Svizzera

Neutralità climatica, oltre 100’000 firme per il referendum UDC

Il popolo potrebbe essere chiamato a votare il 18 giugno sulla legge che prevede l’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050

(Keystone)
19 gennaio 2023
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La popolazione sarà chiamata a esprimersi sulla legge con cui la Confederazione intende raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. L’UDC ha inoltrato oggi alla Cancelleria federale le firme per il referendum, oltre 100mila (103’877). Il popolo potrebbe essere chiamato ad esprimersi il 18 di giugno. Già il 9 di gennaio, il consigliere nazionale vallesano Michael Graber, presidente del comitato referendario, aveva sostenuto che il suo partito era riuscito: fino a quel momento erano state racimolate oltre 80mila adesioni, ben più del necessario (50mila). La notizia, diffusa da Blick.tv, era stata confermata dallo stesso deputato democentrista a Keystone-ATS. Ora, dopo l’inoltro delle sottoscrizioni (il termine scadeva oggi), spetterà alla Confederazione eseguire i controlli del caso.

Il 20 settembre scorso, al termine della sessione autunnale delle Camere federali, lo stesso Graber aveva definito il controprogetto indiretto all’iniziativa sui ghiacciai una "legge mangiacorrente": in tempi in cui la popolazione viene invitata a risparmiare energia viene presentato un testo che comporta un consumo elettrico molto più elevato, aveva sottolineato il vallesano. Secondo l’UDC, se il controprogetto all’iniziativa popolare sui ghiacciai dovesse entrare in vigore, in futuro sarebbe possibile circolare solo con automobili elettriche: benzina e diesel, nonché nafta e gas, verrebbero a poco a poco vietati.

La legge contro cui si scagliano i democentristi è volta ad azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050. Il controprogetto all’iniziativa popolare "Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)", confluito nella nuova "Legge federale sugli obiettivi di protezione del clima", prevede di raggiungere la neutralità climatica mediante il risanamento energetico degli edifici (2 miliardi per la sostituzione di impianti di riscaldamento con carburanti fossili e la promozione dell’efficienza energetica degli edifici) e il sostegno al settore industriale (1,2 miliardi spalmato su sei anni per la riduzione delle emissioni del 90% entro il 2050). Contrariamente all’iniziativa, la controproposta non cita esplicitamente alcun divieto di vettori energetici fossili e prende in considerazione la situazione particolare delle regioni periferiche e di montagna.

Già in aula, durante i dibattiti, l’UDC si era battuta contro il sostegno al risanamento degli edifici, sostenendo che ciò avrebbe implicato un aumento del consumo di elettricità nel bel mezzo di una crisi energetica, col rischio di blackout. Per l’UDC, dietro a una legge dal titolo apparentemente innocuo, si cela il divieto dei vettori energetici fossili, l’unico modo per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Tutto ciò provocherà un massiccio uso di corrente elettrica: insomma, la legge non sarebbe altro che un’enorme consumatrice di corrente proprio nel bel mezzo di una crisi energetica senza precedenti.

Il controprogetto all’iniziativa sui ghiacciai, sostenuto dalla maggioranza dello spettro politico, ha spinto il comitato promotore a ritirare la proposta di modifica costituzionale, a patto però che la legge venga accolta in votazione. Stando al comitato, il sostegno trasversale in parlamento dovrebbe rispecchiarsi anche nella maggioranza della popolazione.

Non è la prima volta che l’UDC prova ad affossare un progetto energetico di lungo respiro. Un referendum era stato lanciato contro la Strategia energetica 2050, elaborata da governo e parlamento dopo l’incidente atomico di Fukushima, in cui si rinuncia progressivamente al nucleare. Nel 2017, la visione di una Svizzera liberata dall’atomo era stata accolta dal popolo.

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