso sud lasciando soli i maschi, più sedentari. E da noi cosa si osserva? Alla ricerca il compito di dare le risposte a questa e a tante altre domande intriganti. Negli scorsi mesi di ottobre e novembre ci è stata segnalata un po’ ovunque la scarsità di piccoli uccelli, ad eccezione dei Lucherini per i quali si preannuncia un inverno di invasione. La distribuzione dei merli è tornata a macchia di leopardo. La strana mancanza di piccoli uccelli è segnalata anche in altre parti dell’Europa. Sarà veramente così? Lo possiamo scoprire insieme.

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