Il fiuto dei cani svizzeri per ritrovare i superstiti sotto le macerie del terremoto in Turchia. Al lavoro due squadre alternate sull’arco di 24 ore
I cani da soccorso reagiscono in modo specifico all’odore degli individui vivi. I cadaveri, invece, li lasciano indifferenti. È grazie a questa abilità che gli animali che accompagnano i soccorritori svizzeri hanno potuto localizzare sopravvissuti al terremoto che ha colpito la regione di Iskenderun, nel Sud della Turchia.
«I nostri cani da ricerca e salvataggio sono specificamente addestrati a trovare persone sepolte vive, poiché l’odore dei vivi è diverso da quello dei morti», spiega a Keystone-Ats Gian Forster, responsabile della Società svizzera dei cani da ricerca e da soccorso (Redog).
«Due team Redog si alternano nell’arco delle 24 ore». Ci sono tre cani per squadra e ognuno di essi esamina l’area del disastro per dieci o venti minuti prima di essere sostituito da un altro animale. I cani sono appositamente equipaggiati per resistere alle condizioni invernali locali. In linea di massima, i membri di Redog rimangono sul luogo del disastro per circa dieci giorni. «Dopo questo periodo, la probabilità di trovare sopravvissuti è ridotta», afferma Forster.
«Il luogo in cui sono stati trovati i primi quattro sopravvissuti di Iskenderun ci dava poche speranze», dice il soccorritore. Il team Redog e i volontari dell’organizzazione di soccorso turca Gea erano stati informati in anticipo della presenza di persone sotto le macerie. Gian Forster sottolinea inoltre che i pochi edifici ancora in piedi nella città rischiano di crollare a causa delle scosse di assestamento.
Ai soccorritori di Redog sarà offerto un debriefing al loro ritorno in Svizzera. Questo supporto psicologico contribuirà ad alleviare parte del dolore provato sul campo.