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Salviamo i delfini di Maui

Buone notizie dalla Nuova Zelanda

La pinna dorsale arrotondata dei delfini di Maui © Silvia Scali / WWF-New Zealand
3 agosto 2020
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Buone notizie dalla Nuova Zelanda: il governo ha accolto la richiesta dei colleghi del WWF e darà il via ad un nuovo piano di gestione delle minacce marine per salvare i pochi esemplari rimasti di delfini di Maui (conosciuti anche come delfini di Hector), endemici della Nuova Zelanda. Si tratta dei cetacei più piccoli al mondo. Non superano i 50 chili e hanno una pinna dorsale arrotondata. Si tratta di un mammifero a rischio estinzione: nel 1970 se ne contavano ancora circa 2mila esemplari, mentre ad oggi ne sopravvivono solo una cinquantina. Per oltre 15 anni il WWF ha lottato affinché il governo fermasse la pesca nella zona in cui vivono. E ora si è arrivati finalmente ad un accordo. Inizia quindi il lavoro per creare un santuario per questi mammiferi marini: stop alla pesca e ai permessi per l’estrazione mineraria dei fondali marini dell’habitat dei delfini di Maui. Non solo: questi bellissimi animali rimangono spesso feriti dalle eliche delle barche oppure si ammalano a causa delle acque contaminate da materiale di scarico agricolo e forestale. Trent’anni fa il governo aveva già ridotto le attività in questa zona, ma il WWF ha sempre ritenuto che si trattasse di divieti troppo blandi. Oggi è necessario agire in fretta e senza dare concessioni a nessuno.

Alla scoperta dell’unicorno asiatico

Spesso chiamato unicorno asiatico, poco si sa dell’enigmatico saola. Scoperto quasi tre decenni fa, ancora oggi questo mammifero rimane un mistero per molti scienziati. Non ne esistono in cattività e raramente vengono avvistati. Purtroppo, sono anche tra i mammiferi più rari al mondo.

Il saola – o pseudorice – è stato scoperto nel maggio 1992 durante una ricerca sul territorio congiunta del Ministero delle Foreste del Vietnam e del WWF nel Vietnam centro-settentrionale. Il team di ricercatori si è imbattuto in un cranio con insolite corna lunghe e diritte. Tutti hanno subito capito che qui si stava scrivendo la storia: il primo grande mammifero nuovo alla scienza in oltre 60 anni e una delle scoperte zoologiche più spettacolari del XX secolo.

I saola (si pronuncia: sow-la) si riconoscono da due corna parallele con estremità appuntite che si trovano sia sui maschi che sulle femmine. Sono cugini dei bovini ma assomigliano a un’antilope. Hanno dei vistosi segni bianchi sul capo e grandi ghiandole mascellari sul muso, che potrebbero essere usati per marcare il territorio o attirare i compagni. Si trovano solo sui monti Annamite del Vietnam e del Laos. Mentre le motoseghe spazzano via intere foreste per far posto all’agricoltura, alle piantagioni e alle infrastrutture, i saola vengono spinti in spazi sempre più piccoli. Il loro habitat viene frammentato. Il WWF è stato coinvolto nella protezione del saola sin dalla sua scoperta, rafforzando e istituendo aree protette, oltre a lavorare sulla ricerca, sulla gestione delle foreste a livello di comunità e sullo sviluppo dei controlli.

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