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Wow, che maschere #2

Quel diavolo di un primate e suo cugino il mandrillo!

Aye-aye… una scimmietta molto particolare - © Martin Harvey / WWF
2 novembre 2019
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Siamo arrivati al secondo appuntamento dedicato agli animali “mascherati”. Se nei mari tropicali nuotano moltissime specie di colorati e (bellissimi) pesci angelo e persino una specie di squalo-angelo (altrettanto bello, ma decisamente più pericoloso), nelle foreste tropicali dell’Amazzonia e del Madagascar vivono due simpatiche “mascherine” da diavoletto: l’uakarì e l’aye-aye.

I Belzebù della foresta

Non lasciatevi impressionare dalla terrificante “maschera” dell’uakarì, una simpatica scimmietta altrimenti nota come diavoletto della foresta. Se ne conoscono tre specie: a pelo rosso, a pelo dorato e a pelo bianco-argento, con due caratteristiche comuni: la coda mozza e un musetto privo di peli di color rosso brillante. L’uakarì si nutre di insetti, fiori, frutti, foglie e semi, che trova nelle foreste parzialmente allagate tipiche del suo habitat. Purtroppo, questa scimmietta, così come tante altre piccole scimmie della foresta amazzonica, è minacciata dal commercio illegale e dalla deforestazione.

Diavolo di un primate!

Orecchie da pipistrello, musetto da volpe, enormi occhi da gatto, corpo da scimmia, “mani” da strega, coda e denti da scoiattolo! Ecco l’aspetto dell’aye-aye (Daubentonia madagascariensis), un piccolo primate del Madagascar, lungo appena 40 centimetri più altrettanti di coda. Questa curiosa creatura che, più che reale, sembra uscita da un racconto fantastico, è di abitudini notturne e si sposta di albero in albero a caccia di tenere foglioline, larve e pupe d’insetti, che scova e cattura (ancora meglio “infilza”) con il dito medio, lungo, sottilissimo e munito di un’unghia aguzza, degna della strega di Biancaneve! Per fortuna ci siamo appena lasciati alle spalle la notte di Halloween.

Sei proprio un mandrillo!

Pochi riescono a battere la “maschera” del mandrillo maschio (Mandrillus sphinx). Questa grande scimmia, originaria delle foreste pluviali dell’Africa centro-occidentale, ha il naso rosso fuoco, con ai lati fasce blu elettrico attraversate da strisce bianche, barba gialla, mascherina nera attorno agli occhi e un posteriore di un blu sgargiante. Abita le foreste dove si sposta in branco in cerca di frutti, semi, uova, insetti e animali di piccole dimensioni. Non solo: usa le guance come sacche, dove ripone il cibo, caso mai avesse voglia di fare uno spuntino. Si pensa che sia così colorato per far colpo sulle femmine, mentre il didietro serve “appariscente” per vedere meglio in che direzione stia andando il resto del gruppo. I mandrilli sono una specie vulnerabile, perché purtroppo vengono cacciati per le loro carni e venduti nei mercati locali.

E voi chi siete?

A volte la natura fa certi scherzi… quelli che stiamo per presentarvi non sono animali di fantasia, esistono realmente e in alcuni casi ve ne abbiamo già parlato o li si conosce dai vari social media. Questo perché sono veramente bizzarri e alcuni li definiscono persino “bruttarelli”.

Blob, la gelatina triste

Il nostro Blobfish (Psychrolutes marcidus) è color grigio rosato, ha la consistenza di un ammasso viscido e gelatinoso, anche lui ha un nasone e quello che colpisce è che ha l’aspetto triste, ma talmente triste che la sua foto parla da sola. Del resto, come non comprenderlo, poveretto! Ma l’aspetto da “budino bastonato” non è la sola preoccupazione di questo raro pesce che vive nelle profondità dei mari australiani. Rischia infatti di estinguersi a causa della pesca a strascico. Ironia della sorte, il Blobfish non è commestibile! E per la cronaca: nel suo habitat naturale, che si aggira tra i 600 e i 1’000 metri di profondità, ha un aspetto molto più rilassato.

Il Pokemon del mare

Se lo vedete lo riconoscete subito. Questo simpatico mollusco che abita le profondità dell’oceano fra i 300 e i 400 metri è Pikachu, uno dei Pokemon più famosi al mondo. Ok, non è realmente Pikachu, il suo vero nome è Dumbo octopus (e non stiamo scherzando) oppure Piovra elefante (Grimpoteuthis), per via delle due grosse protuberanze simili alle orecchie del simpatico elefantino della Disney, che può usare per spostarsi in acqua. Si nutre di vermi, molluschi, cirripedi e altre piccole creature marine. Se ne conoscono tredici specie e hanno otto tentacoli. Quando si spostano hanno quella forma straordinaria che li fa assomigliare ad un ombrello aperto.

Uno yeti… marino!

Ed ecco il crostaceo che per il suo “travestimento” si è ispirato all’uomo delle nevi, lo yeti, appunto. Il suo nome è granchio yeti (Kiwa hirsuta) ed è stato scoperto dai biologi solo nel 2005. Il suo habitat? Non certo le innevate vette tibetane, ma piuttosto le acque dell’Oceano Pacifico. Vive a circa 2mila metri di profondità, è lungo circa 15 centimetri ed è completamente cieco. Una seconda specie è stata scoperta cinque anni dopo: vivono vicino a sorgente termali e devono imparare a calibrare bene le “distanze”. Se si avvicinano troppo, rischiano di morire scottati, mentre se si allontanano troppo, rischiano di morire congelati. Inoltre le femmine si possono riprodurre una sola volta; per farlo si devono allontanare dalla sorgente calda e muoiono poco dopo congelate.

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