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Armi del regno animale #2

Seconda e ultima puntata dedicata ai mezzi di difesa e d’attacco degli animali

© Michel Gunther / WWF
20 aprile 2019
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Tigri, leoni, giaguari, grizzly, aquile: loro sì che sanno come usare denti e artigli. I felidi hanno artigli retrattili, robusti e affilati, ovunque si “posino” lasciano il segno! Sia sulla corteccia degli alberi per marcare il territorio, sia quando affondano nelle carni della vittima. Talmente preziosi che, per non rischiare di “rovinare” l’affilatura, i felidi sono capaci di ritrarli. C’è una sola eccezione: il ghepardo, che non ha artigli retrattili ma li tiene sempre in bella vista!

Non ci crederai, ma la creatura con gli artigli più lunghi non è la più pericolosa e neppure la più aggressiva. Tant’è che appartiene all’ordine degli… sdentati! Sì, si tratta dell’armadillo gigante (Priodontes giganteus) che utilizza i suoi lunghissimi artigli (quello posto sul terzo dito delle zampe anteriori può essere lungo anche venti centimetri!) come armi da scavo. Se si sente minacciato, l’armadillo gigante è capace di scavare una buca in un battibaleno, nascondersi dentro e sparire così alla vista dei nemici. Che dire: perché andare alla guerra se puoi scavarti una buca in pochi istanti?!

Grazie ai suoi potenti e affilatissimi artigli, l’aquila ghermisce la preda per poi colpirla con il potente becco adunco. Quando si tratta di porgere il cibo ai suoi aquilotti però, il becco dell’aquila si trasforma in uno strumento delicatissimo.

Denti canini taglienti come pugnali per trafiggere la preda, potenti molari per strappare brandelli e strisce di pelle dalle carcasse delle vittime. Ma anche incisivi giganteschi, come le zanne dell’elefante, o canini smisurati, come le zanne dell’ippopotamo o del tricheco (Odobenus rosmarus). A proposito, lo sapevi che oltre a impiegarle nelle feroci lotte per la conquista delle femmine nel periodo degli amori, il tricheco usa le zanne come “piccozze”, per estrarre dal fondo del mare i molluschi di cui si nutre e come aiuto per issarsi sui lastroni di ghiaccio?

Non c’è che dire, il diavolo della Tasmania (Sarcophilus harrisii) è un vero duro! È simile a un cane, ha il pelo nero come la notte, potenti artigli e zanne micidiali. In confronto al suo, il morso del leone è una bazzecola. Chi si è preso la briga di controllare ha scoperto che la stretta dei suoi denti è del 40% più forte di quella del re della savana. Ma anche il coccodrillo del Nilo non scherza: con i suoi potentissimi denti può afferrare e trascinare in acqua una zebra adulta in pochi secondi. Scusate se è poco.

Morsi fatali

Se c’è un morso che tutti temono è quello degli squali. I grandi predatori degli oceani posseggono molte file di denti di… ricambio, per sostituire quelli che con il tempo si consumano o si spezzano. Nella bocca di uno squalo ci sono in media circa 300 denti e, nel corso della vita, ne vengono sostituiti circa 20’000 (sì, avete letto bene, ventimila). I denti più grandi appartengono allo squalo bianco e sono alti fino a 7,5 centimetri. La pressione del morso dello squalo Carcharinus obscurus, di circa due metri, sembrerebbe essere di tre tonnellate per centimetro quadrato. Un morso da brivido. A questo punto però bisogna ricordare una cosa: oggi gli squali sono seriamente minacciati dalla pesca eccessiva e sconsiderata, tanto che molte specie sono in grave pericolo d’estinzione. Migliaia di squali vengono cacciati solo per tagliare la loro pinna dorsale e poi rigettati ancora vivi in mare, dove muoiono lentamente sotto atroci sofferenze. Pensiamoci: di chi c’è da avere più paura? Dell’uomo o dello squalo?

Le più lunghe zanne velenose del regno animale appartengono ai serpenti a sonagli e alle vipere. Sono retrattili, il che significa che possono essere ripiegate e “riposte” all’indietro quando il serpente chiude la bocca. Nella vipera del Gabon, di circa due metri, le zanne possono misurare anche 5 centimetri di lunghezza!

“Sono 70 volte più velenoso di un cobra reale, 12 volte più velenoso di un mamba nero e 10 volte più letale di un serpente a sonagli tigre. Sono il più mortale fra i serpenti di terra del mondo! Chi sono? Mi presento, sono l’Inland Taipan (Oxyuranus microlepidotus), vivo nelle aree desertiche dell’Australia centrale, misuro fino a due metri e mezzo di lunghezza e, con un solo morso, posso iniettare 100 milligrammi di veleno, sufficienti ad uccidere 55 persone in appena 45 minuti! Ma sono anche piuttosto timido… bella consolazione!”.

Già il nome è tutto un programma: eh sì, perché questa specie di rana (Phyllobates terribilis), famiglia delle Dendrobatidae e originaria delle foreste pluviali del Centro America, secerne dalla pelle una tossina pericolosissima: la batracotossina, il più potente veleno di origine animale conosciuto, 250 volte più potente della stricnina! Il veleno della rana delle f recce avvelenate è impiegato dai nativi della regione del Choco in Colombia, per avvelenare i dardi delle cerbottane con cui cacciano uccelli e mammiferi.

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