Svizzera

In Svizzera ancora pochi donatori di organi: in 1’442 attendono

Nel 2022 sono 570 le persone che hanno ricevuto un organo, di cui 116 da donatori viventi, numero stabile rispetto all’anno precedente

(Keystone)
24 gennaio 2023
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Nel 2022, 570 persone hanno ricevuto un organo che nella maggior parte dei casi ha salvato loro la vita. 116 persone hanno ricevuto un organo da donatori viventi, stando all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), secondo cui continua a esserci una carenza. 1’442 persone erano in attesa (1’434 a fine 2021).

Sempre nell’anno in rassegna, 164 persone decedute hanno donato uno o più organi. Nonostante i tre anni difficili per gli ospedali a causa della pandemia, le cifre sono rimaste stabili rispetto all’anno precedente (166 donatori di organi). In totale sono stati donati 469 organi da persone decedute e 116 da persone viventi.

Anche il numero di persone in lista d’attesa è stabile: a fine 2022, 1’442 persone erano in attesa di almeno un organo (nel 2021 erano 1’434). Per circa la metà di queste un trapianto non era possibile per motivi di salute.

Ancora troppo pochi donatori

Per sopperire alla mancanza di organi, l’UFSP e Swisstransplant hanno lanciato a fine 2022 una campagna di sensibilizzazione che mostra l’importanza di una donazione per il ricevente, la cui esistenza può significativamente migliorare.

Attualmente la sfida principale è che spesso, in caso di decesso, non vi è alcuna dichiarazione di volontà della persona coinvolta e i congiunti devono prendere una decisione senza alcun punto di riferimento. La campagna intende insomma motivare le persone a documentare la propria volontà, per esempio in una tessera di donatore, nelle direttive del paziente o nella cartella informatizzata del paziente.

Cambio di paradigma

La situazione sul fronte della donazione potrebbe però cambiare dopo che il 15 maggio scorso il popolo ha votato a favore – 60,2% degli aventi diritto con una partecipazione del 39,7% – del modello del consenso presunto per la donazione di organi. Benché i relativi lavori legislativi per la sua attuazione siano stati avviati, la data precisa del passaggio al nuovo modello non è ancora nota. Fino ad allora rimarrà in vigore il modello del consenso in senso lato, secondo cui il prelievo di organi e tessuti dopo la morte è ammesso soltanto previo consenso.

Col consenso presunto "in senso lato", in futuro chi non intende mettere a disposizione i propri organi dovrà mettere nero su bianco tale contrarietà. Altrimenti, in linea di massima verrà ritenuto un donatore, come specifica la modifica della legge sui trapianti, presentata alle urne come controprogetto indiretto all’iniziativa popolare "Favorire la donazione di organi e salvare vite umane".

Per consenso presunto in senso lato s’intende che i congiunti verranno infatti ancora coinvolti nel processo decisionale nel caso in cui il defunto non abbia reso note le sue intenzioni. I familiari potranno quindi bloccare il prelievo se sanno o presumono che il loro caro sarebbe stato contrario. In mancanza di una dichiarazione precisa e nell’impossibilità di raggiungere alcun parente non sarà permesso toccare gli organi.

Un registro per chi rifiuta

Passando al modello del consenso presunto, la Svizzera si allinea alla maggior parte dei Paesi europei. L’intento è quello di imitare nazioni confinanti come l’Italia, la Francia e l’Austria, dove tale paradigma esiste già e dove i tassi donazione sono più elevati che nella Confederazione.

Per poter documentare le dichiarazioni di volontà, la Confederazione istituirà un nuovo registro, in cui si potrà manifestare il proprio rifiuto alla donazione, il semaforo verde oppure l’intenzione di limitare il consenso solo a determinate parti del corpo. Non cambiano i presupposti e le condizioni per poter procedere a un espianto di organi: il decesso dovrà ancora essere accertato senza dubbi da due medici. Inoltre, solo chi muore nei reparti di cure intensive potrà essere preso in considerazione.

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