Svizzera

Udc: riuscito il referendum contro la legge azzera-emissioni

Secondo il consigliere nazionale Graber, raccolte oltre 80’000 firme. I promotori temono che la legge porti al futuro divieto di auto a benzina o diesel

(Keystone)
9 gennaio 2023
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Il referendum dell’UDC contro la legge con cui la Confederazione intende raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 dovrebbe essere riuscito. Stando al consigliere nazionale vallesano Michael Graber, sarebbero state raccolte oltre 80mila firme, ben più del necessario (50 mila). La notizia, diffusa da Blick.tv, è stata confermata dallo stesso deputato democentrista a Keystone-ATS. Il consigliere nazionale ha affermato che il referendum è chiaramente riuscito anche se le firme devono ancora essere controllate. Le sottoscrizioni verranno consegnate alla Cancelleria federale il 19 di gennaio.

Il 20 settembre scorso, al termine della sessione autunnale delle Camere federali, Graber aveva definito il controprogetto indiretto all’iniziativa sui ghiacciai una "legge mangiacorrente": in tempi in cui la popolazione viene invitata a risparmiare energia viene presentato un testo che comporta un consumo elettrico molto più elevato, aveva sottolineato il vallesano. Secondo l’UDC, se il controprogetto all’iniziativa popolare sui ghiacciai dovesse entrare in vigore, in futuro sarebbe possibile circolare solo con automobili elettriche: benzina e diesel, nonché nafta e gas, verrebbero a poco a poco vietati.

La legge contro cui si scagliano i democentristi è volta ad azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050. Il controprogetto all’iniziativa popolare "Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)", confluito nella nuova "Legge federale sugli obiettivi di protezione del clima", prevede di raggiungere la neutralità climatica mediante il risanamento energetico degli edifici (2 miliardi per la sostituzione di impianti di riscaldamento con carburanti fossili e la promozione dell’efficienza energetica degli edifici) e il sostegno al settore industriale (1,2 miliardi spalmato su sei anni per la riduzione delle emissioni del 90% entro il 2050). Contrariamente all’iniziativa, la controproposta non cita esplicitamente alcun divieto di vettori energetici fossili e prende in considerazione la situazione particolare delle regioni periferiche e di montagna.

Già in aula, durante i dibattiti, l’UDC si era battuta contro il sostegno al risanamento degli edifici, affermando che ciò avrebbe implicato un aumento del consumo di elettricità nel bel mezzo di una crisi energetica, col rischio di blackout. Per l’UDC, dietro una legge dal titolo apparentemente innocuo, si cela il divieto dei vettori energetici fossili, l’unico modo per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Tutto ciò provocherà un massiccio uso di corrente elettrica: insomma, la legge non sarebbe altro che un’enorme consumatrice di corrente proprio nel bel mezzo di una crisi energetica senza precedenti.

Il controprogetto all’iniziativa sui ghiacciai, sostenuto dalla maggioranza dello spettro politico, ha spinto il comitato promotore a ritirare la proposta di modifica costituzionale, a patto però che la legge venga accolta in votazione. Stando al comitato, il sostegno trasversale in parlamento dovrebbe rispecchiarsi anche nella maggioranza della popolazione.

Non è la prima volta che l’UDC prova ad affossare un progetto energetico di lungo respiro. Un referendum era stato lanciato contro la Strategia energetica 2050, elaborata da governo e parlamento dopo l’incidente atomico di Fukushima, in cui si rinuncia progressivamente al nucleare. Nel 2017, la visione di una Svizzera liberata dall’atomo era stata accolta dal popolo.

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