Svizzera

Sistema sanitario svizzero, serve più coordinazione

Secondo gli esperti, serve più collaborazione fra i vari attori che partecipano alla presa a carico dei pazienti

(Keystone)
19 gennaio 2023
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Più coordinazione e un utilizzo più efficace delle risorse umane e materiali. Sono queste in estrema sintesi le raccomandazioni finali del Programma nazionale di ricerca "Assistenza sanitaria" (PNR 74) del Fondo nazionale svizzero (FNS), incentrato sul sistema sanitario elvetico. Il settore analizzato si trova confrontato attualmente con importanti sfide: dall’aumento delle malattie croniche alla pressione sui costi, passando per la digitalizzazione, il tutto all’interno di una società che sta invecchiando. Per farvi fronte, il PNR 74, le cui conclusioni sono state presentate oggi, ha sostenuto in totale 34 progetti nel corso degli scorsi cinque anni, con un costo complessivo di circa 20 milioni di franchi.

"In futuro, le cure dovranno essere adattate ancora meglio ai bisogni dei malati cronici", ha detto a Berna davanti alla stampa Milo Puhan, presidente del comitato di direzione del programma nazionale. I risultati ottenuti mostrano come sia necessaria una migliore collaborazione fra i vari attori che partecipano alla presa a carico dei pazienti. Un coordinamento spesso difficile in un sistema decentralizzato come quello svizzero, fanno notare i ricercatori.

Con in testa l’idea di ripensare questa cooperazione interprofessionale, un progetto si è concentrato sulla pianificazione delle dimissioni di persone anziane e vulnerabili, tramite uno strumento online in grado di collegare medici, infermieri e operatori sociali. È così stato possibile mandare a casa prima i pazienti, senza aumentare il numero di riammissioni con cui spesso deve fare i conti questa categoria.

Inoltre, secondo gli esperti, un’altra mossa vincente sarebbe quella di coinvolgere maggiormente l’ambiente privato dei malati. Mobilitare di più l’entourage familiare non comporterebbe infatti svantaggi dal punto di vista clinico, per contro porterebbe con sé un notevole potenziale di risparmio. A questo proposito in Ticino è stato ad esempio sviluppato un nuovo servizio di assistenza psichiatrica a domicilio, creato per sostituire un’unità chiusa presso l’Ospedale psichiatrico cantonale.

I ricercatori hanno fra le altre cose elaborato soluzioni per migliorare l’accesso ai dati sanitari o far progredire la misurazione della qualità delle cure. Un progetto ha studiato in quali condizioni i medici di famiglia sono disposti a condividere informazioni cliniche di routine e ad analizzarle in una banca dati. Nel corso di esso, il numero dei partecipanti è passato da 200 a oltre 700, ovvero circa il 10% di tutti i medici attivi in Svizzera.

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